Inutile dirlo, la danza è da sempre stata la sua passione. Il sole e il mare di Salerno, sua città natale, le hanno dato una carica e una energia che l’hanno accompagnata sempre, fino ad arrivare alle nebbie milanesi, che non sembrano però avere intaccato la sua voglia di comunicare energia positiva a tutti quelli che cominciano a ballare con lei.
Per Marilina Caruso "Danzare è – come afferma lei stessa - parlare in silenzio. E' dire molte cose, senza dire una parola".
Infatti Marilina di cose da dire ne ha ancora tante, visto e considerato che il prossimo 17 giugno festeggerà al Teatro Smeraldo di Milano i trent’anni della sua carriera grazie alla quale è venuta in contatto con centinaia di giovani allieve e allievi di tutte le età che sono passati dalla sua scuola, l’Accademia Danza Primavera che ha fondato nel 1986 a Cinisello Balsamo insieme alla madre Wanda Demurtas, anche lei ex danzatrice e insegnante di danza.
Altro appuntamento importante che la attende prima del 17 giugno, è quello del prossimo 14 e 15 aprile al Teatro della Luna di Assago, dove per il secondo anno consecutivo si terrà “Danceonstage 2012”, un concorso internazionale di danza che si svolge ormai da dodici anni a Milano e al quale si iscrivono decine e decine di scuole e gruppi provenienti da tutta Italia. (info su www.danzaprimavera.net).
Una vera fucina di talenti al quale possono partecipare bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni, e giovani studenti di danza che hanno superato anche il diciassette anni, suddivisi per categorie e discipline, dall’hip hop al classico, dal modern jazz al contemporaneo. Una importante occasione per farsi conoscere nel mondo della danza e per confrontarsi con i propri coetanei davanti ad una giuria di esperti formata da Daniele Ziglioli, Mia Molinari, Barbara Melica, Byron Clairicia, Alessandra Galiani, Virginia Spallarossa, Eric Claire, Max Savatteri, Bruno Vescovo.
Marilina Caruso come è nato il concorso Danceonstage?
Dal 1992 partecipo con i miei allievi a concorsi nazionali ed internazionali e spesso mi sono trovata in situazioni a dir poco improvvisate, senza nessuno che sapesse indirizzarti o seguirti durante lo svolgimento di questo avvenimento, con una giuria della quale non si capivano i criteri in base ai quali venivano assegnati i premi o data la vittoria ad un candidato oppure ad un altro.
Allora mi sono chiesta che cosa avrei fatto io al loro posto e così mi sono posta l’obiettivo di creare un concorso “serio”. Ho pensato perciò ad un “format” che si ripete ogni anno e dura ormai da dodici edizioni.
Insieme ad Emilia Santambrogio abbiamo pianificato il primo concorso “Danceonstage” nel 1999 e grazie a tutti i miei allievi e allo staff, è stato uno spettacolo di ottimo livello e abbiamo avuto come ospite l”Aterballetto”.
Quanti sono gli allievi che in media si iscrivono ogni anno al concorso “Danceonstage”?
Dal primo anno del concorso abbiamo sempre una media di 600 iscritti e le scuole tornano ancora oggi e mi ripetono sempre cose che per me sono veramente motivo di orgoglio, perché dicono che il nostro concorso è bellissimo, lo staff è cortese e la giuria imparziale. Ad esempio qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio che mi ha gratificato molto e che diceva: “come ogni anno abbiamo scelto, tra le molteplici proposte, di partecipare al concorso organizzato da voi. Il bellissimo teatro, la serietà della giuria, la simpatia dello staff e la sua ottima organizzazione ci hanno sempre fatto trascorrere momenti indimenticabili”. Ecco, tutto questo mi riempie di orgoglio e mi spinge ad andare avanti.
Marilina lei negli anni Ottanta ha lavorato in televisione insieme ad importanti coreografi come Franco Miseria, Jaia De Capitani, Raul Coleman e ha partecipato a trasmissioni televisive della Rai e della Finivest. Che ricordi ha di quegli anni? Quali sono gli artisti con i quali hai lavorato che le hanno lasciato un segno?
Di quegli anni ricordo la dura competizione per emergere. Ero sempre sotto “esame” e la mia forza d’animo era spesso messa a dura prova.
Quando mi presentavo davanti al coreografo ero determinata e facevo il pezzo al cento per cento, con grinta ed espressione, cercando di essere perfettamente uguale all’assistente, guardavo ogni particolare e lo riproducevo come lo volevano loro, e questo spesso mi consentiva di essere scelta fra centinaia di candidate.
Ma poi anche una volta selezionati, il lavoro era molto duro. I colleghi erano quasi sempre invidiosi e bisognava sgomitare anche nel corpo di ballo.
Quando ha deciso di dedicarsi completamente all’insegnamento e di aprire una sua scuola?
Nel 1986 a seguito di un brutto incidente d’auto sono stata costretta a fermarmi per più di un anno e ho solo insegnato, poi ho lavorato ancora per alcuni anni, ma costretta a limitare per le conseguenze dell’incidente. Nel giro di pochi anni ho aperto una mia scuola con il sostegno di mia madre e della mia famiglia.
Che cosa cerca di comunicare ai suoi allievi attraverso l’insegnamento della danza?
Per me la danza è una compagna di vita che mi ha aiutato a superare tante prove e che mi ha fatto crescere. E’ una vera e propria una disciplina. Io cerco di comunicare questo mio amore per la danza e di farla amare dai miei allievi.
Cosa pensa del boom della danza avvenuto negli ultimi anni grazie ai talent show televisivi? Pensi abbiano contribuito positivamente alla diffusione dello studio di questa disciplina o che si siano anche creati dei falsi miti?
In generale hanno dato una buona spinta, ma allo stesso tempo hanno creato nelle persone il pensiero che per fare il ballerino non c’è bisogno di studiare e di faticare, ma basta andare in una trasmissione televisiva e farsi notare.
Ritiene che la partecipazione ai concorsi siano un canale giusto per farsi conoscere e per confrontarsi con gli altri?
Io credo che la partecipazione ai concorsi sia un modo di valutare la qualità del proprio lavoro e di far conoscere agli allievi cosa c’è al di fuori della loro scuola.