Concepito nel 1991 da Massimo Moricone per il Northen Ballet Theater su incarico di Christopher Gable, Romeo e Giulietta è una delle coreografie di punta della compagnia che la ha tuttora in repertorio, e uno dei migliori biglietti da visita del coreografo italiano, che ha visto diverse riedizioni, tra le quali quest'ultima per il Balletto del teatro Nazionale Slovacco di Bratislava di Jozef Dolinský nella versione del quale giunge per la prima volta in Italia, al Globe di Roma, fortemente voluta da Proietti, nel decennale del teatro.
Come copia del Globe shakespeariano, il teatro costruito nel centro di Villa Borghese non è l'ideale per il balletto classico, larghezza e profondità del palcoscenico non consentono quell'ariosità richiesta dall'arte coreutica (cui si aggiunge l'ingombro dei due pilastri di legno agli estremi del palco, quasi di proscenio, che sorreggono il tetto che lo sovrasta) costringendo Moricone a una riscrittura della sua coreografia per adattarlo a uno spazio ostico e ostile alla danza tanto che essere riusciti a metterlo in scena è quasi miracoloso.
A vedere lo spot televisivo fatto per il debutto a Bratislava di questa nuova versione della coreografia, che mostra una sequenza di immagini di Giulietta seminuda nuda, di Romeo a torso nudo e di uno stiletto insanguinato al ritmo di una musica moderna chiudendosi sul rumore del battito cardiaco, si è indotti a pensare a una rilettura in chiave moderna della trama shakespeariana.
Invece i costumi, splendidi e sontuosi di Luca Dall'alpi sono elisabettiani trasportando l'azione scenica dal 1300, in cui è ambientata nell'originale shakespeariano, nel pieno dell'epoca in cui il dramma dal cui il balletto è stato tratto è stato scritto e messo in scena per la prima volta. Una visione rivista e corretta dei costumi elisabettiani che, in alcuni casi, vestono troppo i solisti e le soliste, coprendo loro gambe e braccia a cancellarne la leggibilità del dettaglio coreutico sacrificato a un gusto più iconografico che coreografico.
A fianco del corpo di ballo di Bratislava due Etoiles del Royal Ballet di Londra Alina Cojocaru e Federico Bonelli, che si alternano nei ruoli principali con Anbeta Toromani e Alessandro Macario.
Toromani è una ballerina dotata capace di restituire con credibilità le impuntature adolescenziali sulle quali Moricone costruisce il suo personaggio.
Per la sua prima scena Moricone le allestisce una battaglia di cuscini con la nutrice prima dell'arrivo di Paride che non è già il promesso sposo venuto per regalare l'abito nuziale ma solo un giovane pretendente in visita.
Macario deve ancora sviluppare potenza nelle braccia almeno a giudicare dalla coreografia che assegna tutti i sollevamenti sulle braccia di Giulietta a Paride lasciando a Romeo molti movimenti a terra che rendono un po' statici i passi a due con Giulietta
Il primo incontro tra i due innamorati gioca sul fermo immagine cinematografico, che blocca i convitati e le convitate nell'immobilità più assoluta mentre Romeo e Giulietta danzano indisturbati lasciando esprimere più alla mimica i sentimenti dei due protagonisti invece che alla coreografia che risulta per questo priva di veri momenti di interesse.
Molto più d'effetto il ballo in maschera sempre nel primo atto, durante il quale la coreografia si affida alla perentorietà della partitura musicale sviluppando dei passi quasi marziali negli uomini (che battono il tempo con dei bastoni) e facendo eseguire un profluvio di seconde posizioni alle danzatrici che vengono fatte volteggiare in aria in uno dei momenti più riusciti dell'intera coreografia.
Di tutte le situazioni a terra, insistite in diverse scene, le più riuscite sono quelle dove
Romeo balla con Mercuzio e Benvolio mentre nei passi a due con Giulietta solo quelli nei quali Romeo si dispera per la sua morte sono credibili e d'effetto, gli altri, soprattutto quando nel corteggiamento i due innamorati si dispongono una sopra l'altro, risultano forzati e innaturali anche se il ripetere gli stessi gesti di Romeo, quando si pone indosso il corpo che crede esanime di Giulietta, come a ricordare i tempi andati della loro felicità, non lascia indifferenti, quando, cioè, la coreografia fa il suo dovere ed esprime sentimenti senza lasciarli invece alla mimica.
Gli interventi sulla trama apportati dal coreografo semplificano molto la materia narrativa del balletto originale: via il corteggiamento di Rosalina da parte di Romeo, via l'esilio di Romeo alla fine del secondo atto; via l'uccisione del messaggero di frate Lorenzo nel terzo atto, che dovrebbe avvertire Romeo, esiliato a Mantova, della morte apparente di Giulietta risultando così, soprattutto nel terzo atto, fin troppo schematico.
Moricone ha voluto attualizzare la forma balletto in uno spettacolo che si avvicina di più al gusto del pubblico contemporaneo inserendo anche un coup de théâtre alla fine del secondo atto, quando mentre Romeo non viene bandito da Verona e Madre Capuleti si dispera per la molte di Tebaldo, arriva un temporale simulato
con la luce strobo e il rumore dei tuoni.
Le musiche registrate e non eseguite dal vivo (ma chiedere un golfo mistico al Globe sarebbe stato impossibile) sono state eseguite dall'Orchestra sinfonica della Radio Nazionale Polacca dirette da Mario Kosik, con più brio di quanto la tradizione non faccia, alla ricerca di una drammaticità sostenuta dall'intero corpus teatrale costumi, musiche e mimica (splendidi gli sberleffi di Mercuzio, al quale Orazio di Bella regala un perfetto equilibrio tra precisione coreutica e irriverenza della postura) non solo dalla coreografia dunque, che si impone per la sua potente dinamica, per la sua sontuosità ma poco per la sua capacità di esprimere sentimenti.
Il teatro gremito, equamente popolato da giovani e meno giovani, decreta il successo dell'idea, coraggiosa e contro corrente, di programmare danza classica in un teatro estivo che mette in scena testi classici shakespeariani, scegliendo un allestimento disinvolto quel tanto che basta per risultare di appeal anche a un pubblico meno formato ed educato alla danza di quello elitario ed esigente che segue questa forma d'arte.