Teatro

DARE/SCENARIODANZA 16-17 a Catania: nuove idee per la danza e oltre

DARE/SCENARIODANZA 16-17 a Catania: nuove idee per la danza e oltre

Una speciale serata–evento, il 24 luglio p. v. alle 19, nei locali di Scenario Pubblico a Catania, concluderà l'entusiasmante settimana di eventi programmati nell'ambito della nona rassegna "Uva Grapes contemporary dance"

Con la presentazione, da parte del Direttore Artistico Roberto Zappalà, della prossima stagione di spettacoli 2016/17 targata Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza, in programma domenica 24 luglio alle 19 nei locali della stessa associazione catanese, si realizza finalmente il momento più atteso di quest’ultima intensa settimana di workshop, ricerche e collaborazioni, nate all’insegna della nona edizione di “Uva Grapes contemporary dance”.

Come di consueto negli appuntamenti con Scenario Pubblico, anche questa volta ci saranno importanti occasioni di confronto creativo, con il supporto degli artisti associati per il triennio 2015/17, e due lavori al debutto in  anteprima: "Crepuscolo, Preludio per un primo movimento", con coreografia e danza di Giovanni Scarcella e Ruben Falkowicz al piano e "Brevi racconti tra un diavolo e un soldato", della Compagnia Giovanna Velardi, insieme ad un estratto della coreografia "Frammenti di un discorso amoroso" della compagnia Petranura Danza di Lentini.

Un accostamento molto significativo, per uno splendido terzetto di lavori che insegnano come i corpi in movimento nello spazio possano esprimere concetti complessi, interpretare pulsioni, sentimenti, fornire speranze di positivo cambiamento, anche ai non addetti o specialisti in fatto di danza.

Nel lavoro di Giovanni Scarcella, ad esempio, il sentimento che traspare dal fremito inesausto del protagonista in scena, è quello, purtroppo noto, della crisi incombente sulla nostra civiltà occidentale e il corpo del danzatore, con il suo protendersi nello spazio vuoto e deserto, ben rappresenta così il clima crepuscolare di questo mondo al tramonto, in preda a ricorrenti crisi dalla difficile soluzione. La via della redenzione è comunque possibile, e s’intravvede nel virtuosismo rigeneratore della “Ciaccona” di Bach, la musica che irrompe sulla scena donando nuove pulsioni positive ai movimenti di danza, che si riappropriano così del giusto ritmo in uno spazio più consono. La seconda parte dello spettacolo vede il protagonista affiancato dalla coreografa Olga Alvarez e la presenza di altri due  musicisti per eseguire la Verklärte Nacht di Arnold Schönberg.

Il relativismo culturale, e l’eterna lotta tra bene e male, sono pure la tematica centrale dello spettacolo curato da Giovanna Velardi, un’opera complessa e dai molteplici riferimenti culturali (dal Faust alla commedia dell’arte, con incursioni nella fiaba e musiche di Stravinskij), in cui i temi danzati appaiono suddivisi in sequenze narrative e sono accompagnati dalla presenza di animazioni video. Un’opera che fa comprendere come la ricerca di senso, nella vita di ciascun individuo, possa realizzarsi solo a partire dalla riscoperta dei valori più veri e profondi, secondo le parole della stessa coreografa Velardi: «Non bisogna avere timore delle emozioni, anche se intense, ma attraversale. Non si può rinunciare all'umanità, all'amore, al bene comune, all'incontro, alla disponibilità verso l'altro».

E proprio l’amore incondizionato, inteso nella sua più ampia accezione di significato, come scintilla di vita che dà forma all’universo, è l’argomento della coreografia che ripropone il titolo di un celebre saggio del semiologo Roland Barthes: "Frammenti di un discorso amoroso". Perché, in fondo, si fa un gran parlare della persona amata, ma il sentimento amoroso in sé è sovente trascurato e il solo discuterne desta scandalo. Gli artisti sul palco, Salvatore Romania e Laura Odierna, volteggiando tra reciproci allontanamenti, fughe e improvvise riappacificazioni, ci introducono così al tema del rapporto di coppia, una realtà sempre in precario equilibrio tra il tentativo di essere felici insieme e la capacità di stare con l’altro volendo il suo bene, nel reciproco rispetto individuale.

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