Civitanova Marche (MC), teatro Rossini, “Blue Lady” coreografia di Carolyn Carlson
LO SPAZIO DI UNA VITA
Alla notizia che Carolyn Carlson avrebbe rivisitato Blue Lady, affidandolo a Tero Saarinen, si è subito parlato di evento: la rinascita dello storico assolo interpretato da un uomo. Dopo il debutto a Lione, la turnè italiana è rilevante perchè il balletto, creato nel 1983 per il gruppo Teatro Danza La Fenice, è stato profondamente significativo per gli sviluppi della danza in Italia. A Civitanova la prima italiana, con la azzeccata musica di René Aubry che àncora la coreografia ai primi anni Ottanta.
Blue Lady è un viaggio metaforico tra i momenti salienti di una vita, una serie di ritratti (femminili) per rendere lo spazio di una vita. Le tende veneziane creano ambienti e delimitano il palcoscenico, dominato da un grande albero che sembra pietrificato e prosegue oltre il visibile, unione di terra e cielo, da cui cadono rade foglie. All'inizio proiezioni in bianco e nero, foto e video di anni fa. Poi figure potenti affidate a un corpo androgino: danzare nella luce, danzare è luce. Una mongolfiera nel cielo ricorda l'Occhio di Odilon Redon. Riferimento alla cultura giapponese è la presenza del ballerino “travestito” per interpretare ruoli femminili, solo che qui Saarinen non è “travestito” ma è sé stesso e, al tempo stesso, Carolyn Carlson. E non poteva essere che così: la giravolte e le braccia della Carlson in questo assolo sono scolpiti nella memoria di tutti. Come quel corpo trattenuto a fatica dalla stoffa rossa che si allunga dal proscenio.
Il contrasto fra movimenti fluidi e gesti spezzati crea una particolare vibrazione nell'anima di chi assiste: fotogrammi di un film bloccato di continuo in fermi-immagine che esprimono il vivere del corpo, il palpitare dell'anima, il tumulto della vita, sia nel momento stesso in cui viene vissuta sia nel momento in cui viene ri-vissuta nel ricorso. Il movimento percussivo si alterna al gesto dalle linee morbide. Giri di derviscio e saltelli di corsa. La solitudine dell'essere umano, la distanza, il vuoto. La forza della vita, vitale e insopprimibile, che è nella giovinezza ma anche nella stanchezza dell'età avanzata, dove il nero domina nei colori dei costumi e del cappello.
Lo stile personale di Carolyn Carlson assume una nuova veste nell'interpretazione di Tero Saarinen: movimenti liberi da forme accademiche, capaci di rendere le vibrazioni del corpo ed i sussulti dell'anima con grande controllo. La coreografia nasce da ricordi, sogni, pensieri, riflessioni, osservazione della natura e dell'umanità, trasfigurati dalla Carlson e da Saarinen.
Pochi spettatori, molti applausi.
Visto a Civitanova Marche (MC), teatro Rossini, il 18 marzo 2009
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Comunale
di Ferrara
(FE)