Le rassegne di danza dei teatri "minori" di Roma vanno sempre seguite con il massimo dell'attenzione perché è proprio lì che spesso si trovano sorprese gradite, compagnie emergenti, danzatori in erba ma già molto promettenti.
Stavolta la rassegna Azioni dinamiche presentata dal teatro Abarico pure mostrando un gruppo in piena attività, solleva molti dubbi.
Il primo riguarda l'opportunità di una rassegna che si definisce di danza contemporanea, ma che presenta invece delle coreografie molto tradizionali, narrative, di figura, più vicine alla danza moderna che a quella contemporanea (con l'esclusione di Derrumbe che non chi scrive non ha visto e sulla quale non può dunque esprimersi).
Peer Gynt di Veronica Buonarrivo percorre al contrario il percorso seguito da Grieg che ricavò dalla partitura teatrale (op. 23) per il dramma di Ibsen due suite sinfoniche di quattro episodi ciascuna (op. 46 e 55). Buonarrivo parte dalle suite e ripropone l'impianto narrativo del dramma di Ibsen, seguendo una strada squisitamente narrativa, con costumi ad hoc, alta componente recitativa dei danzatori e delle danzatrici, un approccio moderno e non certo contemporaneo.
Ovviamente questo appunto non è un difetto della coreografia ma del contenitore nel quale è stata presentata.
La coreografia in sé è un omaggio alla danza moderna, con composizioni di gruppo canoniche mentre trova i momenti più personali e dunque interessanti nei passi a due e negli a solo dei danzatori. Il resto è pura accademia. Ballerini e ballerine sono tutti giovanissimi, ancora allievi più che professionisti arrivati, e per questo si perdona facilmente qualche sporcatura nell'esecuzione.
Tra tutti si distinguono per la verve teatrale e la forte personalità scenica, Laura di Biagio (spassosa nella sua interpretazione della figlia dei Troll) che, pur appesantita da qualche chilo di troppo, sa danzare con la stessa leggiadria delle sue compagne di scena. Stessa verve recitativa ha Sandro Piccirilli, che, invece, deve ancora sviluppare i muscoli che servono al suo talento di danzatore, da tenere d'occhio nel prossimo futuro. Intensa l'esecuzione della coreografa, anche lei in scena, mentre indifferenti lascia Fabio Garau che interpreta un Peer Gynt anonimo.
Una corografia dignitosa che però andava annoverata più in una rassegna storica sulla danza che in una di danza contemporanea.
Untitled di Diana Florindi è la coreografia più contemporanea, almeno nel suo allestimento: una voce e una chitarra eseguono dal vivo alcuni standard jazz, in maniera impeccabile: Denise Mencarelli dopo un inizio stentato trova sicurezza e si dimostra una interprete dalla voce interessante e dalla spiccata personalità, mentre il bravissimo Tommaso Natale, da solo, sostiene voce e danzatrice. Meno chiaro l'apporto della coreografa che sviluppa una linea coreutica incerta, mostrandosi più attenta a sorreggere con le mani una sorta di tutù nero che indossa, che a esprimersi con la danza, anche se, in alcuni momenti, quando Diana danza, sa emozionare e coinvolgere lo spettatore.
Con il successivo Impressioni di Fabio Garau, torniamo alla danza moderna, quella di alcuni video musicali anni settanta, molto accademica, ben eseguita, ma, francamente, non necessaria. Manca in Untitled e anche in Impressioni l'urgenza di comunicare al pubblico qualcosa attraverso la danza e traspare in maniera evidente l'urgenza di entrambi gli interpreti di esprimersi attraverso questo mezzo più per se stessi che per gli altri.
In Deux ex Cosmo la giovane coreografa Laura di Biagio, mette in danza I Pianeti la suite orchestrale in sette movimenti, scritta dal Gustav Holst fra il 1914 e il 1916. Di Biagio sceglie solo alcuni dei sette movimenti, invertendone anche la successione. Pratica comune nella danza contemporanea (quella di manipolare la musica su cui si esegue la coreografia) ma qui meno giustificata dallo sviluppo coreutico: anche Laura abbraccia una vocazione narrativa, costruendo coreografie che raccontano situazioni piuttosto che tradurre nell'astratto movimento coreutico le emozioni e le sensazioni che vuole descrivere o far provare al pubblico. Apre Deux ex Cosmo Sandro Piccirilli, con tanto di gonnellino greco e ali ai piedi (costume che ha suscitato qualche risata nella componente maschile, retrograda e a digiuno di danza, del pubblico in sala ma la bravura del Piccirilli e la disinvoltura per niente affettata con cui veste il personaggio li ha subito azzittiti) intento in sottili giochi recitativi, oltre che a ballare, che gli riescono bene. Di diversa maturazione artistica le sue partner femminili, tra le quali emerge l'interprete di Venere, che ha altrettanta presenza di Piccirilli, tanto che rubano entrambi la scena agli altri. Le altre due danzatrici hanno forse meno presenza ma una sensibilità coreutica maggiore che dimostrano soprattutto negli a solo che sono chiamate a interpretare ma che si perdono un po' nell'economia generale di una coreografia sviluppata per quadri di gruppo o figure a due e a tre, come il quadro su Marte, interpretato da un bravo Ciali Sposato, anche se fisicamente meno avanzato del Piccirilli, penalizzato da una coreografia di gruppo che, non eseguita alla perfezione (soprattutto nei passi da fare all'unisono...), perde molto della sua efficacia. Confuso il quadro finale, nel quale c'è una timida convergenza verso un fare danza più contemporaneo che però incide poco nell'economia generale della coreografia. Del tutto inferiore, al limite del dilettantismo, la prova di Paolo Cives, sul quale non infieriamo oltre.
Azioni dinamiche mostra un modo di intendere la danza più vicino al sogno americano che alla ricerca che la danza contemporanea, quella vera, sta portando avanti, nel bene e nel male, a Roma e in Italia. Il talento (acerbo) e la voglia di danzare non bastano, da sole, a giustificare la messa in scena di lavori accademici che tradiscono un approccio pavido e ultra convenzionale alla danza, quando la giovane età dei danzatori e delle coreografe avrebbe giustificato (se non addirittura richiesto) qualche intemperanza e qualche azzardo coreutico, in questi spettacoli completamente assenti.
PEER GYNT
Compagnia Open Dance Theatre
Coreografa: Veronica Buonarrivo
Danzatori: Veronica Buonarrivo, Fabio Garau, Laura di Biagio, Giulia Fabrocile, Flaminia Candelori, Sandro Piccirilli,Luca Tomao
Musiche: Edward Grieg
UNTITLED
Coreografia e interprete: Diana Florindi
Voce: Denise Mencarelli
Chitarra: Tommaso Natale
IMPRESSIONI
Coreografia: Fabio Garau
Danzatori: Veronica Buonarrivo, Fabio Garau
Musiche: Marco Piacquadio
DEUS EX COSMO
Compagnia Open Dance Theatre
Coreografia: Laura di Biagio
Danzatori: Giulia Fabrocile, Maura Armento, Sandro Piccirilli, Francesca Zavattaro, Ciali Sposato, Paolo Cives Musiche: Holst, Beethowen, Ermanno Rosati