E’ un nuovo debutto, quello previsto venerdì 28 marzo, alle 20.45, al Teatro Verdi di Pordenone, per lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza sbornia” (in replica sabato alle 20.45 e domenica alle 16) che porta in scena uno dei grandi del teatro italiano, Luca De Filippo e la sua compagnia (fra gli attori Carolina Rosi, Nicola Di Pinto e Massimo De Matteo), diretti da Armando Pugliese, con le musiche di Nicola Piovani. Lo spettacolo aveva in realtà debuttato il 6 dicembre, a Caserta, ma dopo due repliche aveva dovuto fermarsi a causa di un problema di salute di Luca. E dopo il lungo stop, la commedia “riparte” proprio da Pordenone, con de Filippo di nuovo in forma e pronto a emozionare il pubblico con una nuova straordinaria interpretazione.
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di De Filippo propone un nuovo progetto sui testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di Non ti pago, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia scritto”.
Infatti, Sogno di una notte di mezza sbornia - scritta da Eduardo nel 1936 - ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’ umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.
Questa commedia fu tratta da La fortuna si diverte, scritta da Athos Setti nel 1933 per la scena toscana; fu poi rappresentata nel 1934 da Ettore Petrolini in romanesco con il titolo La fortuna di Cecè e da Angelo Musco in siciliano come La Profezia di Dante per arrivare nel ’37 col titolo e l’adattamento che conosciamo. La commedia fu valutata dalle recensioni dell’epoca tra le più esilaranti che la compagnia Umoristica "I De Filippo" abbia mai messo in scena.
Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro di Sogno di una notte di mezza sbornia c’è dunque il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.
Nello sviluppo della commedia è inoltre presenza sostanziale la comunità dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia. E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena.
Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un'occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo.
La commedia replicherà in tour fino a maggio inoltrato, toccando, tra le altre, le città di Roma, Udine e Firenze.