Lirica
LA RONDINE

UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA …

UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA
…
UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA Un ripiego è sembrato a molti questa Rondine di Puccini, allestita in fretta e furia per sostituire l’atteso - e a molti sconosciuto - Sogno di una notte di mezza estate di Britten. I tagli del Governo agli enti lirici hanno costretto il sovrintendente Tutino a rivedere, a stagione già iniziata, i titoli in cartellone, eliminandone due (tra i più attesi) e sostituendoli con opere prodotte dagli allievi della Scuola Italiana d’Opera, senza che i prezzi dei biglietti fossero ritoccati al ribasso, come sarebbe apparso logico, cosa che ha irritato non poco gli abbonati. Nemmeno il tentativo di far apparire questa Rondine come una sperimentazione e nemmeno inserendo due nomi di forte richiamo come José Cura (qui però nelle vesti direttore d’orchestra) e la sempre brava Svetla Vassileva (presente solo a tre recite su nove) ha fatto riempire il Comunale. Ma l'operazione ha una sua ragione di essere, in quanto La Rondine ha visto il suo debutto italiano proprio al Comunale di Bologna nel 1917 con i mitici Aureliano Pertile e Toti Del Monte. L’allestimento non spicca per originalità, novità e bellezza. Spostare l’ambientazione negli anni intorno alla seconda guerra mondiale ha forse consentito di risparmiare su scene e costumi (il coro è in scena in abito da concerto), ma ha dato l’idea del già visto e del superficiale. “Tutor” alla regia di questa Rondine, il cui progetto era degli allievi della Scuola dell’Opera, è Walter Le Moli, a cui si deve la brutta Lucia di Lammermoor andata in scena lo scorso anno. Nonostante quest’opera minore di Puccini appaia ai più di facile esecuzione, al suo interno cela parti che richiedono interpreti esperti nell'arte della declamazione musicale non meno che in quella della recitazione. Indubbiamente, però, il cast da noi ascoltato ci è sembrato all’altezza della situazione. Svetla Vassileva, ha una bella voce che però tende a “caricare” oltre misura, fino all’eccesso; la sua Magda è al tempo stesso matura e delicata, ma meno ricercata quanto all’espressività scenica, cosa a cui non siamo abituati dalla Vassileva, che dà spesso prova di grande capacità interpretativa (qui è parsa più la dimessa Mimì che non la mondana Magda). Tutti giovanissimi gli altri cantanti e alle prime esperienze teatrali con notevoli doti canore, da sviluppare e da salvaguardare. Atalla Ayan ha ricoperto il ruolo di Ruggero e ha dimostrato una bella voce potente che, nonostante i dubbi iniziali, ha sviluppato correttamente in crescendo. Il Prunier di Gabriele Mangione ha dato vita ad un personaggio brioso scenicamente, ma con voce piccola e nasale. Discreta la Lisetta di Francesca Pacileo, con begli acuti. Il Rambaldo di Davide Bertolucci è sembrato di scarsa autorevolezza, tanto che il suo personaggio alla fine passa inosservato. Con loro i molti comprimari, tutti di belle speranze: Mattia Campetti, Swan Piva, William Corrò, Anna Kraynikova, Anna Malavasi, Silvia Beltrami e Giuseppina Bridelli. Josè Cura alla guida dell'Orchestra del Comunale, ha dato una lettura vivace, anche se più volte la veemenza del suono ha coperto le voci. Bravo il coro del Teatro diretto dal maestro Paolo Vero. Diversi posti vuoti a teatro e diatribe che non svaniranno presto: il poco pubblico è apparso fiacco, annoiato e molto polemico. Si spera che la sostituzione sia servita ai conti del teatro, anche se, come si sa, una Rondine non fa primavera. Visto a Bologna, teatro Comunale, il 19 febbraio 2009
Visto il
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)