Serata fuori dal comune quella del 27 gennaio al Teatro Comunale di Ferrara , per un incontro tra due grandi personalità della musica sul tema di Bach: da una parte il vulcanico ed eclettico pianista newyorkese Uri Caine, dall’altra il virtuoso e fantasioso violoncellista italiano Mario Brunello, l’incontro tra il classicismo più rigoroso e l’improvvisazione jazz più fantasiosa.
Il tutto nasce da una idea di Uri Caine, che da tempo rilegge in maniera ironica e originale i grandi della musica classica, da Mahler a Beethoven, da Schumann a Wagner, e che aveva già affrontato Bach con le Goldberg variations, ma a cui mancava ancora un progetto concertistico per rileggere a suo modo dal vivo le partitura bachiane, e Mario Brunello è stato il partner ideale questa avventura. Conosciutisi sui palcoscenici naturali dei suoni delle dolomiti, la loro collaborazione è scaturita quasi spontaneamente, visti i precedenti di entrambi in incursioni musicali al di fuori dei rispettivi territori di repertorio. La serata si è aperta con un solo di Mario Brunello per la suite BWV 1009, dove il piglio è stato preciso ma ecessivamente incisivo e a tratti un po’ sopra le righe, quasi a voler scaldare lo strumento prima dei duetti con Caine, che hanno ruotato su adattamenti per pianoforte e violoncello delle sonate per viola e clavicembalo BWV 1027, 1028 e 1029, alternati a 2 brani originali di Caine. Nelle tre sonate si è avuta l’impressione che in qualche modo fosse sempre Uri Caine a condurre i giochi, alternando momenti rigorosi e fedeli alla partitura bachiana, dove sembrava quasi doversi trattenere, a spunti vivaci e briosi, che tradivano la solennità bachiana senza però stravolgerne il senso, anzi aggiungendo quel qualcosa che sicuramente può aver disturbato i puristi, ma ha sicuramente interessato il pubblico. In queste interpretazioni Brunello è andato a ruota, cercando di seguire l’eclettismo di Caine ma accusando un po’ la fatica, tradita da una eccessiva foga in qualche tocco di archetto, esprimendo però sempre al meglio l’intenso lirismo di cui è capace. Molto interessante l’improvvisazione per pianoforte di Caine, ove come al solito ha dispiegato tutto il suo consueto repertorio musicale, passando senza soluzione di continuità dal barocco al ragtime, dal blues al jazz, passando per la contemporanea e il klezmer, con una liquidità ed una fantasia sempre al massimo. Le invenzioni per pianoforte e violoncello sono invece state una sorpresa per freschezza e inventiva, un esempio perfetto di musica da camera contemporanea, dove le improvvisazioni erano in realtà la minima parte, inserite in una solida struttura ben costruita, dove i due strumenti si sono amalgamati perfettamente, pur rimanendo il pianoforte a fare da conduzione. Tra i bis va segnalata una meravigliosa sonata dove finalmente il violoncello di Brunello ha potuto esprimere fino in fondo la morbidezza e l’intensità di cui è capace, chiudendo in modo entusiasmante una serata vivace.
Alla fine è sembrato di assistere ai giochi di un eterno bambino curioso sul suo tappeto di note ironiche e di musicalità sacra, che si divertiva cercando di infondere fantasia e vivacità nella ieraticità un po’ fissa del sommo Bach, aiutato con lirismo e dolcezza dal suo compagno di avventure.
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Visto il
27-01-2015
al
Comunale
di Ferrara
(FE)