Sulla scena creata da Andrea Adinolfi a Cava de' Tirreni (Sa) il 2 febbraio arriva l'attore Andrea Cosentino, vincitore del premio speciale Ubu 2018.
Il teatro come dimensione di vita, come luogo e come contenuto, come strumento per riflettere il reale, ricordare, smuovere le coscienze. Con questo spirito vive Casa Teatro, uno spazio di Cava de' Tirreni (Sa), ideato e gestito dall'attore, regista ed educatore Andrea Adinolfi, diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’amico e specializzato al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove Mario Monicelli lo scelse come protagonista del suo ultimo cortometraggio L’Appello di un Amico.
Attore in diverse produzioni teatrali e filmiche, Adinolfi è stato anche protagonista tra l'altro di Riturnella di Francesca Garcea e ha studiato con grandi nomi del teatro italiano come Luca Ronconi, Giancarlo Sepe e Mimmo Borrelli .
La casa come palcoscenico. Il Teatro come indagine
L’idea di Casa Teatro viene ad Andrea nel 2016 tornando nella sua città d’origine, in risposta all'esigenza di utilizzare il teatro come strumento per dialogare con la città stessa. L'intimità dello spazio familiare di una casa ispira il focolare in un progetto che ha diversi tagli: propone un laboratorio di attori non professionisti, produce spettacoli su tematiche legate al territorio, ospita le produzioni di artisti che raccontano storie di rilevanza sociale.
Il percorso di ricerca, ispirato dalla conoscenza del brasiliano Augusto Boal e il suo teatro dell’Oppresso, non punta solo a mettere in scena o a guardare distaccatamente il finto mondo delle rappresentazioni ma a superare la distanza nel dialogo. Si tratta di avvicinare le persone, sempre spett-attrici del processo comunicativo e della vita stessa, ad un processo che permette di far riscopre le proprie doti, il proprio sentire e a condividerlo con gli altri.
Alcune produzioni Casa Teatro
I recenti lavori che Casa Teatro ha realizzato vanno in questa direzione. Del 2018 vanno menzionati Amore, spettacolo di grande impatto che racconta le sfaccettature di questo sentimento e del suo possibile degenerare in violenza, lettura libera di un fatto di cronaca accaduto a Cava de Tirreni. Metamorphosi, ispirato a Escher, che racconta, sfondando anche la quarta parete, come si possa arrivare attraverso il teatro alla consapevolezza delle proprie emozioni e a un desiderio di cambiamento. I protagonisti, insieme ad Andrea Adinolfi, sono gli allievi del laboratorio: non attori professionisti ma persone che sperimentano il riappropriarsi della propria dimensione espressiva, del gioco come momento di esplorazione emotiva e sensoriale.
Andrea Cosentino a Casa Teatro
Un aspetto didattico è sottilmente legato anche alla scelta degli spettacoli che vanno in scena, rispondendo all'idea che rappresentare ancora può far vibrare le coscienze e invitare a riflettere insieme.
Non è un caso che, tra gli altri, sia stato ospitato il monologo di teatro civile Il fulmine nella terra, sul terremoto del 1980, scritto e diretto da Mirko de Martino e interpretato da Orazio Cerino, che ha meritato la nomination come Migliore Attore al Roma Fringe Festival 2014. E ancor meno casuale è la presenza il 2 febbraio prossimo di Andrea Cosentino con il suo Telemomò, a indagare il rapporto tra televisione e cultura. Un lavoro sulla destrutturazione dei linguaggi contemporanei il cui valore gli è stato riconosciuto vincendo il Premio Speciale Ubu 2018.