Continuano gli incontri alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Venezia, con i protagonisti del teatro italiano. Dopo Ottavia Piccolo, tocca a Pippo Delbono.
Nuovo capitolo del progetto Passi Sospesi, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamos Teatro. L'appuntamento questa volta è Venerdì 6 marzo alle ore 16,00 quando Pippo Delbono, in scena questa settimana al Teatro Verdi di Padova con il suo Orchidee, incontrerà le detenute della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Venezia. Il progetto di Balamos Teatro, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto, prova a contaminare la libertà dello spazio scenico con l'esperienza della reclusione e dopo Ottavia Piccolo, attrice sensibilissama ad ogni tematica sociale, è il turno di una delle compagini più anarchiche, se ancora può valere una tale etichetta nel teatro contemporaneo, del panorama italiano, quella appunto di Pippo Delbono.
Pippo Delbono , autore, attore, regista, è nato a Varazze (SV) nel 1959. Negli anni 80 ha iniziato gli studi di arte drammatica in una scuola tradizionale che ha lasciato in seguito all’incontro con Pepe Robledo, un attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre. Insieme si sono trasferiti in Danimarca e si uniscono al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell'Odin Teatret e Delbono ha iniziato un percorso alternativo alla ricerca di un nuovo linguaggio teatrale. Nel 1987 ha incontrato Pina Bausch che lo ha invitato Wuppertaler Tanztheater, segnando profondamente il percorso artistico del regista.
Lo stesso anno ha creato il suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini e in seguito: Morire di musica, Il Muro, Enrico V, La rabbia, Esodo, Itaca, Her Bijt, Il Silenzio, Gente di plastica, Guerra (e l’omonimo documentario), Urlo, Racconti di Giugno, Questo buio feroce, Grido (lungometraggio), La Menzogna, La Paura (lungometraggio), Blue Sofa (lungometraggio), Dopo la battaglia, Obra Maestra (opera lirica). Barboni è stato lo spettacolo che vede protagonista Bobò, un piccolo uomo sordomuto e analfabeta, incontrato casualmente in un laboratorio nel manicomio di Aversa, dove era rinchiuso per 45 anni. Pippo Delbono ha riconosciuto in Bobò e nella sua capacità gestuale i principi del teatro orientale. Gli elementi che Delbono aveva appreso dopo lunghi anni di training erano presenti come dote acquisita in Bobò, un attore capace di accompagnare con precisione il suo gesto teatrale nella totale assenza di retorica.
La Compagnia Delbono, ha fatto tappa in più di cinquanta paesi e oggi rappresenta una delle più note realtà italiane teatrali nel mondo.