Teatro

Il "Sacre" di Susanna Beltrami: danza e cinema per raccontare l'immigrazione

Il "Sacre" di Susanna Beltrami: danza e cinema per raccontare l'immigrazione

Alina è una ragazza giovane, figlia di immigrati. Il suo sogno è simile a quello di molti coetanei italiani: danzare, o meglio, affermare la propria libertà di scelta. Gli ostacoli imposti dalla famiglia d’origine, portatrice di cultura e valori differenti, le impediscono però di realizzare le sue aspirazioni.

Sarà la danza, alla fine di un percorso drammatico e difficile, la sua unica via di riscatto. “Italy Amore Mio”, il nuovo film di Ettore Pasculli, prodotto da UPC Studios ed ExFormat Comunicazionere,  che uscirà nelle sale UCI Cinemas il prossimo autunno, sceglie una storia come tante, lette troppe volte sulle cronache dei giornali, per affrontare il tema delle violenze psicologiche nei confronti delle donne e le difficoltà d’integrazione dei figli di genitori stranieri.

“Perchè la danza, linguaggio universale per eccellenza, può diventare lo strumento più adatto per affermare il superamento del conflitto tra culture”, spiega Susanna Beltrami, direttrice del Centro DanceHaus di Milano e impegnata nella nuova produzione come coreografa e attrice. E aggiunge: “il film intende raccontare l’anima multietnica del nostro Paese e come essa non sia un remoto futuro ma un presente spesso ignorato”.

Le riprese di “Italy Amore Mio” sono iniziate a febbraio scorso a Milano, proprio negli spazi di DanceHaus, area industriale recuperata anni fa e trasformata in un centro di formazione multi-disciplinare, coinvolgendo un cast eterogeneo formato da attori giovani o di consolidata esperienza cinematografica e dagli stessi allievi e danzatori danzatori di DanceHaus,

Il soggetto, che trae una prima ispirazione dal testo “Il monopolio dell’Uomo” (Anna Kuliscioff, 1890), è molto attuale: “Alina, ragazza rumena che si trova a fronteggiare lo scontro fra la cultura impressa dalla famiglia tra le mura domestiche e quella assimilata nella società in cui è cresciuta – racconta Beltrami – vuole affermare stili di vita propri e trova nella danza  una forma d’integrazione.

Come nasce l’intero progetto? “Ettore Pasculli, considerato tra i padri del cinema digitale italiano e impegnato da anni nella realizzazione di lungometraggi volti a sensibilizzare su tematiche sociali, aveva in testa un film sul gravoso tema dell’integrazione sociale ma voleva appoggiarlo, per renderlo più poetico, al mondo della danza, caro ai giovani. Me ne ha parlato e mi sono entusiasmata”.

Milanese d’azione, già direttrice della Compagnia Pierlombardo Danza con sede al Teatro Franco Parenti di Milano, Susanna Beltrami entra nel mondo del cinema per la prima volta: “il cinema – puntualizza - può indurre a riflettere per smussare le crudezze delle differenze sociali, non solo razziali ma di status”. Il cast? comprende attori teatrali come la protagonista, Eleonora Giovanardi, Sara Bertelà, Tiffany Ford, Alessandro Girami e Adamo Miniero; figure di esperienza nel mondo del piccolo e grande schermo come Salvatore Lazzaro, co-protagonista, e Sergio Bini, in arte Bustric; attori attualmente impegnati in televisione come Lorena Antonioni; ballerini come Federica Posca e Ivan Ristallo; corpi di ballo multietnici. 

“Anche le coreografie scelte non sono casuali – racconta -  la ripresa nel film della mia versione de La Sagra della Primavera, un lavoro dove l’Eletta è una ragazza scelta dai coetanei e simbolicamente immolata attraverso un rito primaverile urbano, sarà l’evento site specific a cui legare la storia personale di Alina, promessa in sposa ad un uomo della malavita”.

Insomma, un Sacre già presentato in location inusuali, tra cui Piazza Affari, la piscina Caimi di Milano, il porticciolo di Portofino,  che potrà contare su 150 danzatori della scuola in abiti metropolitani, giubbotto e ambibi. “Per me questo progetto – conclude - è legato anche al succedersi delle varie generazioni di danzatori con cui ho lavorato o che ho formato.

Il finale? “Posso solo dire che ci sarà un lieto fine, sulle coreografie del Sacre girate al nuovo polo dei grattacieli di Milano nell’avveniristica piazza Gae Aulenti, dove Alina tornerà con coraggio alle sue prove dopo essere riuscita a sconfiggere i pregiudizi e ad affermare la sua libertà di donna attraverso l’amore per se stessa e per la danza”.

In attesa dell’uscita del film DanseHaus ospita altri eventi: in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design il prossimo 8 luglio diventa sede di “Body and Light 2 – performance per corpi e luci”, una notte bianca di performance che vede insieme creativi del design e giovani coreografi e danzatori; tutti i padiglioni saranno aperti alle installazioni dei linguaggi dell’arte contemporanea per un percorso interattivo tra corpo e luce.