L'Ensemble Imaginarium porta a Napoli un repertorio di grande effetto, spaziando dal tardo Rinascimento al Barocco.
Pochi musicisti come il maestro Enrico Onofri possono vantare un curriculum così radicato nel segno della tradizione eppure ricco e vario per le scelte di repertori da sviluppare e le collaborazioni musicali. Il programma del concerto tenutosi nella suggestiva chiesa di S. Caterina da Siena è testimonianza proprio di questo percorso originale seppure rigoroso per lo studio dello strumento e l’amore per la ricerca. Il gruppo dell’Ensemble Imaginarium formato dal violoncellista Alessandro Palmieri, dal liutista Simone Vallerotonda e dal clavicembalista Riccardo Doni ha dimostrato nello svolgersi della serata, un grande affiatamento ed affinità di sensibilità artistica, tenendo conto dei differenti stili che proprio gli autori eseguiti imponevano agli esecutori.
Il programma infatti spaziava dal tardo Rinascimento al Barocco, affrontando personalità musicali anche molto diverse tra loro come Giovanni Bassano e Antonio Vivaldi o la compositrice francese De la Guerre, artista dalla raffinata sensibilità melodica purtroppo non molto presente nei programmi delle sale da concerto. La Ricercata Seconda di Bassano ha dato inizio a questo suggestivo viaggio nell’arte del contrappunto del seicento e settecento con attimi di vero virtuosismo strumentale che Onofri riesce a piegare sempre verso una analisi interiore, uno scivolare verso regioni solipsistiche mai finalizzato all’esteriorità tecnicistica. La Ricercata sembra quasi riluttante a voler trovare una sua forma, una sua melodia definita in termini armonici, fungendo quasi da preludio alla ricchezza delle forme degli altri autori eseguiti.
Giovanni Bassano (1558 – 1617) fu noto in vita sia come esecutore che come direttore, e ricoprendo la carica di maestro di cappella nella Basilica di S. Marco ebbe grande importanza per la diffusione della musica dei Gabrieli, grandi compositori nel panorama rinascimentale e veri maestri nell’arte del doppio coro. Un discorso a sé merita l’esecuzione della sonata prima in re minore di Elisabeth De la Guerre, clavicembalista e compositrice che visse in Francia alla corte del Re Sole.
De la Guerre (1666 – 1729) fu figlia d’arte, musicista e cantante talentuosa; incantò con la sua bellezza ed il prodigioso talento Luigi quattordicesimo che la volle a corte assicurandole protezione per tutti gli anni del suo regno. Dopo la morte del figlio e del marito intensificò l’attività musicale organizzando concerti semiprivati divenendo nota come virtuosa del clavicembalo. Tra le opere pubblicate vanno ricordate le quattro sonate per clavicembalo, la Tragedie Lirique Cephale e Procris e le Cantate Francesi su soggetto sacro. Il suo nome fu completamente dimenticato nel diciannovesimo secolo ma godette di grande fama come virtuosa del clavicembalo per tutto il settecento.
Vanno ricordati ancora l’invenzione quarta in sol minore del Trentino Antonio Bonporti (1672 – 1749) secondo alcuni allievo di Arcangelo Corelli, ed un lavoro del fiorentino Veracini (1638 – 1720), ammirato violinista alla corte medicea. Fungono da punto di riferimento e centro di equilibrio del programma le due sonate del celebre compositore A. Vivaldi che rivela anche in questi lavori “minori” un talento quasi insuperabile nella fantasia tematica e nella capacità melodico – armonica, oltre a caratterizzare ogni sua pagina con quella vena malinconica nota anche ad un pubblico più vasto. A fine concerto il gruppo riceve calorosi e numerosi applausi accontentando il pubblico con un virtuosistico bis degno d’un programma così ben concepito e studiato nei particolari, nel segno d’una ricerca paziente e sempre ricca di nuove proposte di grandi pagine del passato, altrimenti purtroppo destinate ad un oblio collettivo.