Lo spettacolo di Romeo Castellucci "Go down, Moses" ripercorre il destino del profeta biblico e l'eterno ciclo della schiavitù, nella sua personalissima ed anticonvenzionale chiave di lettura.
Protagonista della scena d’avanguardia con il suo teatro provocatorio e destrutturante, Romeo Castellucci è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Teatro di Venezia e, di recente, la laurea ad honorem in Discipline della Musica e del Teatro conferitagli dall’Università di Bologna. All’edizione 2015 di VIE Festival si presenta con la sua personale interpretazione della Figura Del profeta Mosè.
Mosè, non c'è, come spiega subito l’autore. Gli episodi e le emozioni della sua vita, dal roveto ardente dell'incontro con Dio ai quaranta giorni sul monte Sinai, al culto del vitello d'oro, saranno un'eco dietro i quadri, alcuni astratti altri naturalistici, di una storia diversa: quella interiore di una umanità di oggi che abbandona il proprio figlio, forse per salvare l'umanità dal suo deserto interiore. Castellucci afferma che i differenti momenti della vita di Mosè sono trasfigurati, il profeta del monoteismo è presentato come un uomo che reagisce di fronte alle difficoltà che questo Dio, senza nome e senza immagine, gli pone innanzi come l’abbandono del suo corpo neonato nelle acque del Nilo; il mistero del roveto ardente, dove si manifesta; la scoperta, al ritorno dai quaranta giorni passati sul monte Sinai, del vitello d’oro eretto dal suo popolo per essere adorato. Dopo incalzante richiesta Castellucci suggerisce una possibile prospettiva di lettura della sua opera, ma certo non l’unica. Due immagini guidano questo spettacolo come le facce della stessa medaglia: il roveto ardente, che negando ogni rappresentazione costituisce la vera immagine (di Dio?), e il vitello d’oro, che raffigura la falsa immagine, quella illustrativa, forse l’oggetto di questo lavoro.
Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Modena
il 23/10/2015, ore 21.30
il 24/10/2015, ore 19.30