Teatro

ABITARE IL MONDO: IL PROGETTO DI VIRGILIO SIENI PER LA BIENNALE DI VENEZIA

ABITARE IL MONDO: IL PROGETTO DI VIRGILIO SIENI PER LA BIENNALE DI VENEZIA

“La danza mette in luce la natura stessa dell’uomo, dell’esistente: un’archeologia del sé che fonda sulle stratificazioni del tempo la consapevolezza dell’essere contemporanei”.

Virgilio Sieni, coreografo internazionale da poco nominato direttore della Biennale Danza di Venezia e primo artista italiano a ricoprire il ruolo, si muove sul terreno di un costante dialogo tra visioni e mondi che si appartengono vicendevolmente, in una linea di pensiero che rifiuta la divisione fra generi in virtù di un’idea di teatro che si nutre di molteplici apporti.

Abitare il mondo - trasmissione e pratiche 2013 > 2015, è il titolo del progetto che vedrà per il prossimo triennio Virgilio Sieni alla guida del settore danza della Biennale, un progetto che include anche Biennale College Danza e nel 2014 il 9. Festival Internazionale di Danza.

Sarà costituito da un ciclo di percorsi di formazione e creazione sul linguaggio della danza contemporanea che si concluderà in brevi spettacoli - frammenti singoli o in forma di dittico - aperti al pubblico negli ultimi tre giorni di giugno, con l’intento di aprire una riflessione fondante sia sul corpo, inteso come cammino dell’uomo alla scoperta della sua funzione, sia sulla danza come centro di un dialogo tra linguaggi del corpo e questioni del mondo contemporaneo.

La formazione avrà un ruolo fondamentale in questo percorso alla scoperta e creazione di “luoghi” in cui danzatori e coreografi incontreranno maestri, studiosi, artisti, filosofi e saranno invitati a condurre esperienze inedite anche con anziani, donne e uomini, bambini, non vedenti e intere comunità. 

“Ad ogni pratica di formazione sarà destinato uno spazio ricercato – spiega Sieni - al fine di dar luogo a un processo di composizione e creazione che porterà tutti i percorsi ad aprirsi al pubblico attraverso prove e spettacoli che, dislocati in un articolato sistema di luoghi, lasceranno immaginare l'esistenza di un corpo organico, di una polis che prenderà forma tra campi e calli, palazzi e teatri, paesaggi e scorci”.

Questo particolare approccio che caratteriza il suo lavoro porterà a pensare anche il 9. Festival Internazionale come un articolato sistema di dialoghi tra le culture del mondo; un viaggio che si snoda fra la danza contemporanea e le arti, l'antropologia e la filosofia.

“Non si tratterà di contaminazione tra le arti – puntualizza Sieni - ma di un cammino alla scoperta dell’incanto e della meraviglia, in cui ogni elemento, ogni visione, ogni vissuto sarà esperienza che si fa essa stessa spettacolo”

Biennale College Danza interessa tutti i settori della Biennale di Venezia – cinema, arte, architettura, spettacolo dal vivo – e ne diventa momento centrale attorno a cui si definiscono le attività del Settore Danza per il prossimo triennio, gettando le basi di un nuovo rapporto tra creatività e Festival, in programmazione nel 2014.

“Abbiamo iniziato nel 1999 con un’Accademia di danza diretta da Carolyn Carlson, interrotta nel 2003 – ha ricordato il Presidente Paolo Baratta. Nel 2008 Ismael Ivo ha ripreso il modulo della Carlson e ha sviluppato un’apertura alla città e al pubblico con le sue Open doors, evolvendo verso quello che oggi deve diventare Biennale College Danza. Un’attività in cui i giovani lavorano e si esercitano con maestri allo scopo di realizzare fatti compiuti, poiché la compiutezza del risultato è altrettanto importante del percorso formativo”.

E già i prossimi 28, 29 e 30 giugno, dalla mattina fino a notte in due aree diverse di Venezia – San Marco e Arsenale, saranno giorni intensi, dedicati alla presentazione al pubblico di brevi coreografie, tutte inedite, frutto dei diversi percorsi di formazione e creazione di Biennale College Danza: Prima Danza, Invenzioni, Agorà, Trasmissione e Vita Nova (i bandi di partecipazione sono reperibili su www.biennaledanza.org).

“Ogni giornata – racconta Sieni - vedrà protagonista un’area della città di Venezia, o polis, attraversata dalle creazioni di Biennale College Danza. Ogni area, con i suoi campi, cortili e chiostri, sale di palazzi, teatri e arsenali, diventerà un sistema articolato di luoghi, messo in relazione con il processo di creazione, ma anche percorso dal pubblico in un tragitto che dall’intimità degli spazi chiusi conduce alla coralità di quelli aperti e viceversa, in un passaggio che porta da una dimensione intima a una dimensione corale: dai luoghi appena macchiati dalla luce dell'imbrunire, come accadrà per Prima Danza, progetto a cura di giovani coreografi che si confronteranno con la musicalità degli spazi, ai campi che ospiteranno Agorà di persone, cori di madri e figli, danzatori con anziani”.

Venezia pone questioni urgenti, che vanno oltre il senso di polis, di civitas, di metropoli, di territorio e paesaggio: si tratta di questioni legate all'antropologia della frequentazione, a una rinnovata energia dell'uomo che guarda alla trasmissione, all'abitare i luoghi e all'essere attraversati dall'esperienza. 

“La Biennale rappresenta per me – conclude il coreografo- quella radura che si arricchisce di accoglienze porgendo con intensità uno sguardo al corpo quale misura e nutrimento poetico dell'uomo".