Teatro

A Modena arriva il pluripremiato L'INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA

A Modena arriva il pluripremiato L'INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA

Giovedì 22 e venerdì 23 marzo andrà in scena, presso il Teatro Storchi di Modena, L’ingegner Gadda va alla guerra (o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro), insignito di un doppio Premio Ubu 2010, quale miglior spettacolo e migliore prova d’attore. Concepito e messo in scena a quattro anni di distanza da ‘Na specie di cadavere lunghissimo, pièce in cui le opere di Pasolini erano lo spunto per tracciare le basi di una riflessione sulla trasformazione del nostro Paese negli ultimi quarant’anni, Fabrizio Gifuni torna a teatro diretto ancora una volta da Giuseppe Bertolucci, confrontandosi qui con la lingua e il pensiero di Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi scrittori del Novecento.

Un monologo possente, la cui drammaturgia si ispira ai Diari di guerra e di prigionia ed a Eros e Priapo, che conferma le eccezionali doti di questo interprete pluripremiato e particolarmente amato sia dalla critica che dal pubblico: solo sulla ribalta, affiancato da un unico oggetto di scena (una sedia), Fabrizio Gifuni soffre, suda e vive intensamente interpretando alcuni degli episodi più salienti dei Diari e della biografia dello stesso Gadda,  militare di leva nella Prima Guerra Mondiale. Ne emergerà un ritratto impietoso di una guerra combattuta con pochissimi mezzi, un’Italia ancora da costruire, per un Paese in preda allo sbando.
Gifuni pensa il suo Gadda come un “Amleto Pirobutirro”, protagonista del più celebre e grande romanzo dello scrittore La cognizione del dolore, per camminare a ritroso nel tempo e restituire al pubblico la memoria del suo dolore che da privato si fa collettivo: ecco dunque le nevrosi del grande conflitto, la disfatta di Caporetto, la detenzione nei campi di prigionia tedeschi, la morte sul campo di battaglia di Enrico, l’amato fratello.

Gifuni intervalla ai testi gaddiani alcune citazioni tratte da Amleto, “un Amleto – come afferma lo stesso interprete – non più giovane, solo, senza più un padre o una madre da invocare o maledire, sempre più debole di nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi”.
Nella seconda parte del monologo, Gifuni trasforma l’allegoria del potere e del sesso di Eros e Priapo – una feroce critica al machismo fascista – in una partitura teatrale di assoluta godibilità fatta di gesti plateali, inganni consapevoli e miti da varietà.

Una grande prova d’attore per Fabrizio Gifuni, in uno spettacolo profetico che racconta più di oggi che del ventennio fascista: “L’atto di conoscenza che nu’ dobbiamo riscattarci –scrive Gadda in Eros e Priapo – prelude la resurrezione, se una resurrezione è tentabile da così paventosa macerie”.

Info biglietti: 059 2136021 oppure https://www.emiliaromagnateatro.com