Luci soffuse, dalle tonalità accoglienti, e latrine da autogrill rendono bene l’idea di una strada popolata di personaggi alla ricerca di sesso, o che con esso, drammaticamente si confrontano. Un universo di solitudini, un luogo che celebra la morte del desiderio.
Un luogo descritto attraverso gli occhi del giovane Salvatore (Joele Anastasi), che si presenta al pubblico in slip, giacca di pelle e tacchi, sbandierando ai quattro venti la propria aspirazione al successo; per raggiungere il quale, è disposto a fare tutto (anche la puttana, nonostante non provi sentimenti di piacere nei confronti del sesso maschile).
In questo luogo metropolitano gravitano numerosi personaggi: Simone Leonardi, nel ruolo di un transessuale “di borgata”, conferma la propria versatilità e adeguatezza di attore, anche lontano dal mondo del musical; in coppia con Enrico Sortino, i due sono capaci di concentrare l’attenzione dello spettatore sul delicato equilibrio tra il registro comico e quello tragico; ancora Sortino è un credibile ragazzotto semplice e (forse) troppo ingenuo, fissato con il sesso nelle sue molteplici forme; prova d’attrice interessante anche per Federica Carruba Toscano, nel ruolo della prostituta greca, maltrattata dal suo protettore e iperprotettiva nei confronti della propria compagna (di lavoro e di vita).
Questi sono solo alcuni dei personaggi interpretati dai quattro attori, che, a scena aperta, di volta in volta si trasformano, truccandosi e travestendosi.
A livello drammaturgico, nonostante il dialetto siciliano sia ancora una volta uno dei tratti distintivi della pièce, Battuage rivela minori tracce di lirismo emotivo che risulta predominante nel precedente lavoro di Vucciria Teatro: la crudezza delle scene di vita quotidiana nella periferia urbana – complice, forse, un uso quasi prepotente del microfono da parte del personaggio di Salvatore – vorrebbe essere racconto, ma sembra rimanere mera descrizione.
Prosa
BATTUAGE
Battuage o La morte del desiderio
Visto il
02-10-2015
al
Filodrammatici
di Milano
(MI)