Teatro

Teatralità Mediterranee

Teatralità Mediterranee

JOSE’ MONLEON “TEATRALITA’ MEDITERRANEE” Edizioni Jaca Book Milano 2005 Pagg 140 Euro 12,00 Il saggio appartiene ai libri EDM Enciclopedia del Mediterraneo, progetto finanziato dalla Commissione Europea che raggruppa editori e istituzioni in un comune progetto di ricerca sulle culture, le risorse e le diversità che contraddistinguono l’area del “mare nostrum”. L’Enciclopedia del Mediterraneo è un progetto ambizioso e straordinario diffuso e tradotto in cinque lingue (inglese, arabo, spagnolo, francese e italiano) che tratta i temi della politica, dell’economia, della cultura e dell’arte con sensibilità e competenza. L’affascinante tema del teatro nel mondo Mediterraneo viene affrontato in modo originale, innovativo e colto da José Monleon, scrittore spagnolo direttore della rivista “Primer Acto” e di alcuni importanti Festival teatrali. Il saggio non è un’analisi dei vari teatri nazionali ma uno sguardo ad ampio raggio sul concetto stesso di teatro, sulla sua origine e sulla sua identità. La sua analisi sul teatro nel Mediterraneo parte dalla considerazione dello spazio scenico legato al paesaggio naturale fin dalle origini del teatro greco. Il teatro del Mediterraneo in ogni sua forma e nel suo intero sviluppo storico non prescinde dalla geografia del pendio coltivato ad ulivi, dal ritrovo nella piazza della polis, dallo spazio del villaggio, dall’armonia della collina affacciata sul mare, dal borgo cinto dalle mura. Il “teatro” come comunemente lo intendiamo oggi è un’espressione artistica tipica dell’occidente che ha avuto origine dal teatro greco, dalla tragedia e dalla commedia e che è stato codificato per la prima volta ne “La poetica” di Aristotele. Ma, si chiede l’autore, esistono altre forme di teatro sulle rive di questo mare? Assistiamo ad altre rappresentazioni, possiamo riferire altri criteri, siamo testimoni di altri percorsi? Se mettiamo da parte un certo concetto strutturato di “teatro” ,che risponde a precise regole formalizzate storicamente, e consideriamo invece “la teatralità” come forma di comunicazione e come possibilità di rappresentazione all’interno di una comunità possiamo effettuare interessanti scoperte. Non si tratta di affrontare il problema distinguendo tra teatro di serie “A” e teatro di serie “B”, ma si tratta proprio di superare il concetto uniforme individuato dal termine “teatro” per ricercare il sentimento della “teatralità” che alcune civiltà hanno conservato in una forma arcaica o che hanno rielaborato in un percorso autonomo. Ecco allora che nella “teatralità” possiamo comprendere molte forme di teatro di strada o di esibizione diffusa nei paesi mediterranei dell’Africa, così come possiamo comprendere le varie forme di “narrazione pubblica evocativa” che un “aedo” (chiamato al-hakawati in Egitto, al-jawal in Algeria, al-maddah in Marocco ecc.), recita di fronte ad una cerchia di uditori. Naturalmente le contaminazioni tra i paesi e le culture del Mediterraneo sono sempre state all’ordine del giorno grazie anche allo scambio continuo via mare di uomini, merci, racconti e canzoni, così che la differenziazione in generi e provenienze all’interno delle più diverse espressioni teatrali non è sempre possibile. Quello che però interessa maggiormente, soprattutto in questo nostro tempo storico, è una posizione che affermi una qualche possibilità di dialogo tra le culture: se il teatro occidentale può essere visto come caratterizzante, identificativo e separatore, la “teatralità” mediterranea può invece rappresentare un tratto comune e condiviso tra popolazioni diverse, tra islam e cristianesimo, tra paesi sviluppati e paesi arretrati, tra villaggi e città. Uno studio di ampio respiro sulle espressioni teatrali nelle civiltà del Mediterraneo che privilegia le possibilità di dialogo e di confronto rispetto alle asperità di rottura e di contrasto senza farne una cifra politica e senza proporlo come manifesto di pacifismo forzato. Monleon esalta il ruolo del teatro greco nella civiltà occidentale e nello stesso tempo non nasconde le altre tradizioni che lo attraversano e se ne separano, dando origine ad altri linguaggi teatrali affacciati sullo stesso mare. “Teatralità mediterranee” si rivela un testo capace di andare oltre le barriere nazionali, un testo culturale che rispetta il ruolo storico ed intellettuale dell’occidente senza sovrapporsi a posizioni politiche o ideologiche (se si perdona un velo di antiamericanismo esibito dall’autore). Il saggio è ricco di riflessioni preziose ed interessanti sul teatro occidentale, sulla sua assimilazione in altri contesti, sul teatro antico e sulla sua attualità, sulla sensibilità del pubblico, sul ruolo politico del teatro e su altri temi ancora in bilico tra teatro e modernità. Lo stile dell’autore è chiaro e scorrevole, grazie anche ad una bella traduzione dall’originale spagnolo ad opera di Laura Majocchi. Un testo sul teatro prezioso ed importante lontano dall’arido accademismo e che ha il grande merito di inserire il tema del teatro nel dibattito internazionale del dialogo tra le culture.