Teatro

ORIENTE OCCIDENTE incontro di culture

ORIENTE OCCIDENTE incontro di culture

Un Festival di ricerca e di tendenza, che intende Oriente e Occidente come poli di un percorso ideale di scambi e incroci non solo tra culture, ma anche tra generi e linguaggi della scena contemporanea. Il filo conduttore di questa edizione è l’incontro e il confronto fra culture diverse intrecciate al linguaggio del corpo, con un’indagine a tutto campo in particolare sulle zone emergenti nella scena mondiale: America Latina, Asia sudorientale e Africa. Linguaggi e corpi distanti che però trovano nuove modalità di espressione e di relazione. Lo spirito del Festival nei suoi trentadue anni di attività è stato quello di mettere in scena le reciproche influenze esercitate nel Novecento dalla tradizione artistica orientale sulla sperimentazione occidentale e viceversa. Oriente Occidente diventa così un viaggio circolare tra teatro e danza, ricerca e tradizione, identità e innovazione.

Il programma prevede inoltre una sezione dedicata al coinvolgimento delle realtà giovanili territoriali, con l’obiettivo di offrire occasioni creative e produttive per i giovani coreografi e danzatori trentin

 

Dopo “Sulle Rotte di Ulisse” della passata edizione superiamo le Colonne d’Ercole e sulla scia suggestiva delle rotte di Magellano proviamo a compiere una circumnavigazione di più ampio respiro, proiettati verso mondi nuovi che si interfacciano con la nostra cultura. Ancora una volta è il mare - in questa occasione gli specchi sterminati degli oceani - a mettere in comunicazione la nostra Europa con terre e culture lontane come il Brasile e Cuba, o ancora il Kenya e Singapore. Alla danza, come ad ogni forma d’arte in genere, il compito di continuare a prefigurare orizzonti sconosciuti, a disegnare singolari rotte e a definire nuove identità.

A Rovereto e a Trento, per la trentaduesima edizione di Oriente Occidente, dall’1 al 9 settembre si passeranno il testimone alcune tra le più interessanti Compagnie internazionali che, in linea con la direzione della ricerca proposta da questo festival sin dalle sue origini, dell’incontro tra culture hanno fatto la propria bandiera.
L’ispirazione giunge da un affresco di Giandomenico Tiepolo, il Mondo Nuovo (nella versione del 1791), dove una folla di curiosi si accalca di spalle mentre un imbonitore invita a guardare il “mondo nuovo” appunto, nient’altro che un contenitore di legno, uno strumento con "vedute ottiche" stampate su carta, colorate a mano e retroilluminate da una candela. Nell’affresco del Tiepolo c’è il “mondo nuovo” inscatolato, quello che mette sotto vetro l’esotico; ma c’è soprattutto il “mondo nuovo” da scoprire, quello che si immagina oltre la linea di un orizzonte che il pittore veneziano accende di blu.
Così Oriente Occidente, nel marcare un’ulteriore linea d’orizzonte, invita a guardare oltre ogni illusione ottica riportando l’attenzione verso esperienze vere, reali, di vita: i mondi nuovi che oggi esprimono crescita e sviluppo, mobilità sociale, rafforzamento del sistema culturale.

Ospiti di questa edizione sono coreografi fortemente ispirati da contaminazioni e innesti con vari orizzonti culturali. Come nel caso della giapponese Carlotta Ikeda: l’artista “sciamana” e la sua compagnia Ariadone, che hanno sede in Francia, si fanno prospettiva femminile della danza Butoh, la cui forza drammatica in questa coreografia sfuma in ironia da cabaret Protagonista quest’anno la regione latino-americana con i coreografi Jomar Mesquita (Brasile), Marcia Milhazes (Brasile) e Isabel Bustos (Cuba) che incarnano la più verace anima dell’America latina declinandola attraverso gli insegnamenti delle migliori scuole europee. Spazio alle nuove generazioni con i talentuosi Sharon Fridman (Israele) e Kuik Swee Boon (Singapore) che esprimono gli indirizzi sperimentali più innovativi nell’arte coreutica contemporanea. Tra le Compagnie ospiti anche una proveniente dal Kenia: Fernando Anuang’A, danzatore e coreografo autodidatta, con i Vocalist Maasaï, è l’esempio di come la tradizione più remota e radicata possa trasformarsi e incarnare la contemporaneità Fino alla proposta del grande maestro Emio Greco che con Pieter C. Scholten (Italia / Olanda) per la prima volta porta in Italia lo spettacolo costruito sulle musiche di Bach. Infine una performance di Aurelia Baumgartner (Germania) e Silvio Cattani (Italia), danza e video-arte, sul diritto di firma nell’arte contemporanea.

Molte prime nazionali, tutti spettacoli di grande coinvolgimento. Completeranno il programma il vincitore della passata edizione del concorso coreografico Danz’è, la compagnia Petranura Danza Megakles Ballet (Italia) e il Site Specific Young Project, laboratorio formativo creato da Mauro Astolfi (Italia), sotto la cui regia undici giovani danzatori trentini potranno prender parte al prestigioso cartellone di Oriente Occidente nella cornice del MUSE (MUseo delle ScienzE), l’architettura che Renzo Piano firma per Trento.

Oriente Occidente è, infatti, il luogo che contiene il qui e l’altrove.

Il Presidente
Paolo Baldessari

I Direttori Artistici
Lanfranco Cis e Paolo Manfrini

 


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