Si tratta quindi di scrivere una bella recensione di “Aspettando Godot”, da un testo di Samuel Beckett. Venti ottobre, teatro della Corte, Genova. In scena la compagnia del Teatro Stabile, regia di Sciaccaluga…ottimi Eros Pagni e Ugo Pagliai, spettacolo coinvolgente: drammatico e al contempo burlesco, divertente. Scenografia curata. L’albero, l’albero che sarà fonte di riflessioni per i personaggi si staglia al centro: maestoso, imperturbabile, beffardo. Bene, mi pare che ci siamo…si tratta ora di riordinare le idee…
“C’è nessuno?”
Ma chi è questo adesso? “Chi cerca scusi?”
“E lei, chi cerca? Che cerca? Che crede di cercare?”
“Be’, io effettivamente mi accingevo a scrivere una recensione.”
“Una recensione? E di che spettacolo, di grazia?”
“Aspettando Godot”
“Ah” si porta una mano alla testa, esclamando: “Ma dunque anche lei è qui per Godot!”
“In un certo senso…”
“In ogni senso, perché non v’è altro in questa vita, in questo eterno dramma, che attesa, che angoscia, che ora si colora di ansia, ora di noia. Tutti, ciascuno a suo modo, aspettiamo Godot”
“Ma, mi chiedevo…”
“Dica, dica”
“Questo Godot ecco…lei l’ha mai incontrato davvero?”
“No, si tratta di un conoscente, ecco…se anche lo incontrassi, forse neppure lo riconoscerei.”
“E allora perché lo aspetta scusi?”
“Perché così so quello che sto facendo, non mi dibatto nell’indecisione, nel dubbio. Ho una certezza incrollabile: sto aspettando Godot. Vede, un giorno, insieme al mio amico ne discutevamo, attendendolo, e si fecero avanti due altri: Pozzo, il padrone e Lucky, il suo schiavo. Ebbene, fu proprio Lucky, in un lampo, quando il suo padrone Pozzo gli ordinò di pensare a tessere inaspettatamente un intrico di parole, ora brillanti, ora vane. E fu in quel momento, nel momento in cui fu data voce a chi era muto, che sentii, per un attimo di aver afferrato il problema, di aver capito. Ma fu un attimo, presto lo schiavo venne reso ancora una volta muto. Forse fu solo un’illusione.”
“Ma se Godot fosse qui, pensa che potrebbe aiutarla?”
“Potrebbe, forse, salvarmi. O forse lo attendo invano. Forse Godot è solo un inganno, una burla. Ma io non ho che questo a cui aggrapparmi: definisco Godot per non scordare me stesso. E chissà che invece non esista davvero e che non voglia un giorno presentarsi qui.”
“E se lo incontrasse, che cosa gli direbbe?”
“Gli direi…”, esita, scosso dal dubbio, dalla voglia di dire qualcosa di vero, di non banale “gli direi che io sono qui”.
Solo questo direbbe, che egli, il personaggio, che sul palco rappresenta noi tutti, è li: in attesa, schiavo del suo dubbio, della sua noia, suo malgrado preda, cinica o sognatrice, di una speranza.
Aspettando Godot.
Genova, Teatro della Corte, 20 ottobre 2009
Visto il
20-10-2009
al
Ivo Chiesa
di Genova
(GE)