Teatro

Roberto Latini: "Siamo stati troppo tempo nella comfort zone, bisogna realizzare qualcosa oltre"

Roberto Latini
Roberto Latini © Masiar Pasquali

Sperimentare il contemporaneo e rivisitare i classici: Roberto Latini sposa un libretto d'opera e un testo di prosa dando vita a PAGLIACCI ALL'USCITA

Attore, regista, drammaturgo, da oltre trent'anni Roberto Latini porta a teatro visioni e punti di vista sperimentando il contemporaneo e portando in scena la rivisitazione dei classici in forma personale e originale. 

Questo nuovo progetto teatrale, che vede la collaborazione in scena di Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella, Marcello Sambati e per le musiche il contributo di Gianluca Misiti, spinge oltre il Verismo di Leoncavallo e la metafisica di Pirandello, fino al confine di genere, e a suo dire forse segna l'inizio di un nuovo ciclo di Teatro. 

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA


Come nasce questo progetto e perché? 
Nasce dalla sensazione che siamo stati troppo tempo nella comfort zone e che bisogna sollecitarci maggiormente. Ho pensato di mettere insieme questo spettacolo per capire se c'è la possibilità di realizzare qualcosa oltre. Sono due opere differenti, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo è un libretto d'opera e All'uscita è un atto unico di Pirandello, accostandole si può produrre una terza cosa e quindi sollecitare quella linea di confine per costruire nuove ridefinendo il punto di vista. 

Perché hai scelto questo cast da portare con te in scena? 
Dovevano essere indissolubilmente in scena con me, non potevano che essere loro! Li conosco bene da tanti anni, nutro stima profonda e affetto. Volevo esplorare questa terra di mezzo e sapevo di poterlo fare solo con loro. Marcello ad esempio, lo conosco da quando era Direttore del Teatro Furio Camillo di Roma. Ha ospitato il mio spettacolo in solitaria nel 1994. Anche Misiti lo conosco dal 1994 e in trent'anni abbiamo vissuto delle evoluzioni. Diciamo che sarà l'occasione per celebrare l'amicizia e i traguardi. 

L'operazione teatrale che metti in atto troverà una realizzazione secondo te? 
Stiamo vivendo un periodo fluido, trasversale dove il concetto di identità è molto sfumato per favorire una dimensione più ibrida che andiamo noi stessi a alimentare. Siamo spettatori e interpreti del mondo, questa dualità e chiara sia in Pagliacci che All'uscita, insieme fanno venire in mente che siamo proprio in questo tempo rispetto a quello che possiamo immaginare. Somiglia molto a questa trasversalità. 

Opere diverse, periodi storici diversi. Come sono state scomposte e ricomposte drammaturgicamente? 
Non ci sono state modifiche sostanziali, è stato possibile rispettare l'integralità senza riscrittura o sovrascrittura. La drammaturgia segue la sintattica, il contributo di Gianluca Misiti, spinge oltre il Verismo di Leoncavallo e la metafisica di Pirandello, fino al confine di genere, e forse segna l'inizio di un nuovo ciclo di Teatro.
 

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