Ascanio Celestini con “pro patria senza prigioni, senza processi” celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e lo fa a modo suo: ironia e acido sarcasmo fanno da sponda alla sua vena di poetica fiabesca. Punto di partenza per guardare indietro fino alla Repubblica Romana del 1849 è un carcere dei nostri giorni, dove i libri sono pochi e spesso molto vecchi: un ergastolano, che di tempo per leggere ne ha parecchio, si trova a farsi la sua formazione politica su polverose edizioni di “Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-'49” di Carlo Pisacane, sulle lettere di Ciro Menotti o dei fratelli Bandiera, oppure su “Memorie politiche” di Felice Orsini. Se da una parte è significativa la scelta di quella Repubblica Romana soffocata nel sangue, alla quale partecipò il fior fiore della gioventù liberale e rivoluzionaria italiana, per Celestini è il modo anche per parlare del passato più recente e poi perfino dell’attualità.
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Regia:
Ascanio Celestini
Autore:
Ascanio Celestini