Teatro

Pirandello libero

Pirandello libero

Il 31 Dicembre prossimo scadranno i diritti d’autore di Luigi Pirandello poiché decorrono i 70 anni dalla data della morte. Il diritto d’autore è una materia spinosa di fronte al quale ogni Stato si comporta in modo diverso. L’Italia, che è un paese iper-garantista, fino ad oggi ha protetto le opere e gli autori attraverso la Società Italiana Autori ed Editori in modo eccessivo, cioè con una pesante tassazione per i soggetti utilizzatori e soprattutto con una procedura burocratica che ricorda i tempi bui del Medioevo. Pieno zeppo di cavilli e fortemente oneroso, questo sistema è andato indubbiamente a danno della libera circolazione della cultura in Italia e ha fatto sì che autori del ‘700 di pubblico dominio siano oggi maggiormente presenti nei cartelloni teatrali rispetto ad autori contemporanei. Le opere di Pirandello, sia quelle letterarie, registrate presso la sezione Olaf della S.I.A.E., sia quelle teatrali, registrate presso la sezione Door, pagano i diritti ogni volta che vengono utilizzate. Questo vuol dire che ad ogni lettura pubblica (intera o parziale), ad ogni rappresentazione scenica, o a ogni pubblicazione, per settant’anni dalla data della morte dell’autore (e qualche giorno in più visto che i diritti scadono alla fine dell’ultimo anno solare e quindi al 31 dicembre e non allo scadere dei 70 anni precisi dal giorno della morte) l’organizzatore dell’evento deve corrispondere una pesante tassa, che tramite gli uffici SIAE viene ridistribuita agli autori . E’ comprensibile che i proventi economici derivanti dallo sfruttamento di un opera di ingegno vadano a frutto e ricadano sui figli di chi l’ha prodotta ma coprire 70 anni dalla data di morte significa produrre reddito per figli, nipoti, pronipoti e posteri futuri: se si calcola che ogni generazione è valutata in 25 anni si comprende che coprire fino a tre generazioni dopo la morte dell’autore è davvero ridicolo ed eccessivo. Il tutto naturalmente a favore delle grandi case editrici monopoliste o a vantaggio di eredi ormai lontani che nessun merito hanno avuto nella produzione dell’opera in oggetto e che neanche hanno conosciuto l’autore. Questo sistema penalizza naturalmente la libera circolazione della cultura e comporta esborsi economici notevoli per chi lavora con la cultura e nella cultura in Italia. Forse non tutti sanno che anche per gli spettacoli teatrali gratuiti, dove il pubblico non paga il biglietto, è previsto un pagamento dei diritti d’autore gravoso. Il sistema borbonico e burocratico di espletamento delle pratiche per il pagamento dei diritti di utilizzo delle opere rallenta il lavoro degli operatori culturali e ne grava pesantemente i proventi economici. Ma frutta molto denaro ai soliti noti della grande editoria e soprattutto mantiene in piedi l’apparato S.I.A.E., elefantiaco, lento, inefficiente, antiquato ed esoso. Garantire 70 anni di protezione dalla data della morte è una mancanza di equità e di buon senso contro lo sviluppo del paese. Pirandello finalmente è libero.