Lo spettacolo, scritto e diretto da Sonia Antinori e parte di un progetto europeo tra quattro nazioni sui concetti di politica e democrazia, riparte dal Feronia in prima nazionale dopo una residenza di riallestimento con due recite di cui una riservata alle scuole.
Venerdì 4 marzo debutta al Feronia di San Severino in prima nazionale, al termine di una residenza di riallestimento, Il mattino ha l'oro in bocca, scritto e diretto da Sonia Antinori, primo capitolo del vasto progetto W.I.S.E., parola inglese che significa “saggio”, è l'acronimo di Workshop Identity: a Story about Europe (“laboratorio identità: una storia sull'Europa”), un progetto teatrale nato da un confronto europeo sui temi della Politica e della Democrazia. Oltre sessanta testimoni del Novecento sono stati interpellati in quattro nazioni (Italia, Germania, Gran Bretagna e Polonia) sulla loro biografia politica: le loro memorie e i loro discorsi hanno costituito la base dei 12 capitoli di questo grande romanzo teatrale, tre per ogni nazione partecipante.
L'Italia si è occupata dei capitoli I, IX e XII; il primo capitolo di questo vasto romanzo corale, Il mattino ha l'oro in bocca, è un varietà sul percorso fatto dalla politica delle generazioni del dopoguerra alla sindrome antipolitica del nostro presente.
Il mattino ha l'oro in bocca è dedicato all'Italia e racconta la generazione dei bambini di guerra, nati all'ombra dell'Impero e cresciuti nell'idea di un'Europa come garanzia di una nuova epoca di pace: ma le personali tensioni di miglioramento di questi ultimi protagonisti del Novecento sono balbettate da un gruppo di ragazzi di oggi in crisi di fronte alla totale disgregazione, mentre una coppia di testimoni resta a guardare.
“Nino era comunista, Franco era comunista, Loredana figlia di un comunista, Maria Grazia figlia di un repubblicano, Angelo era socialista figlio di socialista, Oreste socialdemocratico, Lilli radicale, Piero democristiano, Giancarlo era missino. In principio era la Politica. Poi la radicalizzazione ha disintegrato le speranze, le distopie hanno sostituito le utopie, la storiografia ha celebrato la fine della Storia, la Democrazia è stata contraddetta, il concetto di Politica è saltato.” Sonia Antinori.
Sul palcoscenico Desirée Domenici, Giacomo Lilliù, Giulia Salvarani, con la partecipazione di Mauro Maggini e Loredana Barbanera. Due le repliche previste in cartellone a San Severino, prima della tournée in Toscana: venerdì 4 marzo alle ore 11 per le scuole e venerdì 4 marzo alle 21 per tutti con prelazione per gli abbonati della stagione teatrale.