Teatro

Federica Di Martino: "Io, Dacia Maraini e la violenza di genere"

Federica Di Martino
Federica Di Martino © Antonio De Matteo

Attrice e ideatrice della rassegna Amori Rubati in cooperazione con Dacia Maraini, Federica Di Martino ci parla del progetto contro la violenza di genere

Amori Rubati è un progetto culturale composito costituito da cinque brevi monologhi per voce sola sul tema della violenza sulle donne. L’obiettivo è dare voce a una preghiera: a nessuno deve essere più rubato l’amore. Una rassegna di teatro, di performance, di incontri, di informazione. Ma soprattutto di condivisione. Attualmente sono in scena 3 rappresentazioni: MARINA (con Lorenza Sorino) al Teatro Di Documenti, ANGELA (con Federica Restani) e ANNA (con Viola Graziosi) al teatro India.

Nato nel 2021 per volontà dell’attrice Federica Di Martino, il progetto è giunto alla IV edizione e reca con sé una cooperazione importante, quella con la scrittrice Dacia Maraini. Amori Rubati nel tempo da rassegna è diventato anche spettacolo, raccoglie sempre più adesioni da enti di settore e istituzioni e sostiene con donazioni le Associazioni che si occupano delle vittime dei femminicidi. I numeri di donne a cui viene tolta la libertà e troppo spesso la vita sono ancora troppo impressionanti e Federica, con il suo impegno, spera di dare un contributo sociale attraverso il suo lavoro e quello delle persone che collaborano con lei. Il progetto, le finalità e i risultati fino a ora raggiunti li racconta in questa intervista.


Qual è stato l'input per la creazione di "Amori Rubati" e come è evoluto il progetto nel tempo?
Amori Rubati nasce 4 anni fa ma il primo tassello significativo è stato messo nel 2013 insieme a Dacia Maraini con l’ideazione e l’allestimento dello spettacolo Cronaca di un amore rubato, che interpreto e che è tratto dal racconto Cronaca diuna violenza di gruppo, contenuto nel libro l’Amore rubato di Dacia Maraini.
La violenza di genere è un tema carissimo a me e Dacia, quindi si è concretizzato il pensiero di organizzare qualcosa di significativo, e così è nata la rassegna. Ogni anno viene devoluto parte del ricavato a Associazioni legate a questo tema, com'è stato per l'Associazione Edela, che si occupa su tutto il territorio nazionale di orfani del femminicidio. Da un racconto si è arrivati a produrne 4, sempre tratti dal libro di Dacia e nasce così lo spettacolo Amore Rubati, un contenitore di brani in prosa per attrice sola della durata di trentacinque minuti l'uno. I brani possono andare in scena singolarmente o meno, i costumi e l'ambientazione sono gli stessi ma cambiano alcuni elementi scenici per ogni racconto. Oltre Cronaca di un amore rubato ci sono: MARINA tratto dal racconto “Marina è caduta per le scale” diretto e interpretato da Lorenza Sorino, ANGELA tratto dal racconto “La notte della gelosia” diretto e interpretato da Federica Restani, ANNA tratto dal racconto “Anna e il Moro” diretto e interpretato da Viola Graziosi.

Gli spettacoli vengono anticipati da conversazioni con ospiti illustri come la magistrata Paola Di Nicola Travaglini, l’avv. Manuela Palombi, il procuratore Francesco Menditto, l’avv. Lucia Annibali, il prof. Emanuele Corn, il sociologo Leandro Malgesini, l’autrice Valentina Belvisi, l’autrice Maria Grazia Calandrone, l’onorevole Laura Boldrini.

In che modo il teatro e le performance contribuiscono a diffondere il messaggio centrale del progetto?
La cosa che sorprende è la reazione dei giovani. Ma non solo, anche chi aderisce all’iniziativa e non te lo aspettavi, come Giuseppe Di Pasquale che ha voluto il mio monologo alle Ville Vesuviane. In sintesi si dirige l'interesse verso la riflessione, si fa luce su alcuni aspetti giudiziari. Ad esempio mi chiedono l’esito dei processi, lo stupro di cui parlo nel monologo ad esempio ha la prescrizione del reato. Si riporta alla memoria quello che accadde e si fanno delle considerazioni. Credo di dare un contributo sociale per fare qualcosa, o almeno lo spero. In futuro mi piacerebbe lavorare a tutti e otto i racconti del libro. Inoltre condividere questo percorso con altre attrici amplifica la solidarietà artistica e femminile. Ci si sente meno soli.

Quanto è importante per la rassegna la collaborazione con artisti e professionisti di settori diversi?
La collaborazione è fondamentale e mi sento di ringraziare tutti quelli che mi hanno detto sì come sostegno al progetto. Da Lucia Annibali a Carla Ceravolo e Il Teatro Di Documenti, che ci hanno sostenuto anche in passato e siamo riusciti a lavorare bene.

Il ricavato quest’anno viene devoluto all’Associazione Forti Guerriere. Perché proprio loro?
Abbiamo devoluto con criteri di scelta differenti, ad esempio in passato abbiamo optato per le Associazioni diciamo più ‘povere’. Quest'anno abbiamo pensato all'Associazione Forti Guerriere conosciuta tramite Manuela Palombi: si occupa delle vittime sia di violenza domestica sia di camorra. Parliamo ovviamente ancora di piccoli gesti e non somme importanti, ma la speranza è quella di convergere sempre più l'attenzione su queste realtà.


Quale impatto ha avuto l'incontro con le protagoniste di questa lotta durante le edizioni passate di "Amori Rubati"?
Gli incontri sono toccanti e edificanti al tempo stesso, dai racconti delle vittime agli incontri con persone competenti del settore come ad esempio la Paola Travaglini che ha scritto il Nuovo Codice Rosso. Si impara molto sulla materia, poi ci sono le storie umane che ti colpiscono come quella di Lucia Annibali; ti lasciano con maggior consapevolezza e anche amarezza. Penso anche alla storia di Valentina Belvisi, orfana di femminicidio, ascoltando ti rendi conto di tante mancanze, anche dell'abbandono da parte dello Stato.

Come cambierà la quarta edizione dopo la partnership con il Teatro di Roma?
Spero che ci sia un po' più di visibilità, moltiplicando le voci alle quali si uniscono poi anche altri. Quest'anno abbiamo il Teatro di Roma, ma hanno aderito anche Villa Adriana e Villa D'Este.

Quali sono le sfide principali che hai affrontato nella realizzazione e come le hai superate?
In realtà è avvenuto tutto in modo molto naturale, più che di sfide parlerei di crescita anche grazie al supporto delle attrici. Una sfida, come ho accennato prima, sarebbe quella di portare in scena tutti e gli otto racconti del libro, ma ancora non riesco a lavorare sui racconti rimanenti che hanno come tema la pedofilia e l’aborto.

Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Nell'immediato sarò in tournée con Re Lear e con Gabriele Lavia stiamo lavorando al testo di Eugene O’Neill Lungo viaggio verso la notte. Come progetti paralleli vorrei portare in scena un’Odissea tutta al femminile, tratta dal libro Di Mariloù Oliva con la regia di Cinzia Maccagnano. Il libro ha venduto oltre cinquantamila copie e mi piacerebbe realizzare proprio un progetto triennale che oltre all'Odissea includa anche l’Iliade delle donne.