Il femminile, il teatro, il riconoscimento pubblico. Abbiamo incontrato viola Graziosi, attrice tra le più apprezzate del panorama italiano. Anche su TikTok.
Attrice tra le più apprezzate del panorama italiano, Viola Graziosi alterna teatro classico a una ricerca contemporanea di nuovi linguaggi, spinta da una passione sconfinata per la trasmissione e la ricerca di Risonanza attraverso le scritture dei Poeti.
Dal 2023 sperimenta un progetto innovativo legato ai social media, i più grandi palcoscenici di oggi, e porta il Teatro su TikTok attraverso mini show di 1 minuto dove interpreta le eroine della drammaturgia: Nina del Gabbiano, Medea, Giulietta, Isabella, Didone, ma anche Simonetta Cattaneo della Volta e Sibilla Aleramo, con un seguito di followers in costante aumento. A marzo 2024 viene insignita dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
In tournée in tutta Italia con il testo Il racconto dell’Ancella, una riduzione a cura di Loredana Lipperini dal romanzo omonimo di Margaret Atwood, Viola Graziosi spiega le scelte operate per questo progetto.
Perché la scelta di lavorare sul romanzo di Margaret Atwood?
E’ questo romanzo che mi ha scelta! E’ iniziato tutto con la richiesta di Laura Palmieri per Radio3 in occasione della festa dell'8 marzo, le ricordavo la protagonista della serie e ha voluto che lo leggessi. Riccardo Amorese ha lavorato alle musiche, capendo la bellezza di questo testo mi sono detta “Quando uscirò di qui, se mai sarò in grado di raccontarlo, in qualunque forma, anche nella forma di una voce che racconta…”.
Graziano Piazza mi ha accompagnata in questa totale immersione per far sì che il testo fosse incarnato. È un testo doloroso e la Atwood tira fuori il nero attraverso colei, l’ancella, che rappresenta la nostra indolenza e istinto sopravvivenza. L’ancella mette in evidenza il fatto che noi siamo compartecipi del nostro destino? No, perché lei sopravvive!
Un romanzo che tocca corde attualissime
Decisamente. Nel romanzo si parla di in un mondo non più fertile, da preservare sono le donne che possono fare figli. Una tematica legata all'attualità con la vendita del corpo gli utero in affitto.
Il mondo distopico che la Atwood racconta non è proprio un'invenzione se pensiamo a ciò che accade oggi, è una storia che nel presente ci parla, lascia una testimonianza e anche una speranza.
Ma chi è l’ancella?
L’ancella è una donna fertile schiavizzata allo scopo di procreare. Fa parte del popolo, è stata prelevata e addestrata al corpo delle ancelle. È vestita di rosso e vive in un mondo dove non c'è lo specchio, non esiste il tempo, non ci sono oggetti di desiderio ne stimoli mentali. Non si legge, non esistono scritte ma solo disegni affinché nulla turbi il pensiero.
In sostanza è una vittima?
No, anche lei è colpevole come gli uomini e le donne, ciascuno ha la responsabilità della propria vita e quindi anche lei perché per sopravvivere accetta l'inaccettabile, si autoconvince. Rimangono però dei brandelli di memoria, lei registra questi brandelli su una musicassetta per lasciare una testimonianza. Nel 2040 le cassette registrate sono esempi o tentativi di esempi per ricordare una società che prima c’era e ora non c’è più, la testimonianza di una società in cui c’era la libertà, contavano le opinioni e i sentimenti. Mostra un essere umano che tenta di disumanizzare l’altro. L’unica speranza è quella di tornare alle nostre radici, ricordare la nostra storia per recuperare i valori autentici.
Uno scenario simile al post pandemico
Si. L’unica speranza è quella di tornare alle nostre radici, ricordare la nostra storia per recuperare i valori autentici.
Cosa è cambiato invece in te dalla pandemia?
Mi sono concentrata su due cose in particolare: la prima, andare in scena pensando al pubblico in termini di ‘sono qui per te’, abbattendo la quarta parete e instaurando un dialogo diretto. La seconda è stato portare il teatro su Tik Tok con l’aiuto di social media manager spagnoli: senza tradire me stessa ne il personaggio, vengono postate pillole di teatro in un minuto, i risultati sono sorprendenti!
Per la messa in scena a cosa hai pensato?
E’ una messa in scena semplice, l’abbiamo pensata con Graziano: uno sgabello, un cuscino, tagli di luce per separare gli ambienti. Raccontiamo un mondo, la sua bellezza in una sorta di comunione liturgica, le persone risuonano, entrano nel racconto, lo vedono. E’ un percorso nel femminile, lo scandalo del corpo nella condizione della donna. Il testo tocca tanti temi, profondi e intimi sempre con il fine di lasciare una speranza a chi assiste.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Lo spettacolo sarà quest’estate a l’Aquila per I Cantieri dell’Immaginario, parte della Trilogia del femminile, un’indagine che porto avanti con Graziano Piazza attraverso figure che vanno dal mito ad oggi : Aiace – Ofelia – L’Ancella. Il prossimo anno continuerà il tour da Prato a Vicenza, da Novara a Siracusa, e poi in Puglia e spero ancora a Roma, Napoli. E’ previsto il debutto di un nuovo spettacolo sempre in estate a Borgio Verezzi.
Prima di lasciarti, complimenti per l’Onorificenza di Cavaliere al Merito!
Grazie, è stato un riconoscimento molto importante da parte dello Stato. Non riguarda solo i frutti di un lavoro, è uno stimolo per lavorare sul senso di responsabilità per il nostro settore che vede in questo atto una presa di coscienza e considerazione.