Il teatro Massimo ha presentato la nuova stagione 2012, un ampio programma di opere e balletti (10 titoli con 6 nuove produzioni), un cartellone sinfonico di 12 concerti e gli oltre 50 spettacoli de “La scuola va al Massimo”, per un totale di oltre 140 serate che coinvolgeranno l’orchestra, il coro e il corpo di ballo, un nuovo record reso possibile dall’importante cammino virtuoso di risanamento e riorganizzazione impresso alla Fondazione. La programmazione 2012, proiezione della salute economica del Teatro al suo sesto bilancio consecutivo in attivo (quello del 2010), risulta sempre più innestata nel panorama lirico internazionale.
La stagione 2012 prosegue nel percorso che in questi anni ha registrato grande successo con un continuo incremento del pubblico: ampio spazio al repertorio più amato, ma anche a importanti titoli di forte valenza culturale e storica, cui si affiancano alcune rarità, secondo un criterio di scelta che in questi anni ha imposto il Massimo all'attenzione anche della critica internazionale. Nell'ordine andranno in scena “La damnation de Faust” di Berlioz, “La traviata” di Verdi, “Boris Godunov” di Musorgskij, “Don Quichotte” di Minkus, “Der König Kandaules” di Zemlinksy, “L'elisir d'amore” di Donizetti, “Madama Butterfly” di Puccini, il dittico di Maurice Ravel “L'heure espagnole” e “L'enfant et les sortilèges”, “I due Foscari” ancora di Verdi e “Excelsior” di Marenco.
I nomi di spicco del 2012 comprendono quelli di cantanti come Mariella Devia, Ferruccio Furlanetto, Desirée Rancatore, Daniela Dessì, Leo Nucci, di registi come Terry Gilliam, Henning Brockhaus, Hugo de Ana, Damiano Michieletto, di direttori come Roberto Abbado, Bruno Bartoletti, Asher Fisch e Stefano Ranzani. Nella stagione di concerti brillano i nomi di Claudio Abbado, Yuri Temirkanov, Omer Meir Wellber e Pietari Inkinen e di altri direttori impegnati nelle opere. Non mancheranno poi le orchestre ospiti: la Filarmonica di San Pietroburgo, la Budapest Festival Orchestra e l'Orchestra Mozart.
È frutto di una prestigiosa coproduzione internazionale lo spettacolo per il titolo inaugurale “La damnation de Faust” di Hector Berlioz (22-29 gennaio): un allestimento, già definito dalla critica come un capolavoro, realizzato insieme alla ENO-English National Opera di Londra e alla Vlaamse Opera di Anversa e Gent, che porta la firma di una celebrità come Terry Gilliam, geniale innovatore del linguaggio televisivo, cinematografico e teatrale postmoderno, per la prima volta impegnato nell'opera. Spettacolo pirotecnico in cui Gilliam percorre simbolicamente insieme a Faust e al suo patto con Mefistofele i momenti più bui della storia tedesca del Novecento. A tener saldo invece il sogno musicale faustiano di Berlioz, la bacchetta prestigiosa di Roberto Abbado.
Già attesissima dal pubblico, torna sulle scene del Massimo “La traviata” di Giuseppe Verdi (21-29 febbraio) in un allestimento ormai entrato a far parte della storia, quello creato dallo scenografo ceco Josef Svoboda (1920-2002) – genio creativo e innovatore della illuminotecnica – allestito nel 1992 per lo Sferisterio di Macerata e vincitore di un premio Abbiati: è l'allestimento divenuto celebre come la “Traviata degli specchi”, poiché primo fra i tanti successivi emulatori, Svoboda concepì uno specchio gigantesco quale fondale inclinato (a circa 45 gradi) con le scene (teloni dipinti e sistemati sulle tavole del palcoscenico) che cambiate via via si riflettono nello specchio così come gli artisti, che vengono seguiti “dall'alto” in ogni loro movimento. E non manca anche un coup de théâtre finale. L’allestimento originale è stato riprodotto recentemente dalla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi a cura di Benito Leonori. Lo spettacolo porta la firma di un altro celebre artista pluripremiato, Henning Brockhaus; nel ruolo di Violetta torna a Palermo uno dei soprani italiani più celebri di oggi, acclamata interprete dell'eroina verdiana in tutto il mondo: Mariella Devia. Sul podio tornerà Bruno Bartoletti, “memoria storica” dell'interpretazione del melodramma italiano.
Titolo simbolico del teatro d'opera tardo romantico di matrice non italiana, dopo 25 anni (ma nel 1987 era la compagnia del Malyi di Leningrado in tournée al Politeama, ed è necessario tornare indietro fino al 1964 per l'ultima volta al Massimo con i complessi locali), torna a Palermo l'imponente “Boris Godunov” di Modest Musorgskij (23-30 marzo), affresco corale di forte impatto scenico e rilevante impegno produttivo, che potrà vantare un protagonista assoluto della scena lirica internazionale come Ferruccio Furlanetto, in un ruolo al quale è legatissimo e che ha anche interpretato nel tempio della musica russa, il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Lo sfarzoso allestimento (nuovo e realizzato grazie a una coproduzione con il Teatro Municipal de Santiago del Cile) è firmato da un artista ormai caro al pubblico palermitano e apprezzato per la sontuosità e l'eleganza dei suoi lavori, il regista scenografo e costumista Hugo de Ana. “Boris Godunov” – opera dalla storia compositiva assai complessa, presente in più versioni molto differenti tra loro – sarà presentato nell'edizione musicale approntata da Pavel Lamm, nella versione cioè ampliata dallo stesso Musorgskij, con i due quadri del cosiddetto"atto polacco", la soppressione della scena VI di San Basilio della precedente versione originale (quella rifiutata dalla commissione dei Teatri Imperiali), e la scena finale della foresta di Kromij. In una Russia d’inizio Seicento piombata nel caos dopo l’assassinio dell’erede al trono, il potere viene preso da Boris Godunov, zar straziato dalla sua stessa brama di potere in una realtà sociale evocativa e realistica. Alla guida dei complessi della Fondazione, una bacchetta di esperienza come George Pehlivanian.
Altrettanto complessa è affascinante la storia della partitura dell'opera “Der König Kandaules” di Alexander Zemlinksy, (16-22 maggio) compositore nato a Vienna nel 1871 allievo di Bruckner, sostenuto da Brahms fu amico, cognato e formalmente unico maestro di Arnold Schönberg. Direttore della Volksoper, si trasferì a Berlino quindi nel 1938, a causa delle origini ebraiche, preferì emigrare negli Stati Uniti dove morì nel 1942. “Der König Kandaules” è la sua ultima opera: il lavoro sul libretto e i primi schizzi della partitura risalgono al 1935. Basato su un omonimo dramma di André Gide, a sua volta tratto da un racconto inserito nel primo libro delle Storie di Erodoto, l'opera narra la favola tragica di Kandaule, re della Lidia che in cambio di un anello magico che rendeva invisibili, offrì al pescatore Gige la possibilità di guardare non visto la propria bellissima moglie Nyssia nuda; accortasi del tradimento Nyssia chiede a Gige di uccidere il re e lo incorona nuovo sovrano della Lidia. Il lavoro di Zemlinsky sulla partitura proseguì sino al trasferimento negli Stati Uniti dove sperò che l'opera potesse andare in scena, obiettivo che però fallisce anche per la presenza di una scena di nudo nel secondo atto che – secondo le parole stesse della dirigenza del Metropolitan di New York – il pubblico puritano dell'epoca non avrebbe mai accettato. Il compositore preferì così non portare a termine il lavoro che invece fu completato nel 1995 da Antony Beaumont su commissione dell'Opera di Amburgo dove “Der König Kandaules” andò in scena per la prima volta nel 1996 ed ha cominciato il suo cammino di successo nei maggiori palcoscenici del mondo, da Salisburgo a Vienna. Per la prima volta in Italia, al Teatro Massimo, vanterà un cast di specialisti come la nota e affascinante Nicola Beller Carbone, Ian Storey e Kay Stieferman. Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con il Teatro Comunale di Bolzano ed è firmato da Manfred Schweigkofler, con Angelo Canu per le scene e Mateja Benedetti per i costumi. Sul podio un atteso ritorno, quello di Asher Fisch già entusiasmante direttore nel 2011 della “Greek Passion” e del Requiem di Mozart.
A giugno è la volta di una delle opere più amate dal pubblico, “L'elisir d'amore” di Gaetano Donizetti (12-19 giugno) che andrà in scena in un divertente e innovativo allestimento proveniente da Valencia firmato dal regista italiano del momento, il più richiesto dai teatri del mondo, Damiano Michieletto che tornerà a Palermo con i suoi collaboratori di fiducia, lo scenografo Paolo Fantin e la costumista Silvia Aymonino. Nella rilettura di Michieletto l'azione dell'“Elisir d'amore” ha luogo in uno stabilimento balneare. Di giorno, sdraio e ombrelloni, il chiosco di bibite e gelati, e le ragazze che fanno aerobica in costume; di notte invece si va a ballare. La folla insomma non è formata dai “rustici” dell'immortale libretto di Felice Romani, ma ironicamente da giovani contemporanei con tutti i loro accessori tecnologici. Spettacolo premiato dalla critica internazionale, mantiene intatti nell'attualizzazione tutti gli ingredienti drammatici del capolavoro buffo di Donizetti, compresa quella mano di patetismo che nell'“Elisir d'amore” rappresenta l'elemento di novità innestato da Donizetti sul prototipo del buffo rossiniano. Per il ritorno di questo capolavoro a Palermo dopo 8 anni, ricco di celebri momenti musicali, non ultima l'aria del tenore “Una furtiva lagrima”, un cast di eccellenti specialisti in cui brillano i nomi di Desirée Rancatore (Adina) e del suo partner preferito Celso Albelo (Nemorino), Mario Cassi (Belcore) e Paolo Bordogna (Dulcamara); sul podio Paolo Arrivabeni.
Settembre è invece dedicato a Puccini e a una delle sue eroine più amate: “Madama Butterfly” (18-25 settembre) presentata in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione con il Teatro dell'Opera di Roma e firmato da un team che negli ultimi anni ha ottenuto grandi successi nell'ambito del Festival di Spoleto: il regista Giorgio Ferrara, lo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta e il costumista Maurizio Galante che annunciano uno spettacolo nel segno della grande tradizione registica italiana di origine viscontiana con una lettura semplice ma ricca di particolari. Protagonista il soprano Daniela Dessì, presenza abituale del cartellone del Massimo e specialista pucciniana. Al suo fianco il tenore Roberto Aronica e il baritono Alberto Mastromarino guidati sul podio da Marcello Mottadelli.
Altra nuova produzione è quella pensata per il raffinato dittico di atti unici di Maurice Ravel, “L'heure espagnole” e “L'enfant et les sortilèges” (16-21 ottobre) affidata per le scene e i costumi alla matita di un disegnatore celeberrimo come Altan, autore di personaggi come Trino (per Linus), la cagnolina rossa a pois bianchi Pimpa (Corriere dei piccoli), il metalmeccanico Cipputi e le numerosissime vignette satiriche per “la Repubblica”. La regia è invece di Luciano Cannito che naturalmente firmerà anche i movimenti coreografici previsti in queste due piccole opere-gioiello guidate musicalmente da Yves Abel. Il cast, ricchissimo, comprende celebri e giovani interpreti, fra cui Andrea Concetti, Maria José Montiel, Maria Chiara Pavone e Mari Grazia Schiavo, che si avvicenderanno nei due atti unici; il primo in cui si narrano gli incontri amorosi segreti di Conception, moglie dell'orologiaio Torquemada quando questi è fuori casa per lavoro, il secondo deliziosa favola su libretto di Colette, surreale fantasia di un bambino che sognando vede animarsi gli oggetti intorno a sé.
Il programma operistico si chiude con Verdi, “I due Foscari” che dopo alcune rappresentazioni ottocentesche (l'ultima datata 1880) è scomparsa da Palermo e mai rappresentata al Massimo. Basati sull'omonimo dramma di Byron, “I due Foscari” tratteggiano una Venezia sede d’intrighi e d’inganni, dove persino gli affetti più cari e sinceri, come quelli tra un padre ed un figlio, sono soggetti alle dure leggi dello stato. L'opera “debutta” al Teatro Massimo con il migliore protagonista possibile, il baritono verdiano “doc” Leo Nucci. Al suo fianco due giovani e applauditi interpreti della nuova generazione, il tenore Piero Pretti e il soprano Lucrezia García. Lo spettacolo intenso e tradizionale porta la firma di Joseph Franconi Lee per la regia e di William Orlandi per scene e costumi ed è una produzione che viene dall'ABAO di Bilbao e dal Teatro Verdi di Trieste.
Come ogni anno saranno due i titoli di danza: il classico “Don Quichotte” di Minkus (19-22 aprile) con la coreografia di Eric Vu-An ripresa dalla tradizionale di Marius Petipa per la prima volta danzata dal corpo di ballo del Massimo e il famoso affresco allegorico di fine Ottocento, “Excelsior” (20-23 dicembre) con musiche di Romualdo Marenco su libretto e coreografie di Luigi Manzotti messo in scena ricostruendo l'impianto originale del 1881 firmato per la Scala da Edel. Ospiti rispettivamente dei balletti, alcune étoile internazionali, Evgenia Obraztsova, Tiler Peck, Vladislav Lantratov e Joaquin De Luz per Don Quichotte e Dorothée Gilbert, Alessio Carbone, Alessandro Riga, Anastasia Lomatchenkova per Excelsior.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito del teatro.