Teatro

Teatro contemporaneo per il 'compleanno' di Bologna

Teatro contemporaneo per il 'compleanno' di Bologna

Per il novecentesimo compleanno di Bologna alla Scalinata del Pincio, ai Giardini del Guasto e alla Torre degli Asinelli, dal 15 al 22 maggio Milena Magnani, Grazia Verasani e Simona Vinci mettono in scena tre azioni teatrali sotto la direzione di Andrea Adriatico.

Passato presente e futuro sono raccontati in modo personale per festeggiare i 900 anni del Comune di Bologna da tre autrici che, con un progetto unitario che unisce tre luoghi simbolo della città, mettono in scena tre “corti” teatrali. Andrea Adriatico dirige le opere di Milena Magnani, Grazia Verasani e Simona Vinci e i sedici interpreti, per riflettere sul rapporto tra la storia, l’attualità e le prospettive della città di Bologna, definita Concives da Enrico V nel 1116.

In prima assoluta domenica 15 maggio debutteranno, in occasione dei festeggiamenti del Nono Centenario della città, i tre testi autonomi che compongono  il progetto Bologna 900 e Duemila, e che replicheranno tutte le sere fino a domenica 22 maggio.

Bologna, nella ricorrenza dei suoi primi 900 anni, è su una soglia, così come del resto lo è l’Italia: occorre ricucire fili, trovare connessioni, riprendere la memoria e ricominciare a sognare e costruire. Un progetto di teatro contemporaneo che si offre come riflessione sulle cuciture in atto e in potenza, tra passato, presente e futuro, nella città emiliana, sospesa tra un novecento ancora infinito e un 2000 che deve ancora venire, con uno sguardo attento ad un grande maestro teatrale, Leo De Berardinis, è il filo conduttore delle tre creazioni: della Rocca Ostile di Simona Vinci (alla Scalinata del Pincio, ore 20); Bo Bohème di Grazia Verasani (ai Giardini del Guasto, ore 21); Per amor del cielo di Milena Magnani (alla Torre degli Asinelli, ore 22).

In scena Anna Amadori e Rossella Dassu. Le loro parole ci accompagneranno, attraverso tre quadri, a fotografare questa soglia dell’anno 2016 in un inedito affresco, dislocato in tre spazi differenti della città, studiato per porre di fronte alla cittadinanza come occasione di pensiero, il senso di una agorà del XXI secolo. Una ricerca drammaturgica ponte tra passato e futuro, dove i 900 anni di municipio sono quello che resta per raccontare ciò che si sogna, il senso del proprio essere concives, la propria storia recente, il punto di arrivo, e intravedere non una catarsi ma un futuro concreto di convivenza e di sviluppo.