Anche quest’anno, dal 24 marzo al 29 luglio, sono in scena a villa Olmo, come è ormai tradizione dal 2004, i grandi capolavori dell’arte internazionale con una imperdibile esposizione da titolo La dinastia Brueghel, curata da Sergio Gaddi e Doron J. Lurie conservatore al Tel Aviv Museum of Art: in mostra un centinaio di capolavori dell’arte fiamminga tra XVI e XVII secolo, di cui settanta dipinti e trenta tra disegni e grafiche provenienti da collezioni pubbliche e private, che dalla città di Plinio si trasferiranno poi a Tel Aviv, Praga e Miami.
Una famiglia, quella dei Brughel, che segnò profondamente l’arte europea per ben quattro generazioni a partire dal capostipite Pieter Brueghel il Vecchio il quale, seguendo il solco tracciato da Hieronymus Bosch di cui in mostra si può ammirare come esempio lo splendido olio su tavola dal titolo I sette peccati capitali, amò indagare le follie, i vizi e le virtù dell’esistenza umana. Di lui e del suo pensiero sappiamo pochissimo in quanto la documentazione è pressoché assente, ma ci restano a monito di un genio indiscusso, oltre alla spiccata riconoscibilità del tratto, lo sguardo quasi surrealista lanciato sulla quotidianità di una vita contadina della quale egli si sente certamente partecipe e una sensibilità straordinaria per il comico e il grottesco che risulta di incredibile modernità. I colori sono luminosi e gli scorci prospettici mostrano una profonda e personale assimilazione dell’arte italiana che viene a fondersi con l’attenzione al particolare minuto e alla cura per il dettaglio tipici, invece, dell’arte fiamminga.
La valenza educativa insita nell’opera di Pieter il Vecchio passa poi ai figli Pieter il Giovane e Jan il Vecchio che pur con autonoma sensibilità riprendono per anni i temi paterni. Pieter il Giovane in particolare, spinto dalle richieste dei committenti, realizza copie delle opere del padre, mentre Jan il Vecchio, soprannominato "dei velluti", entrò nell’orbita di Rubens e ne divenne profondamente amico. Del primo dei due fratelli in particolare si possono ammirare capolavori quali Danza nuziale all’aperto, Trappola per uccelli (in due versioni) o Il censimento di Betlemme.
Ben testimoniato in mostra è anche il genere floreale che nei Paesi Bassi, a cominciare dalla seconda metà del XVI secolo, ebbe un successo straordinario e vide competere tacitamente i più grandi artisti dell’epoca, tra i quali spiccarono senza dubbio Jan Brueghel il Vecchio e i suoi figli Jan il Giovane e Abraham. Il messaggio implicito in questo genere di pittura è ovviamente il tema della Vanitas, ma a colpirci maggiormente oggi è la straordinarietà della tecnica pittorica impiegata, la conoscenza botanica fuori dal comune e la rappresentazione quasi fotografica della realtà.
La dinastia Brueghel, come ben testimoniato dal percorso espositivo, estende però i propri influssi anche ad altre personalità di spicco che gravitano nell’orbita della famiglia, come Jan van Kessel I, figlio di Paschasia sorella di Jan il Giovane, il quale si specializza in dipinti di piccole dimensioni e David Teniers il Giovane, marito di Anna figlia di Ambrosius a sua volta figlio di Jan il Vecchio, fondatore dell'Accademia Reale di Belle Arti di Anversa, che fu pittore di corte dell'arciduca Leopoldo Gugliemo prima, e di Giovanni d'Austria poi.
La mostra è aperta presso Villa Olmo, via Cantoni 1, Como da martedì a giovedì con orario 9 – 20 e da venerdì a domenica con orario 9 – 22 (la biglietteria chiude un’ora prima); lunedì chiuso. Ingressi: intero €10, ridotto €8 Informazioni: tel 031-571979. Catalogo: Silvana Editoriale.