Divismo di inizio secolo marcato belle époque, sontuose ambientazioni art déco tutte giocate sulle tonalità del bianco e del nero a ricordare il neonato cinema muto, ecco le cifre distintive dell’elegantissimo allestimento a firma Ivan Stefanutti presentato al Teatro Sociale di Como nel 2002, ma riproposto con successo dal Circuito Lirico Lombardo anche all’interno della stagione di quest’anno. La sua Adriana si toglie dunque la parrucca per indossare i panni e ripercorrere l’enfatica gestualità di una novella Sarah Bernhardt o di quell’Eleonora Duse che tanto fece sognare il nostro D’Annunzio, in un contesto che certo più si addice alla figura della diva di quanto non capitasse con la consueta ambientazione settecentesca. Tutto risulta estremamente curato, scene, costumi, movimenti, luci, all’interno di un complesso perfettamente funzionale e funzionante che non lascia certo delusi.
Nel ruolo del titolo una splendida Daria Masiero ci regala un’interpretazione davvero di alto livello: la sua Adriana è forse meno enfaticamente svenevole di quanto ci si possa attendere, ma la voce è cristallina, si leva senza esitazioni e si dispiega solida nei centri, coadiuvata da una tecnica impeccabile. Angelo Villari è un convincente e sonoro Maurizio dall’acuto pulito e squillante che mostra di possedere un buon controllo del proprio strumento vocale. Nei panni di un impacciato e quasi commovente Michonnet Francesco Paolo Vultaggio si è mostrato perfettamente congeniale al ruolo: il timbro è particolarmente caldo e avvolgente, l’emissione controlla, la capacità interpretativa innegabile. Sanja Anastasia è un’algida Principessa di Bouillon, costantemente in preda ad una visibile tensione, vero contraltare negativo di Adriana: potente il mezzo vocale che si leva con la giusta protervia richiesta dal ruolo, curatissimo il fraseggio. Di alto livello anche tutti i comprimari: Luca Gallo (Principe di Bouillon), Matteo Macchioni (Abate di Chazeuil), Ugo Tarquini (Poisson), Riccardo Fassi (Quinault), Lucrezia Drei (Mad.lla Jouvenot) e Lara Rotili (Mad.lla Dangeville).
Appassionata ed elegante la direzione di Carlo Goldstein, in buca con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, in costante ricerca di equilibrio fra gli elementi di intimistica melanconia e quelli di passionale voluttà presenti nella partitura: il suono è pieno e rotondo, l’accordo col palcoscenico perfetto. Positiva anche la prova del Coro AsLiCo preparato dal Maestro Antonio Greco.