Ha vinto il premio della giuria per la miglior regia alla rassegna “Riscoprimao il teatro amatoriale di Varese”, la nuova versione de “Le serve” di Jean Genet in scena sabato 5 febbario al Teatro Silvestrianum, tempio milanese del teatro amatoriale di qualità.
L’allestimento realizzato dalla compagnia “Percorsi teatrali” con la regia di Luigi Faroli, le scene e i costumi di Dolores Fusetti, racconta la torbida storia di una follia che attraverso la complicità e l'intrigo sfocia in un suicidio-omicidio. Dalla piece emerge l’abbruttimento dell'animo umano e in particolare l'odio e la cattiveria che può nascere quando si arriva alla esasperata frustrazione di un perverso gioco delle parti.
La vicenda ruota attorno al gioco del continuo scambio di ruoli tra serva, padrona e sorella, al punto tale che i ruoli si confondono, tra il personaggio di Chiara, Carla Mantenga, e Solange, interpretata da Carla Poretti. Le due donne vivono e recitano in una realtà che è a cavallo tra vita reale e finzione teatrale, decidendo di uccidere la loro padrona, interpretata da Luisella Longhi, ma in realtà decidono di liberare se stesse.
Si tratta di uno straordinario esempio di continuo ribaltamento fra l’essere e l’apparire, fra l’immaginario e la realtà”. Con queste parole Jean-Paul Sartre descrive Le serve di Jean Genet, scrittore, poeta e drammaturgo, uno dei più grandi autori del Novecento, che con il suo teatro ha rivoluzionato la forma stessa della tragedia moderna.
Le serve è considerato uno dei suoi capolavori, una perfetta macchina teatrale in cui il gioco del teatro nel teatro è svelato per mettere a nudo in modo straordinario la menzogna della scena. Claire e Solange e della loro padrona.
E’ lei che incarna tutti i loro ideali perduti: giovinezza, bellezza, generosità. Loro, vecchie e sempre più arcigne, quando la padrona non c’è, si ritrovano ad allestire un privato e ossessivo teatrino, una doppia vita in cui, come bimbe perverse, giocano “a fare Madame”. A turno, vestono i suoi abiti, la imitano e, alla fine del rito, la uccidono. Ma finzione e realtà nella loro mente schizofrenica si sovrappongono e il tentativo di omicidio si concretizza in una tazza di tisana avvelenata che però Madame, nella sua svagata disattenzione, non beve. Sarà invece Claire, sempre più sprofondata nella doppiezza della sua vita, a bere la bevanda, offertale dalla sorella -
Una commedia dagli aspetti grotteschi, tragicomici e surreali che tuttavia raggiunge momenti di grande poesia e bellezza, toccando con leggerezza ed ironia sentimenti che ci appartengono ma che difficilmente siamo disposti a riconoscere ancor prima che ad accettare.
Chi era Jean Genet (1910-1986): un commediante o un martire?
Scriveva Sartre a proposito di Genet “Provare che il genio non è un dono ma la soluzione estrema dei casi disperati, ritrovare la scelta che lo scrittore compie di se stesso, della propria vita e del senso dell’universo fin negli aspetti formali del proprio stile e del modo di comporre, fin nella struttura delle proprie immagini e nella specificità dei propri gusti, descrivere nei particolari la storia di una liberazione…” .
Tra le opere di Genet sono da ricordare “Le Balcon,” I Negri”, “I Paraventi”, “Querelle” e de Brest.
Teatro Silvestrianum via maffei 29, 5 febbraio ore 20.45