Arriva a Roma la campagna "I Diritti Sono Uno Spettacolo", nata per parlare della ripartenza delle attività produttive, di misure emergenziali insufficienti e di una riforma che sani le problematiche strutturali del settore.
Dopo oltre un anno di inattività, e alla luce della dichiarazione del Ministro Dario Franceschini di voler attivare la legge delega, una rappresentanza di artisti di musica, cinema, teatro e audiovisivo sarà in piazza del Popolo a Roma il 17 aprile insieme all'Associazione La Musica Che Gira e U.N.I.T.A. - Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo a sostegno della manifestazione organizzata da Bauli in Piazza.
Occasione che sottolinea l’unità del settore di fronte all’urgenza e all’emergenza di rilanciare le richieste - ancora oggi inascoltate - inserite nella campagna "I Diritti Sono Uno Spettacolo", per una riforma strutturale volta a riconoscere il valore artistico, produttivo e sociale del comparto cultura.
Senza un intervento definitivo e il più possibile unitario, le conseguenze di questa crisi saranno drammatiche, stiamo già assistendo a ricadute insostenibili sulla vita dei lavoratori, sulla salute dell’intero settore e sul PIL del Paese. In questi lunghi mesi caratterizzati dallo stop forzato delle attività culturali abbiamo preso atto che teatri, cinema, live club e spazi culturali, nonostante si siano dimostrati luoghi sicuri, sono costantemente considerati attività produttive sacrificabili.
A una legge sul lavoro - che è urgente - per arginare il piano emergenziale ed entrare finalmente nell'era del riconoscimento del lavoro discontinuo, è necessario affiancare una riforma sul riconoscimento degli spazi culturali e sulle imprese.
I simboli della campagna sono apparsi per la prima volta sulle spille indossate da molti dei concorrenti durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo. "I Diritti Sono Uno Spettacolo" si articola in una serie di temi fondamentali: la gestione della ripartenza del settore, una doverosa riflessione sulle misure emergenziali, una riforma strutturale che il settore aspetta da tantissimo tempo e che avrebbe protetto i lavoratori e le realtà produttive durante questa crisi provocata dalla pandemia.
I DIRITTI SONO UNO SPETTACOLO - OBIETTIVI
PROTOCOLLI E RIPARTENZA
Una ripartenza auspicabile dal mese di giugno e con data certa nel rispetto dei protocolli di sicurezza, consentendo le deroghe regionali, con le capienze ponderate sulla diversità degli spazi - e non su numeri fissi, sull’andamento della curva epidemiologica e sugli sviluppi della campagna vaccinale che faciliterà lo sviluppo di luoghi covid free.
MISURE EMERGENZIALI
Per i lavoratori fermi da un anno c’è esigenza di indennizzi congrui. Per le realtà che operano nel settore c’è bisogno di ristori che coprano i costi fissi di funzionamento. In entrambi i casi c’è la vitale necessità di tempi brevi e certi. Le misure emergenziali vanno necessariamente affiancate a misure che prevedano sostegni specifici che possano coprire le maggiori spese (sicurezza di pubblico e personale tecnico e artistico), i minori introiti e in qualche modo premiare chi prova a ricominciare producendo cultura e lavoro, mettendo un freno alla dispersione del personale specializzato alla quale stiamo assistendo da un anno, creando anche occasioni di socialità per il pubblico nel rispetto delle regole, in un momento nel quale anche la salute mentale è messa a dura prova da più di un anno di lock down.
Per l’estate 2021 sarà necessario prevedere fondi assicurativi per gli organizzatori che potrebbero essere costretti a cancellare i propri eventi per il persistere o peggiorare della situazione emergenziale.
RAPPRESENTANZA DEL SETTORE
Rappresentanza dei singoli settori dello spettacolo dal vivo, con professionisti di riconosciuta esperienza, in ambito ministeriale oltreché ai tavoli delle trattative contrattuali e dei protocolli d’intesa.
RIFORMA
LAVORO
Un nuovo statuto sociale dei lavoratori del settore creativo, dello spettacolo e delle arti performative che abbia come obiettivo quello di valorizzare e tutelare il lavoro in maniera omogenea per tutte le categorie, subordinati e autonomi. Che riconosca la discontinuità del lavoro come fattore di salvaguardia di quei tempi che costituiscono parte essenziale e irrinunciabile della vita lavorativa e professionale - come la formazione continua, i tempi di preparazione, la ricerca, lo studio - prevedendone una specifica tutela. Che riconosca protezioni previdenziali e sociali per tutti i lavoratori del settore, indipendentemente dal fatto che siano lavoratori subordinati o autonomi e dalla tipologia del contratto di lavoro sottoscritto dalle parti. A tutti i lavoratori che operano nel settore deve essere consentito di poter adattare la propria operatività al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo.
SPAZI CULTURALI E CREATIVI
Una riforma dei luoghi che riconosca giuridicamente gli spazi culturali e creativi come parte di un sistema che produca un intervento pubblico per l’accesso alla cultura, alle arti performative e allo spettacolo. La riforma in tal senso deve necessariamente passare dall’individuazione di specifici requisiti (a titolo esemplificativo: percentuale preponderante di musica originale per i luoghi della musica e spazi di capienza massima di 200 persone per luoghi deputati ad attività teatrali, regolarità dei pagamenti verso dipendenti, collaboratori, fornitori, artisti, interpreti ed esecutori e degli oneri previdenziali, assicurativi e fiscali). Gli spazi culturali e creativi riconosciuti come tali devono avere specifici codici ATECO, essere esonerati dall’Imposta sugli Intrattenimenti, emettere biglietti detraibili per “consumi culturali”, vedersi riconosciuto il credito di imposta con particolare riferimento al meccanismo dell’Art Bonus al fine di favorire il mecenatismo culturale. Si rende inoltre necessaria da tempo una revisione delle norme per il pubblico spettacolo.
IMPRESE CULTURALI E CREATIVE
La riforma delle Imprese Culturali e Creative necessita di affrontare in modo sistemico e definitivo temi come l’accesso agevolato al credito, la defiscalizzazione, la semplificazione delle modalità di accesso al credito d’imposta, la revisione delle aliquote iva, le detrazioni fiscali per consumo di cultura, l’ampliamento del Fondo Unico dello Spettacolo, l’aumento della tassazione per le OTT che usufruiscono di contenuti culturali, gli incentivi per gli investimenti green su innovazione e tecnologia per implementare la gestione sostenibile nelle proprie attività e promuovere l’inclusività sociale e la parità tra i sessi, la creazione di una sezione ad hoc all'interno dei registro delle imprese per le ICC e conseguente riforma dei codici Ateco. Una riforma delle imprese culturali e creative che incoraggi gli investimenti che non risponderebbero alle sole leggi del mercato, ma il cui sostegno è strategico da parte dello Stato perché rappresentano un valore aggiunto per il patrimonio culturale del Paese.
Lista degli artisti che hanno aderito, in continuo aggiornarmento su:
https://www.idirittisonounospettacolo.it/#adesioni