Il Palazzo Reale risuona dei versi leopardiani con All’apparir del vero al Napoli Teatro Festival
All'apparir del vero. Dialogo di Giacomo Leopardi e della Morte, testo e regia di Antonio Piccolo, conduce un discorso meta-letterario sulla figura del Recanatese, tra momenti di ironia e di malinconia.
Giacomo Leopardi e la scomparsa delle illusioni
Il titolo è ripreso dalla lirica A Silvia, ed uno dei centri che muovono la figura di Giacomo Leopardi (Antonio Piccolo) è appunto la caduta delle illusioni giovanili di fronte all'aridità del vero. Si tratta di una tematica cardinale dell'intera rappresentazione, da cui discendono tutte le altre.Nella messa in scena, il cui titolo pur citando un verso poetico pare somigliare a quello di certe Operette morali, la Morte (Melissa Di Genova) va a far visita al conte Leopardi per commissionargli una lettera da indirizzare all'umanità. Un pretesto questo, da parte del regista-autore, per illustrare, in certi passaggi in maniera scolastica, i pensieri, lo stile poetico e l'animo di Giacomo Leopardi.
Uno degli elementi principali è il momento dell'incontro tra il Poeta e la Morte, ovvero durante la composizione della grandissima lirica della Ginestra, in cui egli ha riassunto tutto il suo pensiero filosofico, che diviene elemento identificativo con la sua presenza all'interno della scena. Dall'incontro con la morte, che secondo la lirica Amore e Morte smette il panno nero per mostrarsi come una incantevole donna, si percorre per intero il pessimismo leopardiano, pur serbando quell'ironia che talora traspare dalle sue opere; dal pedagogismo di certi momenti alla ritrattazione di alcune tematiche, si giunge poi alla fine della rappresentazione, quando la Morte rivela di essere giunta per portar via dal mondo Giacomo Leopardi, non prima di aver terminato la grande canzone.
La Morte scrive, infine, sotto dettatura gli ultimi versi, rivelando come la lettera che ella intendeva indirizzare agli esseri umani, diviene la stessa Ginestra, testamento poetico e letterario del conte Giacomo Leopardi.