“Serenade/The Proposition”: in questo spettacolo multimediale la prima cosa e più importante è la danza in sé - precisa ed atletica. I costumi rosso, bianco e blu che i ballerini sovrappongono ai loro più semplici sono essi stessi collage stratificati. Il fiume di coreografia di Jones stupisce di nuovo per lo stile ricco e non celebrativo, eclettico, in cui movimenti mai visti prima si intersecano a passi di danza. A volte il movimento sembra incarnare l’opposizione della guerra o della politica; alternativamente i dieci danzatori si lanciano in sfrenatamente esplosioni fisiche. Tutti i formidabili ballerini, significativamente diversi tra loro, formano una linea che arriva fino al pubblico e colpiscono per le pose, che ricordano gruppi statuari patriottici o il combattimento. Commissionato per il bicentenario della nascita di Abraham Lincoln, “Serenade/The Proposition” tiene conto della lezione della storia ma è andato oltre. La colonna sonora, eseguita dal vivo dal pianista Jerome, dalla cantante Lisa Komara e dal violoncellista Christopher Antonio William Lancaster, è composta con numerosi prestiti presi dalle fonti classiche e dalla musica tradizionale, dal Dixie fino al vecchio inno americano, e con l’aggiunta di testi recitati. Le luci e i video di Robert Wierzel, Bjorn Amelan e Janet Wong, hanno dato origine ad ulteriosi spunti di riflessione; le immagini proiettate della Richmond in fiamme creano un forte stridore con la fredda serenità delle sei solide, bianche colonne doriche, ispirate dalla casa bianca. La figura troneggiante del sedicesimo presidente non compare mai realmente, ma una frase ricorrente definisce in modo eloquente la prospettiva del lavoro presentato: " Si potrebbe dire che la storia sia la distanza fra quell’ uomo e me." “Serenade/The Proposition” non fa domande e non prende posizioni. E’ una specie di sogno dimesso e malinconico sull'ambivalenza dello stato americano. I cinque uomini e tre donne, in costumi che suggeriscono le uniformi e le sottane dell’ottocento, si spostano con sereno equilibrio attraverso la scena. L'equilibrio rimane il punto concentrale di questo lavoro. I ballerini si muovono tra le sei alte colonne bianche, che possono stare a simboleggiare la cultura occidentale classica, così come le case delle piantagioni del sud o l'autorità governativa. Il linguaggio figurato della scena può avere molteplici significati, a volte contrastanti. Come le sei colonne bianche, tutto in “Serenade/The Proposition” può essere spostato e cambiato. Complicati paesaggi urbani in bianco e nero si stagliano sul fondale. L'illuminazione, magnifica, dà vita a miriadi di contrasti tra vivida luce e buio. I soggetti usati da Jones sono la memoria, la storia e le distanze che intercorrono fra le diverse età di un paese e fra gli anni di vita delle persone. Passato, presente, futuro. Storia, memoria, esperienza. Rimaneggiare la storia con la memoria e l'esperienza. Tutti questi soggetti sdrucciolevoli sono la materia su cui Bill T. Jones Bill T. Jones ha costruito “Serenade/The Proposition”.
Visto il
17-03-2010
al
Municipale Romolo Valli
di Reggio Emilia
(RE)