L'hip hop si nobilita e passa dalla danza di strada ad un linguaggio di scrittura contemporanea. Se poi ad innamorarsene è anche una icona del mondo della danza come Carolyn Carlson, il gioco è fatto.
Un ballerino come Brahim Bouchelanghem, che la Carlson stessa appunto definisce “il poeta della street dance”, francese di origine algerina dopo aver fondato la sua compagnia Zahrbat (una parola di origine araba che significa "non stare mai fermo", essere in continuo movimento, probabilmente anche nomade) arriva a Milano al Teatro Studio Melato per tre sole eccezionali recite dal 23 al 25 giugno, con Tracks.
In questo spettacolo intreccia l’hip hop con il jazz e la danza contemporanea, persino con il tip tap, trasportando il pubblico nel cuore degli “annès folles” ovvero tra gli Anni Venti e Trenta del Ventesimo secolo.
Dopo aver dato un divertente anteprima di quanto si vedrà in teatro proprio sulla strada, in via Rovello davanti al Grassi, coinvolgendo grandi e bambini a danzare insieme sulla musica di “Sex machine” di James Brown, il coreografo, che vedremo in scena con tre dei suoi ballerini, ha raccontato delle origini della sua danza facendo riferimento in particolare proprio alla costruzione di questa perfomance nata su commissione della Carlson che aveva chiesto Bouchelanghen di creare uno spettacolo sulla danza di strada.
“Quando avevo nove anni sono andato in Algeria sulla tomba di mio padre – ha raccontato il coreografo – e il mio ricordo di lui era quello di una persona che non stava mai ferma e amava giocare alle carte. In qualche modo era come se volessi chiedere a lui, che vedevo come una persona in continuo movimento da qui il nome della mia compagnia ovvero Zahrbat, la sua approvazione per diventare un ballerino”.
In Tracks in particolare la danza hip hop diventa una nuova forma di scrittura poetica basata sulla storia dei quattro personaggi in scena, che raccontano il loro vissuto, mixando la danza jazz con l’hip hop, il tip tap e il contemporaneo. “Questo lavoro è stato per me anche una sfida con la musica, perché non ero abituato a ballare sulla musica jazz – ha precisato Bouchelanghem – come anche il passaggio dalla strada al teatro fa cambiare la relazione con il pubblico e con lo spazio in cui ci si muove. Bisogna costruire una nuova relazione con lo spettatore che è molto meno diretta rispetto alla strada”.
Tracks”dunque come nuovi percorsi, tracce di danza lasciate sul palcoscenico della vita.
Al Piccolo Teatro Studio Melato dal 23 al 25 giugno ore 19.30 martedì e giovedì mercoledì alle 20.30