Insieme per la prima volta su un palco italiano, le due anime di Roberto Bolle, quella italiana e quella americana, hanno danzato di fronte ad un pubblico di giovani entusiasti, alcuni al primo Gala della loro vita. Solo quattro le tappe dell’eccellente tour che ha toccato il Politeama Rossetti di Trieste (19 luglio), le Terme di Caracalla di Roma (21 e 22 luglio), il Carlo Felice di Genova e il Teatro Antico di Taormina (26 luglio).
“Roberto Bolle and Friends from the American Ballet Theatre” ha voluto offrire al pubblico un assaggio della grande danza dell’American Ballet Theatre. I brani scelti dallo stesso Bolle in qualità di direttore artistico, fra estratti di coreografie rappresentative del repertorio dell’ABT e celebre repertorio classico, hanno scandito la serata variandone atmosfere, colori e stili. In generale la pulizia dei ballerini del cast, selezionati tra solisti e principal, tra i quali Julie Kent, Daniil Simkin, famoso per i suoi eccezionali salti e considerato fra i virtuosi del panorama attuale, Hee Seo e Marcelo Gomez, ha reso la serata scorrevole ed elegante, con punte di virtuosismo e accenti brillanti, specie nel repertorio americano.
Se in Tchaikovsky Pas de Deux di George Balanchine Misty Copeland e Jared Matthews sono stati irreprensibili ma poveri di charme, così come il pas de deux di Schiaccianoci nella coreografia di Alexei Ratmansky, con in scena Yuriko Kajiya e James Whiteside, non è sembrato entusiasmante, il pas de deux del primo atto da Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan ha visto in scena Hee Seo, in coppia con un Roberto Bolle perfetto nel ruolo, in sfumature delicate e adolescenziali, certo diverse dall’interpretazione sensuale che ne ha fornito Alessandra Ferri ma altrettanto convincenti.
Molte le chicche, tra le quali Le Bourgeois di Ben Van Cauwenbergh sulle note di Jacques Brel, con Daniil Simkin, e Sinatra Suite di Twyla Tharp, con Misty Copeland e Marcelo Gomes, spumeggianti e pieni di verve.
L’anima del Gala è emersa in tutta la sua intensità, poetica e struggente nel pas de deux da La Dama delle Camelie di John Neumeier, dove l’étoile in coppia con Julie Kent ha emozionato, e nel delicatissimo e raffinato The Leaves are Fading di Antony Tudor, con Hee Seo. Infine Stars and Stripes di George Balanchine, con Isabella Boylston e Daniil Simkin: divertente, virtuoso e pieno di brio.
In chiusura la prima assoluta di Prototype, per la coreografia di Massimiliano Volpini e musica originale di Piero Salvatori: incontro fra danza classica ed effetti digitali. L’étoile ha danzato con se stesso, interagendo con un mega schermo in cui le sue pose plastiche si sono replicate fino a creare l’illusione di un ensemble di cloni. L’evocazione al mondo virtuale e al cinema in un Gala classico, il richiamo anche alla tradizione americana più commerciale: sono queste le novità capaci di attirare il giovane pubblico e, al di là dei contenuti coreografici del pezzo, l’operazione è risultata accattivante e sorprendente.