Teatro

Cosi-Stefanescu, a rischio chiusura compagnia e scuola

Cosi-Stefanescu, a rischio chiusura compagnia e scuola

Una luce si sta per spegnere nel panorama della danza italiana. Non è detta però ancora l'ultima parola, per il Centro d'Arte Coreografica fondato nel 1978 a Reggio Emilia da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu che potrebbe molto probabilmente chiudere i battenti per motivi economici.

La notizia che un buco da un milione di euro accumulato negli anni sia il motivo per cui la prestigiosa associazione Balletto Classico Cosi - Stefanescu di Reggio Emilia ha annunciato la chiusura, è stata diffusa nei giorni scorsi sia dagli stessi responsabili della scuola, sia dagli organi sindacali.

Il 31 marzo, se non ci saranno degli sviluppi positivi della vicenda, dovrà chiudere la compagnia teatrale mentre il prossimo 30 giugno anche la scuola di balletto classico, con la perdita di 25 posti di lavoro. Alla fine anche Liliana Cosi, che dopo essere uscita dalla Scala di Milano aveva scelto Reggio come sua seconda patria, ha dovuto gettare la spugna sotto il peso di un buco di bilancio (in gran parte verso lo Stato, l’Inps e fornitori) che si è man mano accumulato negli anni.

Per ovviare a una chiusura annunciata che ai lavoratori era stata comunicata nel mese di settembre, sindacati e artisti, ballerini e la stessa Liliana Cosi (direttrice e anima dell’associazione, con  Marinel Stefanescu che ne è il coreografo), proveranno a percorrere altre strade per garantire la sopravvivenza sa sia della scuola, sia della compagnia di ballo. Anche se è soprattutto la seconda a rischiare di più, mentre i genitori degli allievi si sono anche rivolti al ministro Graziano Delrio per chiedere un suo impegno a garantire il proseguimento dei corsi, ricevendo in risposta generiche rassicurazioni.

Il primo passaggio obbligato sarà un incontro in Comune a Reggio Emilia 19 gennaio e in Regione il giorno successivo, a cui si arriverà con un ventaglio di soluzioni. Prima fra tutte, nella fase di fusione tra la Fondazione I Teatri e Fondazione Danza, verificare la possibilità che anche l’associazione Balletto classico possa rientrare in questo riordino, mettendo insieme balletto contemporaneo e classico. Fra gli spiragli, anche la richiesta di garantire un finanziamento regionale alla compagnia di ballo, che si aggiunga a quello del Ministero.

«Alla compagnia basterebbe un finanziamento di 100 mila euro l’anno per proseguire l’attività», sostengono i sindacati. Infine l’altra strada che si tenterà di percorrere è quella di trovare un imprenditore privato disponibile ad acquistare la sede di proprietà della associazione (lasciando in uso alla compagnia l’ampio capannone di Mancasale), che per i sindacalisti presenti «ha un valore superiore al milione di euro necessario per scongiurare la chiusura di compagnia e scuola».