Una sorta di "noir" sulle Alpi, pieno di umorismo, sentimenti travolgenti e un tocco di melanconia. Al Teatro Manzoni di Milano dal 13 al 16 marzo vanno in scena gli attori di Familie Floz per divertirci con comicità, grande professionismo e capacità di far riflettere attraverso un uso molto diverso del corpo.
Questa compagnia, che solo molto lentamente può richiamare I Muppet per l’uso della maschera in scena, è nata nel 1994 da un’idea di Hajo Schüler e Markus Michalowski. I due artisti infatti, insieme ad un piccolo gruppo di studenti di recitazione e mimo della Folkwang-Hochschule di Essen ( quella tanto per interderci dove aveva studiato anche Pina Bausch) si lanciarono nella sperimentazione con alcune maschere da loro realizzate.
Il tema dello spettacolo era la vita, sito in costruzioneLa “Familie FLÖZ” di fatto ga deciso di fare teatro con mezzi che sono stati definiti “antelinguistici”, nel senso che vengono prima della parola.
Tutti i conflitti che vediamo in scena si manifestano prima a livello fisico, e il conflitto fisico diventa dunque solo in un secondo momento l’origine delle azioni drammatiche. Gli spettacoli del gruppo sono il risultato di sforzi creativi collettivi, dove gli attori sono al tempo stesso gli autori dei personaggi e delle situazioni.
Poiché il gruppo non è un’entità fissa, di volta in volta si forma un nuovo gruppo che sviluppa non solo uno spettacolo, ma anche un nuovo metodo di lavoro. L’abilità tecnica e artistica degli attori deriva dai loro studi alla Folkwang-Hochschule di Essen, scuola caratterizzata dall’intento di combinare le varie forme d’arte con un approccio produttivo.Come i testi scritti, le maschere non hanno solo una forma, ma anche un contenuto. In un certo senso l’attore mascherato scrive la scena con il corpo, nell’aria.
La storia narra di strani accadimenti nel tranquillo Hotel Paradiso, un piccolo albergo di montagna gestito con pugno di ferro dall’anziana capo-famiglia. Ci sono quattro stelle che orgogliosamente troneggiano sull‘entrata e una fonte che promette la guarigione di malattie fisiche e psichiche. Ma si intravedono nubi all‘orizzonte... Quando il primo cadavere affiora, tutto l‘albergo scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si aprono abissi da cui è impossibile fuggire. La chiusura dell‘albergo sembra a questo punto solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere non porta mai bene.