Un bello spettacolo per soli pochi giorni è ospitato al Teatro Oscar di Milano, Canto Popolare, parole e suoni per Pier Paolo Pasolini. Qui non bisogna farsi sfuggire, fino al 15 marzo, Maddalena Crippa, sensibile voce recitante e abile artista, eccellente attrice e ottima cantante, come dimostra la sua brillante carriera. Non va a caccia di celebrità ma preferisce vivere secondo i propri ideali e ci riesce, scegliendo con cura ogni suo spettacolo. In questo, visita il pensiero di Pasolini, uno fra gli intellettuali italiani più significativi del Novecento, dotato di intensa capacità poetica sia con le parole sia con le immagini, come dimostrano i suo numerosi scritti e i film, sempre importanti e ancora densi di vis polemica.
Sul palco la Crippa è affiancata dal musicista Paolo Schianchi, giovane chitarrista che ha creato e brevettato uno strumento attualmente unico al mondo, l’Octopus®. E’ un sistema eletrtroacustico che permette di suonare contemporaneamente più chitarre basandosi sui principi dell’eco e delle risonanze. Tutte sue le composizioni offerte al pubblico in prima mondiale. Il progetto teatrale e musicale ispirato all’opera di Pier Paolo Pasolini è prodotto da Tieffe Teatro Stabile d’Innovazione. Parlare con Maddalena Crippa è come ascoltare pensieri in movimento, colmi di una luce interiore che sorprende per l’intrinseca, raffinata bellezza.
Tu canti, in questo ‘Canto popolare’?
No, questa volta no. Il titolo viene da una poesia che si intitola così, ma non canto.
Io ti ho sentito e hai una gran bella voce…
Grazie. La mia voce c’è ma in un’altra maniera: la uso per cantare la poesia e farla risuonara.Questa è la pura parola di Pasolini e io le intendo come poetiche, sono poesie. E poi ci sono brani tratti dagli scritti pasoliniani e anche intermezzi musicali realizzati da Paolo Schianchi, che adopera questo sistema, Octopus®, che gli consente di suonare due chitarre contemporaneamente, con le mani e con i piedi, in contrasto con la parola di Pasolini. Ma non c’è interazione con la parola: ci sono parole e c’è della musica. E’ uno spettacolo di ascolto, una provocazione, visto che oggi sembra di non poter far nulla senza video, rumori eccessivi, multimedialità o altre frenesie. Invece questo dimostra che è possibile arricchirsi di una parola intensa, forte e necessaria come quella di Pasolini.
Perché proprio adesso hai scelto Pasolini?
Sono capitate le coincidenze giuste. Io Pasolini non lo conoscevo così profondamente: come tutti, avevo visto i suoi film o letto qualcosa. invece l’Auditorium di Roma mi ha chiesto di fare un recital di sue poesie e così ho affrontato un periodo di ricerche. Ho scoperto questo immenso repertorio, ho dovuto fare delle scelta, lasciare da parte tantissimo e sono diventata militante della sua parola. Penso che sia importante risentirla ancora oggi, in un momento così fallimentare per la cultura.
Cos’hai capito di Pasolini?
Lui aveva questa sua straordinaria onestà di leggere la verità, con un calore religioso, sacro, libero e molto acuto, originale e ci serve a tutti, ce n’è bisogno, in questo mondo di persone che vivono come un gregge, di asserviti completamente, sdraiati a tappetino. C’è bisogno di prendere in mano la propria vita e difendere, battersi per le cose che hanno valore.
Perbacco, sei infuocata! E tu che fai?
E io nel mio piccolo faccio Pasolini! Abbiamo lavorato in quattro o cinque piazze prima di arrivare a Milano, come Emilia e Toscana, poi saremo in Puglia, quindi a Genova, a Bellinzona. In tanti posti.
In seguito?
Poi ho due progetti, Le Invisibili, testo tratto da un libro che racconta storie vere di donne deturpate dall’acido, tragedie accadute in Pakistan e sceneggiato da Emanuela Giordano e da Lidia Ravera. Anche questo è uno spettacolo di denuncia civile.
L’altro progetto?
Poi sto preparando I demòni, (con l’accento sulla o), di Dostoevskij e sarà uno spettacolo di 12 ore. Ci sarà la possibilità di fare un viaggio nel romanzo originale, che rispecchia moltissimo la società dei nostri giorni, dove ogni personaggio prende in giro se stesso. Qui lavorerò con la regia di mio marito, Pecker Stein e siamo in 40 per uno spettacolo con tantissimi attori, tutti giovani a parte me ed Elia Shilton. Avremo Fausto Russo Alevi, Alessandro Averone, Ivan Aloisio, Pia Lanciotti e tanti altri.
Fantastico… ma, hai detto 12 ore?
Saranno previste pause per pranzo, cena e altre, allo scorrere dello spettacolo. E’ fantastico! Si vive una giornata con gli attori e non è per niente pesante: non c’entra il tempo ma quello che accade, le cose che si dicono. Inoltre è una maniera molto affascinante di stare con gli altri: ci si conosce, si mangia, si sta in compagnia. Inoltre sarà organizzato insieme pure il cibo, si parla, poi ci sarà la possibilità, il sabato e la domenica, di dividere lo spettacolo in tre parti.
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