Quest'anno il Teatro Sociale di Rovigo ha trovato un modo un po' diverso per riaprire le sue porte alla lirica, anticipando con un galà lirico l'avvio della stagione 2012-2013. Una stagione, quella del teatro veneto, giunta ormai alla 197a edizione, e dunque prossima ai due secoli di vita, due secoli d'attività pressoché ininterrotta. Un privilegio raro, invero, un vanto condivisibile in Italia da poche realtà analoghe, tenuto conto che qui siamo di fronte ad un teatro 'di provincia', e non ad una grande istituzione come sono ad esempio La Fenice di Venezia o il Comunale di Bologna, tanto per restare più o meno nei paraggi di questa città.
In attesa della "Maria Stuarda" coprodotta con il Bergamo Musica Festival, che andrà in scena a metà novembre dando il via al cartellone vero e proprio (un cartellone che vedrà poi andare in scena "Un ballo in maschera", "Don Giovanni" e "Nabucco") gli appassionati del teatro d'opera si sono dunque visti offrire giovedì 4 ottobre un concerto che vedeva la presenza di alcune voci già note al pubblico locale - come il baritono Elia Fabbian e il soprano Paola Cigna, protagonisti del "Rigoletto" estivo di cui abbiamo riferito in questa rubrica - accanto ad altre che qui giungevano per l'occasione: il soprano Gioia Crepaldi, il mezzosoprano Serena Lazzarini, ed infine i due giovani tenori Giorgio Caruso e Giordano Lucà.
Il programma era ben impostato quanto a varietà, comprendendo anche brani meno frequentati del repertorio quali la Sinfonia dalla "Giovanna d'Arco" che ha dato avvio al concerto; a quella ben più celebre del '"Nabucco" il compito di aprire la seconda parte della serata. Ma per il resto si viaggiava in compagnia di pagine ben note al pubblico: Elia Fabbian ha interpretato con notevole autorevolezza «Dio di Giuda» dal "Nabucco" e «Nemico della patria» da "Andrea Chenier"; Paola Cigna ha dipanato con molta raffinatezza «Regnava nel silenzio» dalla "Lucia" e «Caro nome» dal "Rigoletto"; Gioia Crepaldi è stata una piacevole sorpresa nell' «Inno alla luna » dalla "Rusalka" di Dvorák e in «Tu che di gel sei cinta» dalla "Turandot". Giorgio Caruso ha interpretato «La mia letizia infondere» dai "Lombardi" e «M'apparì tutto amor» dalla "Martha", Giordano Lucà il "Lamento di Federico" da "L'Arlesiana" e la "Mattinata" di Leoncavallo: entrambi erano latori di una fresca e generosa tenorilità. Unico punto debole della serata, le incerte prestazioni di Serena Lazzarini ne «Voce di donna» da "La Gioconda" e in «Mon coeur» dal "Samson et Dalilah". L'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta si è disimpegnata molto bene, sia nelle due pagine strumentali verdiane a lei affidate, sia nell'accompagnare i cantanti, diretta con la consueta sicurezza da Stefano Romani - il direttore artistico del Teatro Sociale - che va voluto presenziare sul podio malgrado una non lieve indisposizione al rientro da un impegno all'estero. Daniele Nuovo ha presentato con molto garbo la serata, che ha visto come suo momento centrale la consegna alla bravissima Mariella Devia - che sarà presente come protagonista nella "Maria Stuarda" - di uno speciale Premio alla carriera, conferitole dal Comune di Rovigo e consegnato nelle sue mani dal sindaco Bruno Piva e dall' assessore alla Cultura Anna Paola Nezzo.
Teatro