Teatro

Grandi interpreti per la nuova produzione dello Stabile di Torino

Grandi interpreti per la nuova produzione dello Stabile di Torino

Mario Martone dirige Giuseppe Battiston e Paolo Pierobon, insieme a una compagnia di grandi interpreti, nell'avvincente dramma "Morte di Danton", di Georg Büchner. A Torino dal 9 al 28 febbraio e poi in tournée.

Al Teatro Carignano di Torino, lunedì 8 febbraio, in anteprima, e martedì 9, in prima nazionale, andrà in scena, con la regia e le scene di Mario Martone, lo spettacolo Morte di Danton di Georg Büchner.
Si tratta della nuova produzione del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, in scena al Carignano fino a domenica 28 febbraio.

L’anteprima dell’8 febbraio è realizzata grazie al sostegno di Cariparma Crédit Agricole, Main Sponsor dello Stabile torinese.

«Arrivo alla Morte di Danton - scrive Martone - dopo Noi credevamo, dopo le Operette Morali, dopo Il giovane favoloso: è questo lungo laboratorio, in gran parte torinese, sulla storia e sulla visione che della storia aveva Leopardi che costituisce oggi la mia via di accesso ai labirinti del testo di Büchner».

Lo storico testo di Büchner, nella nuova traduzione di Anita Raja, realizzata per l’occasione, sarà pubblicato, dalla casa editrice Einaudi. Una trentina gli attori in scena, tra cui: Giuseppe Battiston (nel ruolo di Georges Danton), Paolo Pierobon (nel ruolo di Robespierre), Iaia Forte (Julie, moglie di Danton), Paolo Graziosi (Thomas Payne), Alfonso Santagata (Lacroix), Roberto De Francesco (Philippeau). Il testo si concentra sulla contrapposizione tra Danton e Robespierre, protagonisti della Rivoluzione francese.

Nei soli ventiquattro anni in cui si consuma la sua appassionata e tormentata esistenza, Georg Büchner ci ha lasciato alcuni tra i testi più significativi del teatro moderno, come Woyzeck.
Scritto in sole cinque settimane tra il gennaio ed il febbraio del 1835, dal ventunenne scrittore e anatomista, in fuga dalle autorità dell’Assia dove era stato coinvolto in una rivolta, Morte di Danton descrive l’atmosfera degli ultimi giorni del Terrore, la caduta di Georges Jacques Danton nel 1794 e l’antagonismo che lo contrappone a Maximilian Robespierre. Compagni prima e avversari in seguito, entrambi furono destinati alla ghigliottina a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Danton non crede alla necessità del Terrore e difende una visione del mondo liberale e tollerante, anche se consapevole dei limiti dell’azione rivoluzionaria; Robespierre, invece, incarna la linea giacobina, intransigente e furiosa. Danton si contrappone con lucida razionalità al fanatismo del suo rivale, esprimendo la sfiducia nella possibilità di trasformare il mondo, una visione che tuttavia non intacca la volontà di lotta e la coscienza di trovarsi dalla parte giusta della storia.

Capace di esercitare ancora oggi una potente attrazione, Büchner nutre il testo di temi particolarmente sensibili in quest’epoca di scontro culturale e religioso: la libertà di pensiero, la natura della rivoluzione, la violenza e il terrore, il determinismo e il materialismo.

Dopo Torino, lo spettacolo andrà in scena al  Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 1° al 13 marzo e al Teatro Lac di Lugano (Svizzera) il 15 e il 16 marzo.