Tre colpi risuonano in teatro, battutti con due martelli su una piattaforma mettalica da una bambina dai lunghi capelli. Il proscenio viene attraversato da alcune coppie di adolescenti e adulti vestiti di nero che danno inizio ad una sorta di rito primordiale. Mentre la scena viene invasa da grandi totem simboli di una entità trascendente da adorare e temere nello stesso tempo compaiono, avvolte dalla nebbia, figure della genesi che fanno ripercorrere al pubblico la storia dell'umanità.
Così comincia "Duel" il nuovo spettacolo firmato dalla regia di Michele Abbondanza che ha ideato la coreografia insieme ad Antonella Bertoni, secondo appuntamento andato in scena al Teatro Studio nell'ambito della trentesima edizione del Festival Bolzano Danza che si svolge fino al 26 luglio.
Uno spettacolo unico e altamente poetico che segna la piena maturità artistica della coppia, la quale per la prima volta, ha affrontato un progetto che unisce la danza con la scultura intesa come elemento scenografico con il quale i corpi dei danzatori interagiscono. Il fortunato incontro è stato quello con l'artista ladino Adolf Vallazza, che il 22 settembre compirà 90 anni e con grande soddisfazione racconta al pubblico dopo lo spettacolo dei suoi lavori, dei suoi nove nipoti che sono nove come i giovani ballerini in scena. Un numero ricorrente e decisamente fortunato per questo artista artigiano del legno approdato all'arte contemporanea, le cui opere sono partite dalla Val Gardena per raggiungere i principali musei del mondo.
Vallazza ha dunque accettato la sfida di prestare la sua arte alla danza. Da questo incontro è nato "Duel", ovvero duello, dualismo ma anche sinergia. Arte plastica e arte scenica si incontrano, legno e carne creano un rapporto simbiotico per raccontare tre diverse generazioni.
Dalla nebbia primordiale spuntano le figure di Adamo ed Eva, poi Caino e Abele e una piccola ciurma di bambini che scendono dall'Arca di Noè. Danzano sulle note di Rossini, i loro corpi si incontrano e scontrano sollevandosi e cadendo mentre il deus ex machina, il creatore, il dio che ha creato tutto, osserva guarda, muove i fili della storia dell'umanità.