Teatro

Per la nuova stagione del Goldoni di Venezia il futuro si fa piu' prudente

Per la nuova stagione del Goldoni di Venezia il futuro si fa piu' prudente

Alessandro Gassmann, al suo ultimo atto come direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto, a partire dagli inizi di luglio infatti sarà avvicendato da Massimo Ongaro, ha presentato la stagione 2014/15 del Goldoni di Venezia sul palcoscenico del teatro stesso insieme al Presidente dello Stabile Angelo Tabaro.


Gassmann prova a spiegare, con il suo solito fare sornione e i tanti non detto che si percepiscono tuttavia tra le righe, come la sua attività di regista e attore mal si abbinerebbero con il nuovo profilo di direttore artistico che negli Stabili prevede il Decreto Legge “Valore Cultura”, destinato a riformare dopo anni di attesa il settore teatrale italiano. Quanto di bene o di male questa riforma contenga lo si vedrà presto, nel frattempo, chiosa Gassmann, “ho ancora da raccontare tante storie sui nostri palcoscenici”.

Insiste allora, e francamente c’è qualcosa che non torna in tale insistenza, a tessere lodi sui suoi progetti futuri, la ripresa del Riccardo III,  la regia di 7 Minuti scritto da Stefano Massini con Ottavia Piccolo protagonista e produzione dello Stabile del Veneto, poi però torna ai quattro anni passati alla direzione, allo sforzo messo in atto per trascinare il più possibile i giovani a teatro, al premio Off con cui si sono aperte le passate stagioni, all’esperimento di mettere in rete il Goldoni e il Verdi di Padova, offrendo agli abbonati la possibilità di comporre abbonamenti che prevedano spettacoli di entrambi le stagioni.

Quella degli abbonamenti diversificati e integrati è sicuramente una delle novità della stagione, così come l’esperimento di anticipare alle 19,00 il turno del sabato per favorire quanti non risiedano nel centro storico della città lagunare. Ma forse la novità maggiore, si lascia scappare Gassmann rispondendo a una domanda della platea, è quella di una stagione più vicina ai gusti del pubblico, che vada maggiormente incontro alle richieste di abbonati e fruitori di quello che rimane, nell’immaginario dei veneziani, il salotto teatrale della città. Una stagione, dunque, con meno scossoni e sperimentazioni rischiose, quindi meno attaccabile sul terreno della popolarità e del botteghino.

E in effetti, a guardare il cartellone, l’impressione è quella di una serie di spettacoli con interpreti e registi di tutto rispetto, da Silvio Orlando a Marco Sciaccaluga, da Ottavia Piccolo a Glauco Mauri, da Cristina Comencini a Franco Branciaroli, e titoli rassicuranti, classici e Goldoni, innanzitutto, una spruzzata di contemporaneità e l’immancabile operetta fuori abbonamento. Tanto Goldoni, dunque, ma non quello di Latella che nella passata stagione aveva fatto gridare allo scandalo, niente Mario Martone e le sue coraggiose Operette Morali viste sempre l’anno scorso, niente De Capitani icastico e sprezzante presente nei due cartelloni passati, niente Delbono che viene invece, forse per prudenza, dirottato a Padova così come a Padova trovano sistemazione Carlo Cecchi, Ugo Chiti e l’Arca Azzurra Teatro.

In totale su dodici spettacoli in abbonamento si contano tre Goldoni, uno Shakespeare, un Pirandello e un Moliere. Una stagione che, è lo stesso Gassmann a dirlo dal palcoscenico, è forse molto lontana da quelli che sono i miei personali gusti. L’affermazione stupisce, non si capisce infatti la presenza di un direttore artistico se poi non lavora con i suoi gusti che dovrebbero essere anche la sua linea di condotta, l’affermazione stupisce ma passa sotto silenzio, neanche un lieve imbarazzo del presidente Tabaro o dello staff presente in sala. Ma, si sa, Alessandro il briccone, con quel suo muso irresistibile, sa farsi perdonare tutto.
Persino di averci detto più di una bugia in questa conferenza stampa.


Il programma completo della stagione è qui.