Uno spazio multifunzionale con una rassegna cinematografica, spettacoli teatrali, concerti e incontri con l’autore. Eventi trasversali accompagnati tutte le sere dai food truck.
Nonostante l'annullamento per maltempo della tappa sotto le stelle del tour 2020 di Cantautrici, originale “trialogo” tra Rossana Casale, Grazia Di Michele e Mariella Nava previsto per la scorsa domenica, continua la programmazione dell’Arena Milano Est fino al 21 settembre.
Inaugurata lo scorso 3 luglio e ricavata negli spazi esterni del Teatro Martinitt, la nuovissima Arena Milano Est è organizzata su 2.500 mq con una capienza di ben 800 posti (ridotti poi a una media di circa 400 nel rispetto delle norme anti Covid-19).
Abbiamo parlato con Stefano Marafante, direttore del Teatro Martinitt. Ci ha raccontato del progetto dell'Arena estiva, inaugurata lo scorso 3 luglio e ricavata negli spazi esterni del Teatro Martinitt, spiegandoci il suo punto di vista sulla situazione attuali dei teatri italiani.
“L’idea dell’Arena è nata cinque anni fa, e grazie al contributo MiBact per il nuovo maxi-schermo, ai fondi della Regione per parte della struttura e il contributo di un bando biennale di Cariplo, oltre che una quota simbolica di donazioni dei nostri spettatori, a inizio 2020 abbiamo fatto investimenti importati e saremmo dovuti partire questa estate in pompa magna, ma poi è arrivato il Covid-19. Ci siamo detti: facciamolo comunque!”
Il teatro, un settore in difficoltà
L’esperimento del Teatro Martinitt sull'Arena Milano Est è un piccolo tentativo di normalità, in un mondo che cerca un nuovo equilibrio fra sicurezza sanitaria e normalizzazione e per continuare a far lavorare una “macchina” che coinvolge a livello nazionale un gran numero di persone fra artisti, tecnici e addetti ai lavori.
Sempre Stefano Marafante spiega la filosofia adottata: “Le persone sono disponibili a tornare nei teatri e a stare sedute nel pubblico, e come dirigenti cinematografici e teatrali dobbiamo essere noi a dare il primo input e non aspettare nessuno. Dire "noi ci siamo": ci chiedono della prossima stagione e sono contenti che noi siamo pronti con il nuovo cartellone. È questo spirito che è fondamentale. Altri teatri hanno ritardato la stagione e questo tipo di incertezza, a mio avviso, non va bene. Lo Stato può darci degli aiuti, ma gli spettacoli li facciamo per il pubblico e se gli spettatori non vengono perché hanno paura o non hanno fiducia allora non risolviamo nulla. Dobbiamo tenere un forte filo di collegamento con il pubblico e non mollare, perché diversamente significherà trovare il deserto nel prossimo giugno”.
Se alcuni teatri sono già riusciti a pianificare la nuova stagione, vi sono molte altre realtà, in particolare i teatri privati, che subiscono la mancanza di regole chiare e la carenza di aiuti economici, che invece hanno i Teatri pubblici, motivo per il quale a loro è stato possibile organizzare durante l'estate spettacoli contingentati.
Possiamo essere d'accordo con Marafante sul fatto che le stagioni e gli spettacoli vengono organizzati dai Teatri per il pubblico, ma è anche vero che molti teatri (non percependo contributi pubblici) hanno come unico sostentamento l'incasso sulla vendita dei biglietti, e se questo viene limitato allora il rischio, per non dire la certezza, è che lavorino in perdita con successiva chiusura dell'attività.
In un momento di gravissima crisi, il settore del teatro non può essere dimenticato, e come avvenuto già per altri settori, ha bisogno dell'attenzione e degli interventi del Governo e soprattutto di misure economiche intelligenti e adeguate, anche e soprattutto a sostegno dei teatri privati, che ricordiamo sono il vero motore dello spettacolo dal vivo in Italia.
Pronti per la nuova stagione!
Programmato per il 21 settembre, infine, l’atteso happening del live show Assaggi di stagione – Tutte le commedie in una sera che presenterà la nuova stagione teatrale 2020/2021 del Teatro Martinitt.
In vista del nuovo cartellone, Marafante lancia un allarme: “alcune compagnie hanno capito che bisogna mettersi in gioco, mentre con altri artisti importanti, lo dico senza polemica, mi sono un pochino arrabbiato perché prima, sul web, rilasciano dichiarazioni di un certo tenore, mentre poi, nei fatti, non c’è disponibilità a fare sacrifici. In alcune compagnie e società di produzione, avendo paura dei risultati e ovviamente di quanto si potrà incassare per via dei posti diminuiti, prevale la paura senza possibilità di mediare. Queste partite così difficili bisogna giocarle di squadra: se quella compagnia si tira indietro per il cachet o l’attore rifiuta di rischiare, allora il teatro così non ce la farà”.
La nuova stagione è ormai alle porte, senz'altro la più complessa mai vista, e per rimettere in moto l’intera “macchina” saranno necessarie regole certe e un consistente supporto finanziario da parte dello Stato, anche per i teatri privati.
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