E' il fatidico giorno della riapertura annunciata, ma non significa che tutti i teatri italiani da oggi potranno riaprire al pubblico, anzi...
Da oggi, 26 aprile, dovrebbero riaprire i luoghi di cultura e dello spettacolo. Purtroppo il condizionale è d’obbligo, perché l’annuncio della riapertura non significa che tutti i teatri da oggi potranno riaprire al pubblico. La possibilità infatti è riservata soprattutto a chi avrà la possibilità di mettere in scena gli spettacoli senza dover badare alla vendita dei biglietti.
Quali teatri potranno riaprire?
Al momento probabilmente soltanto quelli pubblici, con spettacoli già pronti da mettere in scena (spesso di propria produzione) e in alcuni casi già in programmazione per la visione in streaming.
Le limitazioni attuali, ossia la possibilità di apertura per i teatri in zona gialla e con capienza ridotta del 50% di capienza (con massimo 500 spettatori nelle sale al chiuso e 1.000 in quelle all’aperto) escludono di fatto dalla riapertura tutti i teatri privati italiani, per i quali l’incasso dei biglietti è fondamentale per la sussistenza.
“Accogliamo con speranza questo annuncio di riapertura dal 26 aprile, ovviamente è un annuncio totalmente simbolico perché non esistono minimamente le condizioni perché un teatro privato possa riaprire realmente al pubblico in questo momento. Con le restrizioni in vigore, limitazioni, contingentamento e coprifuoco, costringerebbe i teatri a fare solo spettacoli pomeridiani. In questo periodo un teatro annuncia la prossima stagione teatrale, ma ora siamo ancora tutti con i motori spenti, fermi e in ginocchio -spiega Massimo Romeo Piparo, Direttore Artistico del Teatro Sistina, nonché Presidente dell’ATIP.
Speriamo che le istituzioni ci aiutino ad arrivare all’autunno vivi. Prendiamo invece il 26 aprile come il giorno in cui inizia un confronto vero, serrato, con la categoria dei teatri privati che ho l’onore di presiedere. E si possa arrivare con un piano concreto, realistico e non soltanto con gli slogan, a una vera riapertura per tutti e poter permettere al pubblico di riempire le sale teatrali”.
Aprire un teatro non significa aprire un negozio, un bar o una discoteca: servono molti mesi di lavoro e programmazione, sia per un singolo spettacolo sia per la programmazione. Inoltre, pesa un altro fattore determinante come quello del coprifuoco alle 22, misura prorogata anche per il prossimo futuro.
Le previsioni per le riaperture
Purtroppo per i teatri privati, che potranno riprendere quando non ci saranno più limitazioni, si alzeranno i spari soltanto quando sarà raggiunta una percentuale di vaccinati che consenta ai lavorare e al pubblico di frequentare le sale in piena sicurezza. In autunno, si spera.
Senza la certezza di poter andare in scena, le direzioni teatrali non potranno programmare gli spettacoli, la maggior parte delle produzioni rimarranno ferme e così anche lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, fermi da febbraio 2020.