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DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

Alla Scala trionfa la coppia Saranov e Somova

Alla Scala trionfa la coppia Saranov e Somova

Una trionfale apertura della nuova stagione di balletto 2010/2011 l’altra sera al Teatro alla Scala di Milano, con una misurata e nello stesso scoppiettante direzione di Daniel Barenboim, amatissimo dal pubblico, del “Lago dei cigni” di Ciaikovski, con la coreografia dei Rudolf Nureyev ripresa da Charles Jude, uno dei ballerini preferiti dallo stesso Nureyev con il quale interpretò i maggiori ruoli del repertorio classico.

Il balletto, che alla prima ha visto il tutto esaurito come anche all’anteprima giovani del 15 dicembre, andrà in scena fino al sette gennaio con cast diversi che si alterneranno a un trio d’eccezione scelto appositamente per la prima e formato dalla coppia Alina Somova e Leonid Saranov (già interpreti in questa stagione di un bellissimo Don Chischiotte) rispettivamente nei ruoli di Odette-Odile e di Sigfrido e da Antonino Sutera nel ruolo di Rothbart che fu dello stesso Nureyev.
Nei prossimi giorni il cast principale si alternerà con quello formato da Francesca Podini, Gabriele Corrado e Eris Nezha e da Marta Romagna, Eiris Nezha e Alessandro Grillo.

Era il 1973 quando Nureyev apparve sul palcoscenico della Scala nel “Lago dei cigni”; la versione in cui Nureyev danzerà accanto a Carla Fracci è quella di Jhon Field e a quell’epoca il grande danzatore, che aveva trentacinque anni, era già nel pieno della sua maturità artistica e di uomo.
La coppia Fracci Nureyev era amatissima dal pubblico milanese e quando Nureyev creò la sua nuova versione del “Lago dei cigni” per l’Opera di Parigi, il Teatro alla Scala decise nella stagione 1989/90 di acquisire per la propria compagnia quella versione che, assieme ad altri balletti del grande danzatore e coreografo, sono rimasti ancora oggi nel repertorio della compagnia.

A rivederlo oggi alle porte del 2011 viene sicuramente da chiedersi qual è la caratteristica che rende il Lago di Nureyev diverso da tutti gli altri. Sicuramente la diversa sensibilità con cui ha riletto il personaggio di Sigfrido che diventa un uomo ribelle alla tradizione, e sicuramente all’interno del balletto, non è un personaggio secondario rispetto a quello del cigno Odette-Odile.
Forse poi Nureyev ebbe anche un processo di identificazione nel ruolo del principe ribelle alla tradizione come all’autorità materna, che in questo paso si sposta su un personaggio nuovo introdotto da Nureyev quello doppio di Wolfgang e Rothbart, che ritagliò poi per se stesso e qui interpretato da Antonio Sutera nel pieno ella sua maturità artistica e tecnica. E’ lui a impersonare il tutore del principe (nel quale la critica dell’epoca vide il conflitto esistente con la figura con la figura paterna) il quale poi si trasforma nel genio del male che tiene prigioniera la principessa trasformata in cigno.

Del resto ben si nota in questa versione ripresa da Charles Jude, che fu principal dancers di Nureyev, come il ruolo maschile del principe qui interpretato da uno straordinario Leonid Saranov, che al suo volto di principe bambino contrappone una tecnica ferrea dovuta ad anni e anni di duro lavoro, sia perfettamente equilibrato rispetto a quello femminile. Come del resto anche tutte le danze eseguite dal corpo di ballo, dove i ballerini maschi hanno la stessa evidenza del corpo di ballo femminile. Mostrano potenza muscolare e virtuosismi tecnici al pari delle danzatrici che fino a quel momento, soprattutto con un balletto come il lago dove le linee, la leggerezza, la velocità dei pas de bourrè souvì sulle punte hanno una importanza fondamentale, venivano considerate come protagoniste assolute di quest’opera del repertorio di balletto classico.

Tornando alla figura di Sigfrido è evidente che per Nureyev è lui ad essere principale protagonista rispetto a Odette-Odile che in questa nuova versione scaligera ripresa da Charles Jude è interpretata da una splendida Alina Somova capace, grazie ad una intelligenza e una sensibilità unita alla bellezza del suo volto e del suo corpo slanciato, a trovare un perfetto equilibrio tra la trasposizione tradizionale del personaggio della donna cigno dalla doppia personalità, e la modernità di una nuova esecuzione che ha il sapore di una sensibilità tutta contemporanea.
Per Nureyev Sigfried è un eroe romantico, tormentato e in questo senso forse la solarità e la giovinezza di Saranov non si addicono a quei risvolti psicologici che avrebbe voluto Nureyev.
Infatti “Il lago dei cigni - disse a proposito di questo personaggio lo stesso Nureyev – è per me un lungo sogno del principe che rifiuta la realtà del potere e del matrimonio che gli impongono la madre e il precettore. E’ lui quindi che per sfuggire al malinconico destino che gli si prepara, fa entrare nella sua vita la visione del lago. Nella sua mente nasce un amore idealizzato e la proibizione che esso comporta: di qui il cigno nero e Rothbart, figure speculari, trasposizioni negative del cigno bianco e del precettore. Quando il sogno svanisce la ragione del principe non potrà sopravvivere”.

Teatro alla Scala dal 16 dicembre al 7 gennaio

 

Visto il 15-12-2010