"HELLO STRANGER" è il progetto speciale, promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione, che la città di Bologna dedica a Motus in occasione dei 25 anni di attività. Un percorso nella poetica della compagnia riminese fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, con spettacoli, installazioni, film, incontri che si svilupperanno da ottobre a dicembre.
Bologna celebra i 25 anni di attività dei Motus, dedicandogli un progetto speciale HELLO STRANGER, promosso dal Comune di Bologna e Emilia Romagna Teatro Fondazione con il contributo di Regione Emilia Romagna /Assessorato alla Cultura.
HELLO STRANGER, che si svilupperà da ottobre a dicembre 2016, è un percorso nella poetica della compagnia riminese con spettacoli, installazioni, film, incontri verso direzioni inesplorate, di apertura verso ogni “altro” possibile.
Motus è un gruppo teatrale nomade e indipendente fondato nel 1991 a Rimini da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che non concepisce frontiere tra Paesi, generi e forme artistiche: ha realizzato spettacoli teatrali, performance, installazioni e workshop partecipando a grandi festival internazionali.
La costante principale nel processo di ricerca di Motus è la scelta di affrontare grandi classici del teatro e della letteratura, dall’Orlando Furioso ad Antigone, per confrontarsi direttamente con le questioni brucianti della quotidianità, facendone esplodere le contraddizioni e creando momenti di studio e approfondimento al di là della semplice denuncia o provocazione.
Già dalle prime performance “pop/postmoderne”, Motus si è contraddistinto per un teatro dalla forte vocazione all’impegno civile, che coinvolge un pubblico sempre più eterogeneo e vario.
In questi 25 anni la compagnia si è essenzialmente autoprodotta appoggiandosi ad alcuni luoghi e città, risiedendovi, a volte invadendoli: questi stessi luoghi e città hanno dato vita a incontri e scambi rivelatori.
Bologna, non a caso, ha giocato un ruolo fondamentale nel percorso di tenace ricerca d’identità espressiva di Motus, poiché è stato il luogo dove sono nate e cresciute importanti collaborazioni e dove hanno trovato spazio le prime avventurose sperimentazioni artistiche. Spazi indipendenti come il Link, il TPO, il Teatro dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, il Centro Fratelli Rosselli sono i luoghi in cui le prime sperimentazioni della compagnia prendevano forma, in linea con le esperienze originarie in luoghi abbandonati del più remoto entroterra riminese, in particolare a Roncofreddo con il nucleo fondativo degli attuali Zapruder filmakers group.
Motus non si è mai legato e radicato a un unico luogo: questo ha permesso di mantenere aperto il dialogo, soprattutto con quelle realtà e istituzioni che considerano l’espressione artistica non un mezzo per dare risposte, ma uno strumento per porre continuamente delle domande, per interrogarsi costantemente.
Negli ultimi anni, grazie al successo dei loro lavori, la compagnia riminese ha cominciato a collaborare con Festival e grandi istituzioni teatrali (soprattutto internazionali), pur restando presente nel sistema teatrale italiano.
Particolare significato assume il progetto speciale bolognese, un percorso che non vuole essere né una retrospettiva e né tantomeno un’operazione nostalgica: Motus più che celebrare i 25 anni di esistenza, intende cogliere l’urgenza del presente, indagarlo e provocare nuove domande.
HELLO STRANGER, si ispira al titolo di una canzone di Barbara Lewis e si configura come un percorso che affronta molte questioni aperte e le presenta in nuove forme, mettendo in connessione temi, luoghi e persone: la peculiarità dell’avventuroso incedere di Motus è provocare reazioni a catena verso direzioni inesplorate e non sempre rassicuranti, come l’apertura all’altro, allo straniero/strano/strange in senso geopolitico, ma anche filosofico.
Il titolo del progetto cita anche una fotografia di Terry Richardson in cui la scritta “Hello Stranger” appare su un cartellone pubblicitario abbandonato, vicino a una recinzione di confine: la mancanza di informazioni sul luogo dove la foto è stata scattata e l’anonimato dell’immagine, simbolizza al meglio il percorso di ricerca di Motus, un lavoro sempre ai margini, concentrato all’ascolto dello sconosciuto. Da sempre e anche in questo momento il tema del limite e del confine identitario e le sfide connesse al loro superamento guidano la ricerca drammaturgica di Motus.
HELLO STRANGERsi aprirà con il debuttodel nuovo e controverso spettacolo RAFFICHE nell’ambito di VIE Festival (Hotel Carlton, dal 18 al 22 ottobre), un omaggio “fuorilegge” a Splendid’s di Jean Genet. Splendid’s, il cui debutto avvenne nel 2002, è una delle produzioni di maggior successo della compagnia, già finalista ai Premi Ubu come miglior spettacolo dell’anno. Vi si mettevano in scena le più tragiche ossessioni dello scrittore francese: il tradimento, il travestitismo, la sessualità, la violenza fisica e verbale, l’inesorabile necessità della morte. Ma il testo racchiude anche il profondo rifiuto dei cliché e delle regole della società: qualsiasi stato dell’essere può trasformarsi nel suo contrario, così i ruoli e i generi appaiono continuamente
interscambiabili confondendosi abilmente, sia nell’aspetto esteriore che nelle dinamiche tra i protagonisti.
In continuità con le tematiche affrontate nel recente MDLSX, Magdalena Barile e Luca Scarlini hanno scritto un testo originale che parte dalla stessa situazione narrativa per raccontare identità mutanti e sovversive, creature che hanno sospeso per sempre la volontà di definirsi. Sarà uno spettacolo per suites d’albergo, che mette in scena, a stretto contatto con gli spettatori, l’odore della rivoluzione delle sexy streghe transmoderne, tornate insieme a noi a fare da controcanto a preconcetti, stereotipi e divieti.
In concomitanza a RAFFICHE sarà riallestita a AtelierSì (20-23 ottobre) l’installazione video ROOMS tratta da Twin Rooms (2002), il fortunato spettacolo sulle stanze d’albergo, di cui Splendid’s era una derivazione. La videoinstallazione, realizzata per il Festival TTV di Riccione del 2004, sarà un’occasione per vedere e rivedere a distanza di molti anni, un lavoro dove sono in evidenza temi e dispositivi utilizzati nel percorso di Motus. Rooms è un progetto ancora attuale e incisivo, soprattutto rispetto al tema dell’identità (e dell’indignazione), che attraversa tutto il progetto speciale.
All’interno della XIV° edizione di Gender Bender Festival, il 3 e 4 novembre, a Teatri di Vita, andrà in scena MDLSX, spettacolo che arriva per la prima volta a Bologna dopo aver riscosso un grande successo in Italia e all’estero. Ne è protagonista Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventura in questo esperimento che ha l’apparente formato di un eccentrico Dj / VjSet. L’idea di Motus è stata quella di lavorare sul confine tra femminile e maschile e legare, cofondere, nella drammaturgia originale, brandelli autobiografici con evocazioni letterarie, dallo scrittore Jeffrey Eugenides, citando i testi filosofici e i manifesti teorici di Judith Butler, Paul B. Preciado e Donna Haraway, oltre ad alcune irrinunciabili parole di Pier Paolo Pasolini.
Gender Bender Festival, in collaborazione con Il Centro la Soffitta Dipartimento delle Arti Alma Mater Studiorum Università di Bologna, propone anche una tavola rotonda dal titolo Ghost in the Shell. Gender and performance, che si terrà sabato 5 novembre presso i Laboratori delle Arti/Auditorium.
Il percorso prosegue con Come un cane senza padrone(2003), ricoinvolgendo due attori “storici” di Motus: Emanuela Villagrossi e Dany Greggio. Questa performance è tratta da alcuni capitoli di Petrolio di Pasolini, in particolare quelli riguardanti il passaggio di sesso di Carlo, l’ingegnere dell’Eni protagonista. Questa ripresa sarà presentata il 3 dicembre al Teatro Laura Betti di Casalecchio, spazio che, fin dagli anni 90, ha ospitato in più occasioni i lavori della compagnia riminese.
Un’altra figura androgina e controversa, che è stata al centro di un lungo periodo della ricerca teatrale di Motus, è Antigone. Motus ha deciso di tornare sul progetto Syrma Antigones perché è il fil rouge che li ha ricongiunti al Living Theatre. All’interno della programmazione 2016 del Centro La Soffitta Dipartimento delle Arti | Alma Mater Studiorum Università di Bologna, nel focus Antigone rewind, a cura di Fabio Acca sarà presentato Too Late! (antigone) contest #2, allestito ai Laboratori delle Arti/Teatro(7-8 dicembre), mentre Alexis. Una tragedia greca, che debuttò a VIE Festival nel 2010, sarà proposto il 10 dicembre all’interno della stagione dell’Arena del Sole.
Judith Malina vide entrambi questi spettacoli a La MAMA E.T.C e al Public Theatre di New York, ne fu talmente affascinata da chiedere a Motus di lavorare insieme. Da questo incontro speciale è nato The plot is the revolution, presentato a Bologna nel 2013 nell’ambito delle attività de Il Giardino della Memoria davanti al Museo per la Memoria di Ustica in occasione di bè bolognaestate.
All’interno del progetto verrà dedicato uno spazio a questo incontro fulminante: in collaborazione con Cristina Valenti, il 5 dicembre verrà presentato ai Laboratori delle Arti/Auditorium Your whole life is a rehearsal(The plot is the revolution_video doc), un documentario a cura di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò (con Judith Malina, Silvia Calderoni, Tom Walker e Brad Burgess). Il documentario è il montaggio di una serie di materiali video inediti delle prove al Teatro di Clinton Street di New York dell’estate 2011. Questo backstage è la storia di un innamoramento e della caduta progressiva di barriere fra due compagnie e due attrici che sono entrate in telepatica simbiosi. Il tutto avvenne in quella sala che purtroppo oggi non esiste più: nel febbraio 2013 il Living è stato sfrattato e Judith Malina trasferita nel New Jersey, in una casa di riposo per anziani attori, dove ha trovato la morte, serenamente, il 10 aprile 2015.
Scintille sarà il titolo del ciclo filmico proposto alla Cineteca di Bologna: documentari e film di autori che hanno influito sull’immaginario degli spettacoli in programma. Primo appuntamento a ottobre con la proiezione di Splendid’s (2004), film di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, per finire a dicembre con un focus sulla filmografia del Living Theatre,a cura di Cristina Valenti.
HELLO STRANGER si chiude il 31 dicembre 2016, con THISVERYMOMENT, vero e proprio happening che sigla la ventennale collaborazione tra Motus e Xing e che coinvolgerà diversi ospiti italiani e internazionali. I vari artisti che abiteranno lo spazio saranno invitati a plasmare un tempo dilatato, fluido, di condivisione di pratiche e camouflage di corpi.
Il progetto sarà accompagnato dalla pubblicazione dell’omonimo libro HELLO STRANGER, scritto e ideato da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, curato da Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri, su progetto grafico di Damir Jellici (cui è affidato l’intero progetto grafico) e pubblicato da Damiani Editore di Bologna in italiano e inglese. La presentazione è prevista a dicembre 2016.
Il libro è un “atlante di immagini” e frammenti testuali agglomerati attorno a 8 linee tematiche/capitoli, intesi come toposossessioni ricorrenti, che si sono trasformate negli anni, nell’impattare con i fatti del reale e il mutare dei tempi e dei corpi che hanno abitato le scene di Motus. Aperto da una prefazione di Wlodek Goldkorn, non avrà dunque un andamento cronologico o storiografico, ma natura esplosa e rizomatica. Il fil rouge sarà inevitabilmente il corpo dell’attore come macchina dei sentimenti, come fulcro indissolubile della scena, come ospite sacro-straniero con cui Motus ha lottato, costruito, distrutto e soprattutto trasmutato il segno del suo fare artistico, ininterrottamente. Le parole saranno accompagnamento “corale”, quasi colonna sonora polifonica, composta da brevi scritti e contributi frammentari della compagnia, di amici artisti, critici: dei compagni di avventure e sventure di quel “teatro per bande e predatori solitari” – come lo definì profeticamente Antonio Attisani nei primi 90 – che ha alimentato in Motus la sfida teatrale folle, tortuosa e bellissima di questi venticinque anni.
“Ogni nostro volgerci indietro è per meglio accumulare energie e rilanciare, incunearci nelle pieghe del presente e provare a immaginare futuri possibili". (Motus)