È scomparso questa notte a 65 anni, colpito da infarto, il regista lituano Eimuntas Nekrosius. Stava lavorando all'Edipo a Colono per il Festival di Napoli del prossimo giugno.
Eimuntas Nekrosius, tra i più famosi registi teatrali internazionali, è morto improvvisamente la notte scorsa all'età di 65 anni a Vilnius, in Lituania, colpito da un infarto.
Il celebre regista, che avrebbe compiuto 66 anni domani, lascia la moglie, la scenografa Nadezda Gultiajeva, e due figli.
L’uomo e l’artista
Nato a Pazobris, Kaunas il 21 novembre 1952, si diploma presso l’Istituto d’arte Lunacarski di Mosca e si fa notare come direttore e regista del Teatro dei giovani di Vilnius e poi del Teatro drammatico di Kaunas.
Nel 1993 viene nominato regista del Festival internazionale di teatro lituano, dove mette in scena diversi spettacoli diventati di culto, e nel 1998 fonda il centro artistico indipendente Meno Fortas.
Gli spettacoli di Nekrosius hanno partecipato con successo di pubblico e critica a molti festival teatrali internazionali, è stato pluripremiato nel proprio Paese, ma ha anche ottenuto importanti riconoscimenti all'estero: in Italia quattro premi UBU, nel 1996 come "migliore spettacolo teatrale straniero"; nel 2001 la critica russa gli ha assegnato il Premio Konstantin Stanislavski, il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali e il Premio Herder.
Per lui il teatro, era “una forma di esistenza […] e in ogni caso: il teatro resta solo il teatro e niente di più”.
Una vita nell'arte
I suoi lavori teatrali sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Tra i suoi più noti c'è la trilogia shakespeariana, Amleto (1997), Macbeth (1999) e Otello (2000): lavori considerati un pilastro del teatro contemporaneo, da antologia, grazie a un profondo lavoro espressivo e visuale che il regista ha realizzato con gli attori ma anche all'utilizzo degli oggetti sul palcoscenico che si trasformano quasi in un racconto autonomo.
Intensa è stata l’attività in Italia come regista di prosa, da Anton Cechov a William Shakespeare, dove ha realizzato non solo molti spettacoli, ma condotto molti laboratori e diretto per tre anni il Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico di Vicenza (2011-2013).
Sempre in Italia ha debuttato come regista lirico: nel 2002 al Teatro Comunale di Firenze propose un indimenticabile Macbeth verdiano, mentre nel 2010 alla Scala di Milano nel 2010 aveva firmato il Faust di Gounod. I suoi lavori oltre che in Lituania e in Italia, hanno avuto grande accoglienza in Austria, Iugoslavia, Finlandia, Israele, Norvegia, Svezia, Svizzera, Russia e Usa.
Tra i suoi successi in Russia Ivanov di Cechov (1978) e Zio Vanja (1986), e fra le regie teatrali più recenti, in cui ha rinnovato la potenza dell’elemento visivo, punto nodale della sua pratica teatrale, si ricordano: Faust di Goethe (2006) e Anna Karenina di Tolstoj (2008).
In una delle ultime interviste Nekrosius dichiara:
L’uomo non ha la capacità di guardare avanti, di vedere il futuro. In genere l’esistenza umana è un continuo guardarsi indietro, in ciò che è stato vissuto e raggiunto. Così succede nella letteratura come nel teatro. Si cerca di condividere questa esperienza con lo spettatore […]. La memoria umana è come un grande magazzino e resterà per sempre, in tutti i tempi, importante.