Per la prima volta in Italia 150 opere della collezione privata dello storico e critico d'arte legate dal filo della Bellezza ed esposte in senso cronologico dal Medioevo al Novecento: Lorenzo Lotto, Guercino e Artemisia Gentileschi tra i tanti artisti presenti a Palazzo Campana di Osimo (AN) fino al prossimo 30 ottobre.
Per la prima volta in Italia oltre 120 opere della collezione privata di Vittorio Sgarbi, storico e critico d'arte e appassionato collezionista anche con la collaborazione della mamma Rina Cavallini, recentemente scomparsa, alla quale la mostra è dedicata.
Un insieme eterogeneo, una vera e propria summa dell'arte italiana, tra pittura e scultura, dal Medievo al Novecento, che consente un ripasso di storia dell'arte di alta qualità. Il filo conduttore è la bellezza ("Opere belle, dipinte con lo spirito della forma che dà il senso alla loro dignità estetica" nelle parole di Sgarbi alla conferenza stampa di presentazione): la selezione delle opere vuole sì rendere conto della peculiare e complessa geografia artistica della Penisola, ma anche vuole mostrare la Bellezza della rappresentazione artistica.
Ampiamente documentate le principali scuole italiane con artisti famosissimi: Guercino, Artemisia Gentileschi, Lorenzo Lotto e tanti altri, senza dimenticare i marchigiani (Cola dell'Amatrice, Giovanni Francesco Guerrieri, Simone Cantarini, Sassoferrato, Andrea Lilio, Pier Leone Ghezzi, Francesco Podesti). La mostra, esposta nelle sontuose sale del piano nobile di Palazzo Campana nel centro storico di Osimo, è allestita cronologicamente per epoche, dal XIII al XIX secolo, e si conclude nella cappella con un riassunto tramite alcune pale d'altare.
L'apertura è riservata all'Aquila di Nicolò dall'Arca per sottolineare ironicamente lo "sguardo rapace" di Sgarbi, il quale ha svelato ai giornalisti che la sua sala preferita è quella che espone Cagnacci, Artemisia e Morazzone, legate dalla frase di Dante "Tre donne intorno al cor mi son venute". Ma parimenti interessanti la galleria delle sculture, la stanza dei ritratti e le sue sezioni coi libri, soprattutto i rari libri antichi che costituiscono le fonti della storia dell'arte.
L'allestimento, curato dalla fidata ed esperta Liana Lippi, è davvero molto bello e sperimenta una nuova modalità per le didascalie illuminate a led. La mostra, curata come il catalogo da Pietro Di Natale e con la collaborazione di Stefano Papetti, è introdotta dalla frase di Sgarbi dedicata alla madre: "A mia madre Rina Cavallini, che ha risposto a ogni mia richiesta. Ed è qui, in Paradiso, fra queste stanze". Un collegamento possibile, fatto in conferenza stampa, è con Don Giovanni. E con una citazione dal libretto dell'opera di Mozart si chiude l'intervento di Sgarbi: "Madamina il catalogo è questo, delle belle che amò il padron mio".