Lei, proprio lei, Carla Fracci tanto amata dagli italiani, poi dal pubblico internazionale e soprattutto dalla sua città, Milano alla quale ha voglia di dare ancora perché i suoi 78 anni sono solo un dettaglio, sarà al Teatro Manzoni di Milano lunedì 19 gennaio per incontrare il pubblico e raccontare di se stessa , dei suoi progetti e del suo libro uscito da poco "Passo dopo passo".
Una donna di cultura, non solo una danzatrice. Aperta a tutte le esperienze, sensibile ai cambiamenti della società, intelligente, è stata da sempre un’anticonformista. Una delle prime a respingere i soliti clichè della ballerina classica solo tulle e coroncina di fiori in testa. Già negli anni Settanta non disdegnava di fare danza moderna in televisione accanto a show girl come Raffaella Carrà e le gemelle Kessler, oppure a fianco di cantanti come Mina. La grande etoile sarà la protagonista alle ore 21 del terzo dei cinque appuntamenti di “Manzoni cultura”, una iniziativa che l’omonimo teatro milanese dedica ai grandi personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.
Signora Fracci è contenta di partecipare a questa iniziativa e della nomina ricevuta proprio in questi giorni di “Ambasciatrice di Expo 2015”?
Certamente è una bellissima iniziativa e sono grata al direttore del Manzoni per avermi invitato. Sarebbe dovuto venire anche Franco Zeffirelli che avrei visto tanto volentieri, ma mi ha detto che non se la sentiva. Per quanto riguarda la nomina di ambasciatrice in realtà non è ancora proprio ufficiale, ho proprio un incontro in questi giorni per capire esattamente di che cosa si tratta.
Lei è stata una etoile della Scala, ha portato la danza italiana in tutto il mondo, poi ha diretto la Compagnia dell’Opera di Roma per più di dieci anni, è stata anche assessore alla cultura del Comune di Firenze. Cosa si può fare ancora in questo momento di crisi, per risollevare le sorti della danza italiana?
Tutti sanno ormai come la penso, non parlo tanto per me perché io sono stata fortunata, ho lavorato con tutti i più grandi coreografi e ho danzato con i più grandi ballerini di tutto il mondo. La vita mi ha dato tanto. Milano è la città del mio cuore e ho ballato non solo alla Scala ma in tutti i teatri di questa città e del mondo. Ma penso ai giovani danzatori che hanno bisogno di lavorare e che ormai sono costretti ad andare all’estero. Bisogna sostenere la danza anche in un momento di crisi come questo, dobbiamo cercare di essere positivi e propositivi.
Cosa propone per risollevare le sorti della danza italiana e aiutare i giovani a rimanere qui?
È un dato di fatto che molti enti lirici importanti sono stati smantellati, i corpi di ballo ridotti, i contratti dimezzati. La danza ha bisogno di un aiuto vero, più sostegni economici, sponsor, creazioni di fondazioni come succede all’estero. È necessario dare più possibilità di lavoro alle giovani generazioni.
Le piacerebbe fondare una nuova compagnia diretta da lei qui a Milano? Cosa pensa della Corpo di Ballo del Teatro alla Scala?
La compagnia della Scala è formata da ballerini eccezionali, ma una città come Milano potrebbe avere ancora un’altra compagnia stabile e anche di più, come succede all’estero. Non nascondo il desiderio di voler fondare una compagnia mia qui a Milano, la mia città che ho nel cuore con ballerini, e ce ne sono tanti bravi e senza occupazione, ai quali poter ancora tramandare tutta la mia esperienza. Oltre ad essere una danzatrice sono una maestra, il nostro compito è quello di trasmettere ai giovani la fortuna che abbiamo avuto noi in passato, di aver lavorato con i più grandi coreografi. Bisogna difendere il lavoro e incentivarlo, insegnando al meglio lo stile e la tradizione. La danza italiana ha bisogno in questo momento in particolare di un aiuto vero.
Le piacerebbe riavvicinare il grande pubblico alla danza classica, portandola negli stadi, nei teatri tenda? Il sovrintendente Pereira ha affermato di recente che alla Scala vuole far venire anche tutti quei milanesi che non ci hanno mai messo piede, magari perché non hanno le possibilità economiche, e sta abbassando i prezzi. È d'accordo?
Ma certamente, ricordo che anni fa si facevano gli spettacoli per esempio per gli alpini, io ho portato la danza nei tendoni, per avvicinare il grande pubblico. Sì, Pereria è arrivato da poco e ha delle bellissime idee.
Si sente sempre la figlia di un tramviere?
Come no, io non sapevo nulla della danza, venivamo dalla campagna poi un’amica di famiglia che aveva il padre orchestrale alla Scala, vedendomi muovere mi disse che mi poteva iscrivere alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala che ai miei tempi era gratuita. Certo la mia famiglia non se lo sarebbe mai potuto permettere di pagarmi dei corsi di danza. E così è cominciata la mia carriera. Senza togliere nulla a nessuno, non ho mai avuto aiuti, posso dire di essermi fatta da sola grazie alla mia grande volontà di capire e di essere curiosa.
PER INFORMAZIONI Teatro Manzoni Via Manzoni, 42 - Milano tel. 02 7636901 [email protected]