Teatro

VIE Festival: la rassegna internazionale di teatro e danza che guarda al mondo

"El bramido de Düsseldorf"
"El bramido de Düsseldorf"

XIV°edizione di VIE Festival, uno dei più importanti appuntamenti dedicati alla scena contemporanea internazionale: dal 1 al 10 marzo in scena a Modena, Bologna, Carpi, Vignola, Castelfranco Emilia e Cesena

Giunge quest’anno alla sua XIV° edizione il VIE Festival, rassegna internazionale di teatro e danza contemporanea, in scena da venerdì 1 a domenica 10 marzo 2019 tra Modena, Bologna, Carpi, Vignola, Castelfranco Emilia e quest’anno anche a Cesena.

VIE Festival, organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, è uno dei più importanti appuntamenti dedicati alla scena contemporanea internazionale e fin dal principio si è definita come un viaggio, un luogo dove raccogliere le molteplici voci del presente fra teatro, musica e danza con l’obiettivo di esplorare la contemporaneità, di intercettare il delinearsi di nuove identità e soggettività nell'ambito dello spettacolo dal vivo.

Mescolare generi, lingue e tecniche: esplorare la contemporaneità

Afferma il direttore di ERT Fondazione, Claudio Longhi: «Fedele alla sua prima vocazione di mappare la contemporaneità per tentare, più ancora che di coglierne la strada maestra, di ipotizzare il tracciato labirintico dei suoi possibili percorsi aperti sulle geografie del nuovo, anche per la quattordicesima edizione VIE Festival continua le sue “eccentriche” esplorazioni della scena odierna per indovinarne e proporne taluni tratti singolari».

Un festival degno delle più prestigiose vetrine internazionali in grado di farsi soggetto produttore di alcune delle proposte più interessanti del panorama artistico contemporaneo, mescolando generi, lingue e tecniche.
 

Una programmazione che guarda al mondo

Una programmazione dal respiro internazionale con artisti provenienti da diverse aree geografiche, spaziando dalle questioni urgenti del vecchio continente -minacciato dalla perdita d’identità e di valori- al panorama politico e sociale dell’America Latina, fino alla tradizione cinese.
Il filo rosso che lega le scelte artistiche è una particolare attenzione alla nuova drammaturgia internazionale e nazionale, che si fa strumento nel dare forma alla realtà contemporanea.
Come afferma Claudio Longhi: «Una drammaturgia cangiante, che nelle sue mille eccezioni sembra volerci dire che il “mondo” d’oggi può ancora essere rappresentato attraverso il teatro».

In questa edizione l’intreccio e l’interazione si fanno più forti e si arricchiscono della presenza della seconda edizione di Atlas of Transitions Biennale – HOME, che si svolge in contemporanea a Bologna, con l’obiettivo di intersecarne la programmazione. Due sguardi, due progetti che, nella loro autonomia e identità, dialogano per dare vita a possibili interazioni tra pubblici, luoghi e proposte artistiche diverse e molteplici nel segno dell’inclusività.
 

"First Love"

I protagonisti e la “drammaturgia cangiante”

Artisti internazionali e italiani, nuove rivelazioni e protagonisti affermati conducono gli spettatori a percorrere le differenti “vie” del teatro e della danza, “vie” artistiche, geografiche e dell’anima, che si intersecano interagendo tra loro.

I protagonisti di questa edizione sono: Amy León, Berlin. Compagnia Scimone Sframeli, Davide Carnevali, Dimitris Kourtakis, El Arce, Falk Richter, Fanny & Alexander, Gabriel Calderón, Giorgina Pi, Bluemotion, Kepler-452, Kornél Mundruczó, Marco D’Agostin, Sergio Blanco, Simona Bertozzi, Teatrino Giullare, Teatro delle Albe, The Wild Donkeys, Violet Louise/Aglaia Pappa e Yeung Faï.
 

"I am Europe"


Una drammaturgia “critica”  esplosa in un caleidoscopio di possibilità e prospettive: aperta al dialogo con il postdrammatico nelle visioni multimediali di D.Kourtakis o nelle vertiginose mise en abîme di S.Blanco, passando per il didattico divertissement postmoderno di D.Carnevali (Teatrino Giullare); tentata dal teatro documento di Kepler-452 ma sensibile anche al fascino dell’epopea e del fiabesco di Yeung Faï; disposta a esplorare le risorse dell’(auto)biografia con Casa Calabaza, First love o I am Europe, magari spingendosi fino a saggiare forme liminali come la biografia dell’organico di Joie de vivre o la biografia ficta di Wasted;  concentrata a interrogare i confini tra verità e finzione nei quadri dei BERLIN, di K.Mundruczó o di Fanny & Alexander;  innamorata della letteratura sulle scene di A Bergman affair, Strange tales e Fedeli d’amore; vicina all'esercizio della riscrittura di Scimone Sframeli; pronta a cercare nuove soluzioni come il recital di Amyra (Amy León) o l'epica fantascientifica di Gabriel Calderón. 

VIE FESTIVAL - Il programma completo.
 


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